mercoledì 23 dicembre 2015

Natale con le nutrie, Pasqua con l’albiola…


- Non vorreste un’albiola?
- E che cos’è un’albiola?
- Cinque stronzi per farvi la museruola (*)

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Cari amici viandanti per pensieri ed estimatori tutti delle nutrie, ormai son quasi nove anni. No, dico: quasi nove anni! Tanto è il tempo che scrivo sul mio blog Andarperpensieri, da un anno sdoppiato nella paginetta facebook delle nutrie. E questo è il decimo Natale in cui cerco di farvi una specie di auguri.

Per quanto uno si sforzi di rimanere se stesso, non c’è nulla da fare, non ci riesce. Ci sono poche storie. Soprattutto quando si parla di questioni culturali, comunicative, ragionative, intellettive. Se hai a che fare con simili pinzillacchere, lo strumento che usi, ti cambia la mente. E’ questa la schietta sostanza.

Il blog era ancora uno spazio di scrittura in cui gli autori tentavano di macinare “granu mentis” in proprio, per ricavare farina argomentativa dal loro sacco. Facebook (salvo tanti casi lodevoli, va precisato) è invece un gran rimbalzatoio di puttanate. Le quali si moltiplicano in misura esponenziale, di modo che, per starci dietro, c’è sempre meno tempo. La rapidità con cui il messaggio deve essere colto, si fa allora sempre più stringente e sincopata. Risultato: un’umanità che si rilancia a vicenda una marea di puttanate concentrate e in via di sempre più rapida concentrazione.

Non sto scrivendo queste cose per attenermi alla solita manfrina dell’andava meglio quando andava peggio, e dei bei tempio andati, quando Berta filava il vestito del santo, vestito d’amianto, anvédi che santo!

No. E’ solo per constatare il fenomeno anche su me stesso. Influenzato dalla paginetta facebook delle nutrie, sono andato pian piano scrivendo sempre più in breve, finché, quasi senza pensarci in modo particolare, è iniziata questa sequela di brevi frasi, con protagonista lo scrittore. Era fatta: il mezzo aveva fottuto anche me!

Che il fine giustifichi i mezzi, non è mai stato appurato bene fino in fondo. Di fatto, i mezzi ti plasmano la mente. Questo è sicuro. Ne possono derivare anche cose belle, per carità. Delle mie frasi dello scrittore sono soddisfatto, e forse non sarebbero mai nate senza l’«imputtanitoio» forzoso di facebook.

Anche le nutrie, devo dire, mi han dato belle soddisfazioni. Più ci rifletto sopra, e più mi convinco che l’immagine della nutria, con tutto il portato di distonie ecologiche che si tira dietro, ci offre una delle più efficaci metafore della condizione esistenziale nella nostra società. Nelle mie vignette, le care pellicciotte codose si sono esibite nelle più surreali vicende, ma basta accendere la tele ogni giorno, e ne senti sempre una nuova che le surclassa in fatto di assurdità e stravaganza.

Tutto questo insomma, per augurarvi un buon Natale, per la decima volta qui su. Tanto lo so che nessuno sarà arrivato fino a questo punto, nella lettura. Sarete già tutti scappati a inseguire la puttanata più ultrasonica che vi è passata sott’occhio. Ma intanto io gli auguri ve li faccio ugualmente. In fondo, è il pensiero quello che conta. 

Inoltre, l’importante è ricordare che esistono sempre anche i libri. Quegli oggetti dell’anima, che c’insegnano come la vita sia fatta non solo d’illusori lampi di un’elettrizzante rapidità, ma soprattutto di tempi lunghi, a volte pallosi, esigenti, noiosi, e nel contempo profondi, remoti, misteriosi, faticosi e nascosti. 

Libri magari scritti un mezzo millennio fa circa. Come il “Gargantua e Pantagruele” di François Rabelais (1494-1553). Che con le sue 858 pagine e fischia, richiede tempi di lettura lenti: ore, giorni, forse mesi addirittura. Ma che è anche capace di fulminanti dialoghi, come quello che ho riportato in apertura di questo scrittino (*).

- Non vorreste un’albiola?
- E che cos’è un’albiola?
- Cinque stronzi per farvi la museruola.

Piccole, impagabili saette di follia, utili eventualmente anche come suggerimento per un’idea-regalo natalizia del tutto inedita. Se proprio siete presi dal dubbio “regalizio” più tormentoso, fate così: in occasione del presente Natale, regalate un’albiola. 

Oppure se incontrate degli amici, nel presentare i più vostri cordiali auguri, stupiteli aggiungendo anche:
- Non vorreste un’albiola?
- E che cos’è un’albiola?
- Beh…fa niente, ve lo spiego poi a Pasqua...


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