Con fremiti mi turba
una mosca “ronza”
che fa la furba
Mi agita non poco
dialogare
nel mio tono roco
Mi sconvolge il giorno
il minimo neo
sulle cose intorno
Basta una storta
ad un pensiero
che subito precipito
fuor di sentiero
Come un piccolo nuovo Kafka
l’ansia fa presto
a mettermisi in tasca
Mi appendo all’apprensione
come alla liana fa il gibbone
più che pensile
uomo “apprensile”
Sia privilegio
oppure condanna
non ci si orienta
nemmeno Arianna
Perché so scorgere
poi un bel fiore
laddove altri vede
solo passare le ore
Uno strano misto
di giglio-ginestra
in una maglietta
appesa alla finestra
Sento profumo
di glicine puro
anche attraverso
la durezza d’un muro
In un mondo solo fatto
di forza e prestanza
non troverò mai
per me una stanza
Rimango all'aperto
qui respiro la brezza
di una gentile
arrendevolezza
E in quattro rime storte
mi vengo a rifugiare
che le emozioni a gambe corte
un po' sappiano rabberciare
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