- Ante scriptum -
Nel precendente articoletto, è successo un involontario incidente: il video dei Ramones che avevo inserito alla fine, presentava proprio nei suoi fotogrammi conclusivi un tristo e sciagurato simbolo dittatoriale di un passato non poi così tanto lontano da noi...in poche parole, una svastica.Quando ho scelto di mettere quel video, non lo avevo visionato completamente ed ecco spiegato l'incidente. Appena mi sono accorto della cosa, l'ho rimosso e sostituito subito.
Mi scuso con voi, cari lettori, per questa svista, e se per caso siete incappati nella visione di quel simbolo nefasto. Sfortunatamente non mi ero avveduto per tempo della sgradevole insidia contenuta in quel filmato. Uno pensa sempre in buona fede che l'idiozia umana, pur rimanendo un'insidia assai perniciosa e sempre in agguato dietro l'angolo, non sia in grado di superare certi limiti. Ed invece spesso ci si sbaglia: c'è sempre un idiota più grande di quanto si pensi.
Tanto che, rinunciando per un attimo alla mia naturale gentilezza espressiva, non mi rimane che convenire con la saggezza popolare, quando afferma che "di teste di cazzo sono piene le fosse"...e a quel fesso che ha confezionato quel video, gli auguro di cagarsi addosso al primo appuntamento con la nuova fidanzata...
E adesso possiamo andare ad incominciare con l'articoletto odierno...
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Tempo fa, dichiarai aperta la mia personale sfida fotografica a quella leggiadra puzzettosa e spiumazzante di Ghiandy Dick. Forse qualcuno ricorderà di come rimasi affascinato da questo elegante uccello, che all’anagrafe volatile passa sotto il nome di ghiandaia, e del mio proposito di catturarla con un’immagine, ricalcando, in versione molto meno cruenta e ben più poeticamente scanzonata, le orme di un moderno capitano Achab da salotto.
Da allora, non è che siano mancate le occasioni per mettere nel “carniere ritrattistico” l’ambita preda fotografica. Un’«aviopiumata» famigliola di ghiandaie si è pure accasata su di un alberello dietro casa Pixel. Con evidente ed insormontabile, almeno per il momento, senso di realismo, mi è toccato tuttavia constatare un dato di fatto incontrovertibile: minchia com’è sfuggevole la vecchia Ghiandy Dick!
Plana rapida da una pianta all’altra. Quando si adagia in qualche posto, è guardinga e zompettosa. Per l’umana presenza nutre un’allergia notevole e alla fine non sta mai ferma in un luogo per più di pochi secondi. Capirete che per un inveterato “slowly-down-layer” (libera e fantasiosa anglo-traduzione dell’italico “posapiano”) qual io sono, l’impresa, benché giammai accantonata, si è rivelata alquanto difficoltosa.
E così, dopo essermi bersanianamente detto fra me e me: «…Oh ragazssi!...Ma siamo pazssi?!?!?! Non siam mica qui a fare la punta alle spille da balia…non siam mica qui a soffiare sulla torta di compleanno di Matusalemme...», sono giunto alla palese conclusione che ad un fotografo pigro si addiceva un soggetto pigro. E l’occasione per soddisfare questa nuova consapevolezza non ha tardato a presentarsi.
Stamattina, me ne stavo infatti brut brutto a rifare “tim-burtonianamente” la sfumatura bassa ad un piccolo apparato vegetale che adorna le pertinenze di villa Pixel (tradotto dal gillipixese nella lingua delle persone normali: potavo la siepe nel giardino di casa…), quando ecco lì che il soggetto ideale mi si è offerto in tutto lo splendore della sua rilassatezza proverbiale. Era una minuscola lumachina, rimasta fortunosamente appesa proprio ad un brandello di siepe reciso da poco, un lacerto di rametto al quale si era aggrappata scampando per miracolo alla mia frenesia “potatoria”.
Eccolo dunque, il mio alter ego faunistico perfetto. Era un cucciolo di chiocciolina, una lumaca ancora bambina, dispiegata nel pieno splendore del suo sdrucciolevole “mono-piedone” adagiato su una micro-foglia della siepe. Osservandola, mi è tornata alla mente una brevissima filastrocca dialettale della mia infanzia e dell’infanzia di chissà quanti bimbi gillipixesi prima di me: «…Lümaghén, lümaghén, tira föra i tù curnén…» («…Lumachina, lumachina, tira fuori i tuoi cornini…»: purtroppo nella versione in italiano, oltre a perdersi la fatata sonorità, se ne va pure la rima).
Era la frase di rito, l’«apriti Sesamo ecologistico» col quale i grandi suggerivano ai bambini di invitare le piccole lumachine ad affacciarsi fuori dal proprio guscio. Ricordo che da piccolo l’evento non si verificava praticamente mai. Forse perché allora non ero un assiduo osservatore, forse perché capitavo sempre nel periodo sbagliato della tempistica “lumachesca”, ma fatto sta che una chiocciolina affacciata alla porta di casa non ricordo di averla vista mai, e tanto meno coi suoi “cornini” in bella mostra.
Quella piccola locuzione d’invito, nella mia mente semplice di bambino aveva finito dunque per assumere una valenza più generale. Simbolizzava tutti i desideri complicati da realizzare, tutti quei sogni di sbarbatello troppo belli per poter diventare un giorno veri. Ricordo anche che spesso e volentieri erano gusci vuoti ed abbandonati dall’inquilino, quelli che trovavo intorno a casa, di quei tempi.
Invece la chiocciolina incontrata stamane, si presentava baldanzosa e completamente dispiegata verso il mondo. Non sarà stata esuberante e celere nelle movenze come una ghiandaia, ma per i miei standard di “dinamismo estetico” era più che perfetta. Ho potuto persino posizionarla su due set fotografici differenti, mentre lei si lasciava fare con gentilezza, senza mai rifugiarsi in casa, come magari sarebbe stato pure nei suoi diritti.
E mentre alla fine degli scatti, la osservavo allontanarsi fra la verzura, placida e ben consapevole di dove stava posando il piede, ripesando un po’ anche al discorso dell’altra volta riguardo alle nostalgie per il passato, mi è venuto spontaneo considerare: «…Eh…non ci sono più le lumachine di una volta, ma quelle di oggi sono molto più simpatiche…».
9 commenti:
Certo immaginare l'idiota "iettato" che si caga addosso al primo appuntamento con la morosa mi fa morir dal ridere...
Grande Gilli.
Non hai mai visto le lumachine con le corna fora?
Vuoi dire che non le hai mai mangiate?
Devi sapere che da noi si mangiano e che mia madre è una esperta nel farle uscire tutte dal guscio, poi le butta nell'acqua bollente e loro non fanno in tempo a ritirarsi perciò rimangono tutte fora e sapessi quanto sono buone con la menta.
ahahhaha, lo so che stai facendo la faccia disgustata dopo tutta la poesia sulla tua lumachina star ma sai che a me piace stuzzicar.
Bacini bavosi ahahhahaha
@->Marisa: eheheheheh :-) lo so, lo so, Mari che si mangiano pure, le lumachine :-) a dire il vero io non le ho mai assaggiate...solo una volta, assaggiai quelle di mare, da tirare fuori dal guscio con lo stuzzicandenti...deliziose, devo dire...ricordo pure la circostanza: era la cena di fine anno della terza media :-) pensa un po' :-)
Sono certo che quelle cucinate dalla tua mamma devono essere deliziose :-)
E' sempre un piacere e un onore essere stuzzicato da te, perchè lo fai sempre in modo simpatico ed arguto :-)
Bacini da lumacone :-D
Concordo con Marisa, l'idiotone che ficca le svastiche ovunque dovrebbe esser preda di un accesso defecatorio incontrollabile, appena la morosa apre la porta, e sono presenti pure i genitori di lei...il massimo.Eheheh (risatina crudele).
Ma le ghiandaie sono quelle nere e bianche?? se sì, qua a Poultryville una si posa sul tetto della palazzina di fronte, è bellissima!
Le lumachine invece non le mangio, no no, mi fanno impressione...però loro si mangiano la mia insalata, 'ste birbanti...
Molto carine le foto, come sempre, e delizia narrativa pura quella del blogger Gilli!;))))))
Vanessa quelle bianche e nere sono le gazze (credo), le ghiandaie invece somigliano un po' ai passerotti, e un po' ai pettirossi e hanno delle macchie azzurre sulle ali. Bellissime!
@->Vale: eheheheh :-) vedo che anche tu, Vale, approvi la mia invettiva purgante all'indirizzo dell'idiozia diffusa :-)
Ribadisco che sono un esperto ornitologico davvero faloppo, ma quelle che dici tu, Vale, credo siano gazze...carinissime pure loro, e anche molto somiglianti alle ghiandaie nelle fattezze...ma queste ultime hanno la livrea beige e delle sfumature bianco-azzurrine sulle ali...sono molto più eleganti delle gazze e meno diffuse :-)
Sono certo che a Poultryville ce ne sono diverse, ma bisogna saperle cogliere nei momenti giusti...anche per questo sono più affascinanti :-)
Sì, alla fine le lumachine stanno bene a pascersi di foglioline nei nostri orti...di carne noi ne mangiamo fin troppa :-)
Grazie per la tua consueta grazia commentatoria :-)
Bacini svolazzanti :-)
@->Marisa: grazie, Mari, per la precisazione a supporto della mia tesi :-) da campagnolo imperfetto, mi fa sempre piacere una consulenza su temi naturalistici :-)
Parcella di bacini :-)
Gazze! non manca niente a Poultryville, davvero!!:))))))
terrò gli occhi aperti per le graziose ghiandaie (ma allora sono piccoline...)
qua di notte vediamo Fratel Leprotto che corre come un matto a zigo zago davanti ai fari....:)))))))certe volte sembra ci guardi per dire, ma andate a rompere le pigne a qualcun altro, a 'ste ore di notte...
Baci e abbracci naturalistici a entrambi!:)))))
Scusa Gilli, devo aver postato il mio commento sul thread sbagliato. :-)
Dicevo, circa i Ramones: Sara' stata una immagine a caso Gilli: io sono un grandissimo fan dei Ramones da quando avevo 14 anni e non mi risulta che siano nazisti. Anzi.
:-)
@->Yossarian: ciao Yoss :-)
Sono spiacente se non mi sono spiegato bene, Yoss :-) Non volevo minimamente associare l'immagine dei Ramones a nessun simbolo politico, tantomeno alla laidissima svastica :-) Anche a me sono sempre stati simpatici, anche se, come già raccontai, non li conosco molto musicalmente :-)
Quello che esecravo era l'imbecillità di certi tizi che costruiscono questi video, facendo abbinamenti dettati dall'assoluta ignoranza che gli staborda fin fuori dalle orecchie :-)
No problem per il doppio commento...lascio anche quell'altro, così mi sembra di avere più commenti in questo mio asfittico luogo di scribacchiamenti :-) simulando un po' l'effetto Mister Bean, quella volta che si auto-organizzò la festa di compleanno e fece finta di farsi trovare un bigliettino d'auguri sotto il bicchiere al ristorante, rigorosamente scritto ed occultato pochi secondi prima da sè medesimo :-)
Ciao Yoss, grazie per la precisazione :-)
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