…Mi sono messo con l’animo dispiegato “a per” (a X), e mi è sembrato di intuire che l’unico modo di avere a che fare con zero, sia porsi in moltiplicazione con lui, per risultare di matematica conseguenza sovrapposti a, intercambiabili con, e circonfusi di lui.
(Me X 0) = 0…
“…io x zero, sono uguale a zero…”: è tutto ciò che occorre sapere.
Lo zero che non è il nulla, ma l'abbacinante orizzonte lungo il quale confinano l'essere e l’esistere, facendosi vicendevole scambio di luce e ombra. Il territorio dove solo possono trovare un senso condiviso, l’anelito a scomparire e la pervicacia nel persistere.
Vi sembra illogico tutto questo? Com'è allora che mettendovi a fianco uno, due, tre, quattro, cinque, sei zeri, da uno che eravate, diventate dieci, cento, mille, diecimila, centomila, un milione?
2 commenti:
Ultimamente mi nutro di infinito.
Infinito al numeratore, infinito al denominatore, infinito al ragù, infinito alla parmigiana.
Tutti per uno tutti.
Tutti per zero zero.
E adesso moltiplicatevi per infinito, su, fatemi vedere...
;-)
@->CirINCIAMPAI: Ehehehe ☺ l'infinito e lo zero sono stretti parenti, Cincia...non a caso zero fratto zero va proprio a parare dalle parti dell'infinito ☺ ho notato che il ragù è un po' una costante per te 😀 ti dirò che anche lo preferisco alla costante di Planck, che in effetti risulta un po' sciapa al palato ☺
Grazie sempre per la tua simpatia ☺
Bacini per zero tendente a infinito ☺
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