«…Roar!!!…»
Un leone del Serengeti – Stamattina
*******
«…Venghino, sióre e sióri, venghino!!! Si va qui oggi ad incominciare una nuova mini-rubrica di “Andarperpensieri”, ma questa è solo la presentassione, n’è vero...fermo bambino, piantala di scaccolarti e lassiami lavorare…».
Dopo aver fatto un po’ mente locale sulle tematiche che grosso modo tratterà questo nuovo angolino di parole fra le mie parole, e sulle modalità con cui mi piacerebbe esporle, mi sono preoccupato subito del titolo. Credo che la rubrichetta s’intitolerà «Piccole sbrodolate di sugo artistico sulla camicia». Dal che si arguisce che in qualche modo si parlerà di arte. In un primo momento volevo intitolarla «Le mini lezioni d’arte del dottor Gillipixel», ma poi mi suonava troppo pomposo e pretenzioso (anche se ovviamente il tutto era detto con ironia…), così mi è sembrato più appropriato optare per l’alternativa suddetta.
Come funzioneranno le «Piccole sbrodolate di sugo artistico sulla camicia»?
Prenderò in esame di volta in volta un protagonista di rilievo della storia dell’arte, di qualsiasi epoca, dall’antichità alla modernità, e cercherò di trasmettervi l’essenza di quello che ho capito io riguardo alla sua “poetica”, ossia sull’essenza del suo fare arte. Di bello ci sarà che potrete leggere anche notevoli cazzate, non essendo io uno specialista, né studioso, né esperto della materia, ma bensì solamente un curioso che “si pone domande e cerca di darsi risposte” intorno all’affascinante mondo della creatività, sperando, se si può appena, di sortire esiti qualche gradino sopra la “marzullianità”.
Il lancio virtuale di ortaggi sarà dunque cosa eventualmente più che lecita.
Il mio testo base di riferimento sarà principalmente uno (anche se in realtà sono 4 volumi), ossia la storia dell’arte di Giulio Carlo Argan. Perché una scelta così limitata ed in fondo discutibile? Una trattazione seria di certi temi non dovrebbe fare affidamento su di una bibliografia più articolata?
Una trattazione seria, sì.
Ma credo che la mia potrà anche concedersi questo lusso di pigrizia. Il testo dell’Argan ha inoltre per me un grande valore affettivo-culturale, come mi è già capitato di dire: su di esso si è formato il mio interesse per l’arte e oserei dire anche quello per la cultura in generale. Se capiterà, non mancherò di integrare gli articoli della rubrica con spunti tratti da altre fonti, ci mancherebbe. Ma di base, farò riferimento alle adamantine analisi di Giulio Carlo Argan.
Come dicevo, questa è solo un’introduzione esplorativa. Conto di inaugurare prossimamente in modo ufficiale la rubrichina «Piccole sbrodolate di sugo artistico sulla camicia» occupandomi di un artista moderno, Lucio Fontana.
Sì, proprio quello delle tele tagliate.
Ma per non lasciarvi così, a “bocca critica” asciutta, mi congedo per ora con una bellissima frase letta oggi su un libro che non è quello dell’Argan (tanto per smentire subito il mio manifesto d’intenti…). In pochissime righe, condensa uno degli obiettivi primari colti dal fare artistico (qui in particolare, dalla pittura) ed introduce di soppiatto il concetto fondamentale di “composizione”, sul quale magari ritornerò ancora.
La frase è contenuta nell’autobiografia (o raccolta di scritti...) del grande architetto e designer Ettore Sottsass, un bel libro che si legge con la golosità di un romanzo, intitolato «Scritto nella notte».
Dice precisamente questo:
«…La quantità dei colori e i loro rapporti sulla superficie provocano l’apparizione di strutture molto sofisticate, anzi quelle strutture possono finire per essere la ragione stessa della pittura, perché nello stesso momento in cui sono strutture ottiche sono anche sollecitazioni psichiche, culturali, emozionali…».
Dopo aver fatto un po’ mente locale sulle tematiche che grosso modo tratterà questo nuovo angolino di parole fra le mie parole, e sulle modalità con cui mi piacerebbe esporle, mi sono preoccupato subito del titolo. Credo che la rubrichetta s’intitolerà «Piccole sbrodolate di sugo artistico sulla camicia». Dal che si arguisce che in qualche modo si parlerà di arte. In un primo momento volevo intitolarla «Le mini lezioni d’arte del dottor Gillipixel», ma poi mi suonava troppo pomposo e pretenzioso (anche se ovviamente il tutto era detto con ironia…), così mi è sembrato più appropriato optare per l’alternativa suddetta.
Come funzioneranno le «Piccole sbrodolate di sugo artistico sulla camicia»?
Prenderò in esame di volta in volta un protagonista di rilievo della storia dell’arte, di qualsiasi epoca, dall’antichità alla modernità, e cercherò di trasmettervi l’essenza di quello che ho capito io riguardo alla sua “poetica”, ossia sull’essenza del suo fare arte. Di bello ci sarà che potrete leggere anche notevoli cazzate, non essendo io uno specialista, né studioso, né esperto della materia, ma bensì solamente un curioso che “si pone domande e cerca di darsi risposte” intorno all’affascinante mondo della creatività, sperando, se si può appena, di sortire esiti qualche gradino sopra la “marzullianità”.
Il lancio virtuale di ortaggi sarà dunque cosa eventualmente più che lecita.
Il mio testo base di riferimento sarà principalmente uno (anche se in realtà sono 4 volumi), ossia la storia dell’arte di Giulio Carlo Argan. Perché una scelta così limitata ed in fondo discutibile? Una trattazione seria di certi temi non dovrebbe fare affidamento su di una bibliografia più articolata?
Una trattazione seria, sì.
Ma credo che la mia potrà anche concedersi questo lusso di pigrizia. Il testo dell’Argan ha inoltre per me un grande valore affettivo-culturale, come mi è già capitato di dire: su di esso si è formato il mio interesse per l’arte e oserei dire anche quello per la cultura in generale. Se capiterà, non mancherò di integrare gli articoli della rubrica con spunti tratti da altre fonti, ci mancherebbe. Ma di base, farò riferimento alle adamantine analisi di Giulio Carlo Argan.
Come dicevo, questa è solo un’introduzione esplorativa. Conto di inaugurare prossimamente in modo ufficiale la rubrichina «Piccole sbrodolate di sugo artistico sulla camicia» occupandomi di un artista moderno, Lucio Fontana.
Sì, proprio quello delle tele tagliate.
Ma per non lasciarvi così, a “bocca critica” asciutta, mi congedo per ora con una bellissima frase letta oggi su un libro che non è quello dell’Argan (tanto per smentire subito il mio manifesto d’intenti…). In pochissime righe, condensa uno degli obiettivi primari colti dal fare artistico (qui in particolare, dalla pittura) ed introduce di soppiatto il concetto fondamentale di “composizione”, sul quale magari ritornerò ancora.
La frase è contenuta nell’autobiografia (o raccolta di scritti...) del grande architetto e designer Ettore Sottsass, un bel libro che si legge con la golosità di un romanzo, intitolato «Scritto nella notte».
Dice precisamente questo:
«…La quantità dei colori e i loro rapporti sulla superficie provocano l’apparizione di strutture molto sofisticate, anzi quelle strutture possono finire per essere la ragione stessa della pittura, perché nello stesso momento in cui sono strutture ottiche sono anche sollecitazioni psichiche, culturali, emozionali…».
“Scritto nella notte”
Ettore Sottsass - 2010
Arrileggerci presto con Lucio Fontana.
allora l'oracolo dice thelibus,ricordando così il noto pittore contemporaneo di pollock. di minor successo di quest'ultimo, anch'egli diede un rilevante contributo all'arte del XX secolo, disegnando in particolare la carta di copertura dei baci perugina...
RispondiEliminadall'argano della storia dell'arte. raccolta in breve di notizie sull'arte minore
(va be' smetto che è ora... scusa scusa) bacini dementi
Bene, mi piace l'argomento!
RispondiEliminaNon vedo l'ora che cominci :-)
Ciao,
Lara
@->Farly: ahahahahahahah :-) Ma Farly!!! Cosa fai? Vieni a dissacrare questo avgusto angolo della cultuva? :-D
RispondiEliminathelibus è magnifico...ahahahaha :-D
Ad ogni modo, here we gooo, eccolo che arriva: il mattone su Fontana! :-)
Bacini modernisti :-)
@->Lara: grazie Lara, spero di riuscire a dire cose interessanti...e soprattutto di non fare troppo casino :-)
RispondiEliminaBacini artistico inaugurali :-)