Cari amici viandanti per pensieri, non faccio in tempo ad augurarvi epifanie a bizzeffe, che nel giro di pochi giorni me ne capita una minimale, ma alquanto stupefacente. Quando si tratta di epifanie, siamo alle solite: la cosa fondamentale, con loro, non è tanto che accadano. Certo, se non si verificano nemmeno, stiamo freschi, hai voglia a star lì ad aspettarle…
Ma la questione basilare, con le epifanie, sta soprattutto nel saperle cogliere. Chissà quante migliaia, milioni forse, ce ne passano sotto il naso tutti i giorni, ma noi siamo così immersi nel tran-tran del familiare flusso dell’ordinario, da non accorgerci di nulla. Le epifanie scorrono in una loro corrente fluida, misurata e mimetica: siamo intinti continuamente in questo corso di stupore, ma soltanto in certe occasioni ci è dato di poter sollevare il velo dell’apparenza, riuscendo ad acciuffare il piccolo mistero celato al di sotto. Le epifanie esistono già da qualche parte, forse da sempre. Forse sono eterne, sono pizzichi di infinità, sbocconcellamenti di evasione fuori dalla dimensione temporale. Però solo la nostra percezione e consapevolezza piena le legittimano, le “inverano” nella loro completezza. Sono una nostra invenzione nel senso etimologico del termine (dal latino: invĕnĭo – invenis – invēni – inventum – invenīre = “imbattersi a caso in qualcosa o in qualcuno”), perché nell’attimo stesso in cui ci accorgiamo di esse, le rinveniamo, le facciamo venire alla luce.
Ed ora che mi sembra di aver menato a sufficienza il cane introduttivo per l’aia delle premesse, vengo a svelarvi l’entità di questa recente, piccola-grande mia epifania. Lo scrittore Joseph Conrad pronunciò una volta una sua ormai celebre frase, che mi è sempre suonata parecchio simpatica: «…Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?...». Ecco allora che parafrasando il grande maestro della penna anglo-polacco, a me viene da dire: «…Come faccio a spiegare ai miei amici viandanti per pensieri che quando guardo fuori dalla finestra, a volte le cose più sorprendenti le trovo non al di là del vetro, e nemmeno al di qua, bensì esattamente “sopra” il vetro?...».
E’ quanto accaduto appunto in una di queste mattinate recenti, tra le più preoccupate nel corso dell’anno a vedere ribadito il concetto di giornata nebbiosa. Avvicinando lo sguardo a pochi centimetri dall’occhio vitreo della mia stanza per pochi attimi di virtuale evasione, il panorama esterno non era dunque dei più esaltanti. Quello interno, ancor meno: c’ero io, ossia non propriamente un paesaggio bucolico. Escluso l’esterno e scartato l’interno, è stata invece proprio la membrana trasparente intermedia, offerta dal doppio vetro, a catturare la mia meraviglia. Su di essa era posato un umido manto di vapore depositato, una condensa greve e copiosa, curiosamente distribuita con un disegno preciso a goccioline fini, piccine, una sorta di vescichette di liquore acqueo.
Osservando ancor più da vicino questa insolita trama, da un certo momento in poi non riuscivo più a levarmi dal piacevole inganno che si trattasse della superficie di un qualche pellame o cuoio fine, ricavato da chissà quale insolita creatura di un immaginato regno bovino meteorologico. Pur continuando a sapere che si trattava di goccioline, era bello lasciarsi blandire dall’illusione di stare rimirando il dorso di una insolita valigia in pelle eterea, o una borsa alla moda confezionata in lieve cuoio idrico.
Non potevo esimermi dal fermare il fenomeno su alcuni scatti fotografici. Ne ho fatti cinque e, anche se potranno apparire molto simili o monotoni, li riporto tutti (e li corredo con titoli roboanti e scherzosi da pseudo artistoide contemporaneo, per divertimento). Una volta riversate le immagini sul computer, una nuova epifania nell’epifania è affiorata. L’avevo subodorata già dal vivo, sul vetro vero e proprio. Ma in immagine, con la resa particolare del chiaroscuro fotografico, l’effetto si è rafforzato notevolmente. Da vescicole di quel liscio pellame che ci avevo visto all’inizio, le gocce, in foto, si sono decisamente mutate in minuscoli monticelli avvistati col telescopio sulla superficie di un inatteso pianetino appena scoperto nei cieli, una luna dalla grigio-topesca trama micro-globulata, un dedalo di avvallamenti astronomici in miniatura.
E le sorprese non erano finite qui. Ancora più per caso, fissando un po’ più a lungo delle altre una fra le cinque immagini, lo stupore degli stupori si è amplificato a dismisura. Invito anche voi a provare l’esperimento, cari amici viandanti per pensieri. Non so indicarvi bene il metodo ottico più idoneo ad ottenere l’effetto, ma se osservate una delle foto per un tempo sufficientemente lungo, ad un certo magico momento vi accorgerete che le mie buffe goccioline si trovano a formare una cosiddetta immagine ambivalente: quello che è in rilievo, allo sguardo si muta in un incavo, e viceversa. Ecco allora che non più soltanto una superficie di coriaceo pellame vi trovate di fronte, oppure un’astronomica pianura immaginata, ma anche la scabra grana di un improbabile “intonaco a bolle rientranti”, un blocchetto di torrone spezzato con taglio netto, una mollica gessosa di porosità in perfetto bilanciamento spaziale, o ancora, la faccia stavolta non proprio impeccabile di una pallina da golf dai forellini messi giù un po' a casaccio.
Piccolo suggerimento pratico atto alla visione: se non riuscite a cogliere quanto vi ho descritto, forse l’effetto riesce più immediato facendo scorrere un’immagine dopo l’altra e sostando un po’ con lo sguardo su ciascuna. Spero che vi balzi all’occhio, provando, perché quando accade è un piccolo spettacolo.
1 – Porosità spaziale
2 – Cuscinetti astratti
3 – Granuli idrici
4 – Louis Vaporòn
5 – Parete succhia-sguardo
9 commenti:
Io vedo il delizioso cioccolato bianco con i buchi che mangiavo da bambina: delicato, friabilissimo, gustoso, appagante.
Non ricordo la marca. Era una tavoletta con la carta gialla.
Che dolce ricordo della mia infanzia ha suscitato la tua pallina da tennis!
Firmato:
OuBee, l'unica, the original, che accetta le tue scuse e anche un goccio di Prosecco (non mi piace il vino rosso, ma impazzisco per le bollicine)
@->Occhi Blu: ehehehhee, ci avevo pensato anche io, OuBee, anche se poi, non so come mai, non l'ho scritto...forse ti riferisci al Galak oppure al Biancorì, che era la variante bianca del Ciocorì...da sgranocchiare rigorosamente intonando l'inno ufficiale: "...Compagni roditori, mangiamo Biancorì..." :-)
In fatto di vini, sono abbastanza onnivoro (onnibero? Onnitrinco? :-)...gli unici che detesto sono quelli dolci, a parte i dolci-liquorosi, che mi piacciono molto pure quelli...i dolci che non sopporto sono quegli spumantini dolciastri o certi rossi leggerini e zuccherini: ecco, quelli secondo me non si possono nemmeno fregiare del nome di vino :-)
Bacini e prosit :-)
Galak!
Ci facciamo pagare per la pubblicità?
Non bevo alcolici e non mi piace il vino.
Ho accennato al Prosecco perché è l'unico, insieme allo champagne (ebbene sì, sono snob! e ho pure il nasino all'insù!), al quale non posso dire di no nelle "grandi occasioni" quando si brinda.
Serena giornata
La prima volta che ho visitato la tua pagina non ho letto il post ma ho guardato solo le immagini (è quello che mi è stato concesso dai miei due despoti, vedi il mio ultimo post) e non ho capito che quelle fossero delle gocce di acqua sul vetro, bensì sulla prima foto, ho avuto la sensazione di una parete porosa, a tratti di una coscia cellulitica e a tratti di quella carta assorbente che serve in cucina alla massaia scrupolosa.
Poi scorrendo in giù le immagini mi è parso che i buchetti si siano rimpiccioliti come se l'obiettivo della macchina fotografica si allontanasse con lo scopo di sottoporre ad un test ottico gli occhi del lettore e dato i miei problemi retinici ho lasciato perdere.
Ora che finalmente ho trovato un po' di tempo per leggere il tuo post e gustarmi il tuo solito stile surreale, sono riuscita a cogliere anch'io la poesia di quel vetro inumidito dalle piccolissime gocce d'acqua.
Gilli, sei incredibilmente fantasioso e variopinto ed io ti adoro!!!!
@->Occhi Blu: ehehehhehhe, magari si potrebbe provare, cara OuBee, chissà che non ci assoldino come testimonial...mal che vada, una fornitura di Galak gratis ci potrebbe scappare :-)
Tema enologico: nel pieno rispetto dei tuoi gusti e preferenze (ci mancherebbe...), da parte mia ti posso dire che adoro il vino come veicolo di cultura, di bellezza, di tradizioni locali e di conoscenza materiale...parlo seriamente (una volta tanto :-)...il vino tra l'altro, come tutti i fattori o elementi della vita che sanno procurare piacere, mette continuamente alla prova l'intelligenza di chi ne gode...se non lo tratti con rispetto, nemmeno il vino ti rispetta e ti punisce in mille modi: facendoti stare male, facendoti suo schiavo, ecc....ripeto: per una volta sono serio :-) molto serio...il vino è un discorso sì gioioso, ma anche altrettanto serio...
Lo champagne, per quel poco che ne ho assaggiato, piace moltissimo anche a me...alla fine anche io non sono un gran conoscitore, ma mi piace esplorare il mondo dei vini, quando ne ho occasione...sempre con le modalità e le cautele dette sopra...
Grazie OuBee per i tuoi commenti cari...
Bacini degustanti :-)
@->Marisa: grazie, Mari, che commento coi fiocchi! :-) grazie per il tempo che dedichi alla lettura delle mie cose (...superando il pelliccioso e piacevole ostacolo delle due birbe tutte fusa e vibrisse :-)
Sono contento di essere riuscito a regalarti qualche piccolo stupore con le mie foto e le mie parole...questi piccoli fenomeni ottici (in particolare quando sono inattesi come questo) regalano sempre una sorta di meraviglia primordiale...chissà, forse sono legati a nostri meccanismi interni antichissimi, che quando vengono sfiorati, fanno scatenare questa micro-gioia percettiva :-)
Ancora grazie tante, Mari, per essere mia lettrice così carina ed affezionata :-)
Bacini dal pelo lungo :-)
pensandoci, è vero mi tornano in mente le tavolette di cioccolato bianco. ma tu, gilli, sei unico, ti sfreni con le tue analisi su qualsiasi cosa rendendo tutto significativo e degno di attenzione. mi fai morire! ;) baci
louis vaporon è eccellente!
:)
@->Maria Rosaria: ehehehehe :-) grazie, EmRose, sei sempre carinissima :-) come ti ho già detto altre volte, non so nemmeno bene io come mi vengano in mente certe stramberie...so solo che ogni tanto arrivano e io non faccio altro che registrarle :-)
Louis Vaporòn è una gran gillipixata di lusso, vero :-D ahahahahhahaa
Bacini alla moda :-)
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