Inventarsi amici immaginari non sarà certo cosa da gente tanto a posto di senno. Ma se proprio lo volete sapere, mi fido ancor meno di quelli che ti vogliono far credere che certe faccende reali siano così belle.
Qualche tempo fa vi ho parlato di un carissimo personaggio della fantasia, il tenero Lepuri Sposu, più affettuosamente Lepuri, per gli amici. Lepuri è nato da certi scherzosi scambi di chiacchiere con la simpatica amica Yumi, appassionata conoscitrice della bellezza linguistica sarda. Anche io, nel mio umile piccolo, mi reputo a mia volta indegno ammiratore della nobile lingua di Sardegna. Questo sonoro, lussureggiante, misterioso linguaggio dalle forti componenti “ctonie”, iniziò ad affascinarmi fortemente, al di là dei toni molto drammatici delle vicende narrate, quando lessi l’intenso capolavoro di Gavino Ledda “Padre padrone”.
Ogni volta che ci sentiamo, con Yumi, il personaggio di Lepuri si affina lungo il filo delle chiacchiere, sempre ravvivandosi attraverso un non dichiarato “facciamo finta che”, vero è proprio nucleo giocoso dell’invenzione condivisa. Lepuri è di fatto un leprotto un po’ fumetto, un po’ piccolo folletto dei prati, nel senso che in lui convivono benissimo sia una modernità un po’ caciarona, sia l’amore per le nobili tradizioni della sua terra (non a caso, l’etimologia precisa del suo nome “e cognome”, Lepuri Sposu, si riferisce ad una forma di ciclamino selvatico diffuso fra le verzure d’erbetta sarde). Lepuri ha idealmente intorno agli otto anni, ma nello stesso tempo anche circa quaranta.
Lepuri abita di solito con Yumi, ma in un nostro recente “facciamo finta”, ci siamo immaginati che l’ineffabile leprottino venisse a passare alcuni giorni a casa mia, appena prima del Capodanno. Io sono stato davvero felice di ospitarlo. Se n’è arrivato, se non ricordo male, nel tardo pomeriggio del 30 dicembre, smotorando gioiosamente sull’aspirapolverina che è il suo mezzo di locomozione preferito, quando deve fare certi spostamenti un po’ lunghi, oppure se decide di non servirsi dei suoi vivacissimi piedini per “scoriattare” in casa o nei prati. “Scoriattare” vuol dire correre un po’ sguaiatamente, manifestando gioia, ed è verbo preso dalla tradizione dialettale di Gillipxiland: Lepuri non corre infatti, ma “scoriatta”, dimostrandomi anche in questo modo il suo affetto linguistico.
Con Lepuri, abbiamo passato l’ultimo dell’anno insieme. Yumi, Lepuri ed io, siamo amici di vecchia data di Maurizio Costanzo e di Maria (sempre nei nostri “facciamo finta che”, s’intende…e non so se sia più folle precisarlo o averlo detto). Da Maurizio veniva organizzato un veglione di gran gala con tanti personaggi famosi e sconosciuti. Lepuri ed io eravamo invitati in quanto rappresentanti della classe dei personaggi non famosi, così siamo andati volentieri. Arrivati a casa di Maurizio, gli ospiti di gran lustro si sprecavano: c’erano infatti il mago Otelma, Vittorio Sgarbi, Gigi Marzullo, Ernesto Sparalesto, Pino dei Palazzi, Shakira, Lello Arena, Mario Marenco, Ginxi, Pixi, Dixi e il Leprotto Marzolino…e sono solo alcuni di quelli che ricordo. Al tavolo del vascone con dentro la sangria, mi pare di aver intravisto anche Lupo de Lupis, il lupo tanto buonino, che armeggiava con bicchieri e mestolone, mescendo il delizioso liquido iberico per tutti i convenuti.
Fra i non famosi, ho invece riconosciuto Edgard Stupenfaust Wilkinson Primo, ereditiere di una nobile famiglia di ortolani decaduti (pare infatti che erediterà soltanto 825 tonnellate di torsoli di mela); poi c’era Sibilla Di Sguincio, la modella non famosa più richiesta del momento, sia da pittori, sia da fotografi all’ultimo grido (Sibilla era accompagnata per l’appunto dal suo fotografo di fiducia, Rirroro Sississello, e dal suo pittore di fiducia, Vevovivo Erdomordario); poi ancora, ho visto Gifraudo Epico Swillington, esperto internazionale di sofisticazioni termosanitarie (suo, il celeberrimo affare del secolo messo a segno nel settore delle tavolette da water riscaldate). C’era inoltre Sovieta Magdalova Soda, fascinosa attrice, grande virtuosa nell’interpretazione del metodo di recitazione del maestro Cagnoslawsky. E poi c’eravamo Lepuri e io.
Maurizio e Maria ci sono subito corsi incontro per darci il benvenuto e fare gli onori di casa. Lepuri era contentissimo di rivedere Maurizio e gli ha scoriattato un po’ intorno, prima di darli la zampa, dicendogli: «…Buonasera, signor Show, che piacere rivederla signor Show!!!...». Lepuri è convinto che Maurizio Costanzo di cognome si chiami “Show”. Poi è stato molto galante, facendo il baciamano a Maria e sussurrando durante l’inchino: «…Buona camicia a tutti!!!...». I baffetti di Lepuri han fatto il solletico sulle nocche a Maria, che ha riso di gusto. Maurizio conosce bene Lepuri e ovviamente si è divertito un sacco a queste sue uscite, dicendoci poi di fare come se fossimo a casa nostra. Lepuri lo ha preso alla lettera, e si è messo ad imperversare nel salone sulla sua aspirapolverina, passando più volte sui piedi del mago Otelma, che urlava un po’ isterico: «…Nooo, che dopo non mi sposooo!!!...».
Quando mi è riuscito di calmare un po’ Lepuri, l’ho lasciato un attimo in compagnia del Leprotto Marzolino, e di Ginxi, Pixi e Dixi. Si conoscono, vanno d’accordo e hanno tanti argomenti di conversazione. Discutono ad esempio del rincaro del prezzo delle carote all’ingrosso, oppure del rinnovo del contratto nazionale per i lavoratori dei cartoni animati. Appena il tempo poi di andare a prendere un bicchiere di sangria (me l’ha servita Svicolone, stavolta…Lupo de Lupis doveva essere andato a spostare la sua Jaguar E-Type in divieto di sosta, nel frattempo), e quando ritorno, Lepuri s’è già aggregato ad un altro capannello: stava discutendo di gran lena con Vittorio Sgarbi!!! Lepuri sosteneva che il Cubismo l’avevano inventato la Star e la Knorr, quando gli venne in mente di concentrare il concetto di brodo nella forma di dado (a casa mia, deve essersi messo a leggiucchiare la storia dell’arte di Argan per digerire i cappelletti, facendo un po’ di confusione, come suo solito).
Sgarbi s’è inalberato da bestia, andava su tutte le furie, e per fortuna che proprio in quei momenti è partita la musica. Lepuri quando sente la musica viene quasi come trascinato dalle sue zampettine impazzite. Era un tango. Lepuri allora ha ghermito Sovieta Magdalova Soda in un abbraccio plateale, iniziando a ballare con lei. Le ha fatto venire il fiatone a furia di casquè e piroette, fino a che Sovieta gli ha sussurrato all’orecchio: «…Tovarish Liepurrowsky, non provavo più così tanto impeto, da quando leggevo ancora le notizie sulla Pravda!!!...».
Ormai lo conosco: con cose di questo genere, Lepuri si gasa da matti. Essendo fin troppo vivace di suo, in simili circostanze è meglio frenarlo un po’. Sapevo già cosa fare. L’ho preso gentilmente per la collottola (quando glielo faccio, immancabilmente si mette a ridacchiare: «…Hihihihihihi!!!...») e l’ho portato da Gigi Marzullo. Hanno iniziato a parlare amabilmente, con Lepuri che cercava di fare del suo meglio, ribattendo cose del tipo «…si faccia una risposta e si dia una proposta...», ma alla fine la loquela di Gigi ha prevalso, facendo calare vistosamente la palpebra a Lepuri.
L’imminente arrivo della mezzanotte ha riscosso gli animi, tutti presi dal fermento generale di stappare le bottiglie di spumante. Lepuri si è riavuto dal torpore marzulliano e ha approfittato per allietare l’ambiente con uno scherzetto. Tutti erano in piedi per il brindisi, ma Tina Cipollari ha proclamato che l’avrebbe fatto da seduta, per essere originale. Si stava giusto adagiando sulla poltrona, proprio pochi secondi prima dello scoccare delle dodici, quando Lepuri le ha infilato sotto il sedere uno di quei palloncini di carnevale che fanno la pernacchia. Il fatidico contatto si è avuto proprio sul rintocco esatto della mezzanotte precisa, cosicché il 2015 è stato accolto da quel sospetto fragoroso frastuono, tra risate sguaiate da parte di tutti.
Poi la musica è ripartita e si è ballato tutti insieme fino a ora tarda, con Lepuri sempre protagonista di frizzi e lazzi vari. Alla fine abbiamo salutato e ringraziato tanto Maurizio e Maria, con anche tutti gli ospiti, e ce ne siamo tornati a casa. Di sangria e spumante ne avevo bevuto un po’ troppo. Così son salito sull’aspirapolverina di Lepuri, che ha guidato fino a casa. A parte rari casi in cui si concede un goccetto di cannonau per scaldarsi le idee, lui brinda infatti sempre a succo di carota. E così aveva fatto anche alla festa del signor Show.
E mentre rincasavamo sull'aspirapolverina, si poteva sentire nella notte Lepuri intonare: «…Se dal passato arriverà / una leprotta civiltà!!!...». E per fortuna, quello che aveva bevuto ero io...