Oggi inauguro una piccola nuova rubrica: “La notizia che avreste voluto leggere”. Di volta in volta, creerò uno pseudo-articolo di giornale rigorosamente falso, con tanto di titolo, sottotitolo e svolgimento del tutto fasulli, che raccontano un fatto mai avvenuto, ma che a mio avviso in molti avrebbero tanto sperato si verificasse.
Non so se come rubrica avrà un seguito, ma intanto per oggi comincia con un clamoroso scoop.
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- Nemesi meteorologica -
Per un pelo Caronte non scivola dal traghetto
Per un pelo Caronte non scivola dal traghetto
Sfuggiti per miracolo al linciaggio i petulanti nipotini di Caronte e Minosse
Se la sono vista brutta, nel primo pomeriggio di alcuni giorni fa, gli ideatori dei mitologici nomignoli affibbiati da inizio estate ai vari anticicloni africani. Si tratta di due oscuri tecnici di un’agenzia di previsioni meteorologiche. Per salvaguardarne ulteriormente l’incolumità, non riveleremo l’identità dei due tecnici, né il luogo in cui si sono svolti i fatti (una grande città del centro-nord). A stanare i fantasiosi meteo-dicitori, sono stati alcuni operai, intenti ad effettuare lavori di rifacimento di un tratto della linea del gas che corre proprio sotto il marciapiede prospiciente l’edificio in cui l’agenzia meteorologica ha sede.
Erano da poco passate le tredici e trenta. La canicola imperversava senza pietà e gli operai avevano appena ripreso il loro turno pomeridiano, armeggiando in un bagno di sudore nella profonda buca scavata per raggiungere un raccordo nodale delle tubature. All’improvviso, dalle finestre al piano terra dell’istituto di previsioni, lasciate incautamente aperte, si è cominciato ad udire uno strano e concitato scambio di battute: «…Conte Ugolino…», «…No! Farinata degli Uberti…», «…ma no, allora è meglio Pape Satan!...», «…eh sì, ma così “Aleppe” rimane fuori: “Aleppe” dove lo mettiamo allora?!?!?!...».
Incuriosito, uno degli operai, dopo aver posato un attimo il piccone, si è issato leggermente verso il davanzale sospetto, poggiando un piede sul rilievo di una modanatura dell’edificio, sino ad affacciarsi di nascosto sulla stanza da cui provenivano le voci. Ha potuto così osservare distintamente la sconfortante scena: brandendo in mano ciascuno una copia della Divina commedia, i due impiegati dell’istituto stavano tirando a fine orario di lavoro, cercando di escogitare nuovi molesti soprannomi letterari con i quali battezzare le prossime ondate di calore estivo, previste nelle prossime settimane in arrivo sulla penisola.
Il caso ha voluto che l’operaio non fosse completamente digiuno di nozioni dantesche. Per lui sono state così sufficienti un paio di occhiate ed alcune altre frasi ancora, per capire il “misfatto” che si stava compiendo nell’ufficio. Avvisati immediatamente gli altri quattro colleghi, l’operaio ha avuto modo di contagiare anche questi ultimi con una impellente dotazione di “testicoli di bragia”.
La squadra di manutenzione gas al completo a quel punto si è appostata vicino al portone dello stabile, in attesa dell’uscita dei due mattacchioni pronipoti del colonnello Bernacca. Quando questi si sono affacciati sulla soglia, per gli accaldati lavoratori, passare dagli insulti all’inseguimento è stato un attimo. Brandendo picconi e badili, hanno incalzato i malcapitati meteorologi per diverse centinaia di metri, levando al cielo grida sconnesse, delle quali, facendo riferimento a quanto riportato da diversi testimoni, siamo in grado di riferire solo alcuni spezzoni: «…Caronte ‘n par de…», «…Ma va in mona: tì, Minòse e’l tò anticiclón de l’ostrega!…», «…Scipione u’ fetuso, no l’Affricano, minchia!!!…» e simili invettive dialettalmente variegate, dettaglio questo che la dice lunga sulle proporzioni interregionali del fastidio percepito riguardo a questa moda burlona di sottolineare l’afa estiva.
Per fortuna dei due impiegati del meteo, il potenziale linciaggio è stato smorzato praticamente sul nascere da una squadra di vigili urbani che si trovava a pattugliare la zona. Nelle fasi più concitate del parapiglia, mentre si abbassava d’istinto per evitare l’impatto con un badile scagliato a mezz’aria da un componente particolarmente furente della turba operaia, ad uno dei beffardi chiosatori climatici è scivolato di tasca un fogliettino con annotata una lunga lista di soprannomi meteo che spaziavano con ancor minore ritegno nel puro repertorio “para-favolistico” psichedelico: Ventolo, Eolo, Nuvolo, Ghiàcciolo, Foscolo, Nebbiolo, Frescone, e così via. I due sciagurati meditavano di ammorbare l’Italia intera ancora per mesi, sfornando un nuovo nomignolo ad ogni soffio di vento o mutar di nuvola, rimarcando senza scrupolo estetico alcuno lo scorrere completo di tutte e quattro le stagioni: l’abbiamo scampata bella.
Il gruppo di operai ha invece potuto far ritorno ai propri scavi, mentre il loro passaggio veniva coronato da due ali plaudenti di folla.
4 commenti:
Ahahhaha, notizia succulenta.
Bravo Gilli, attendo la prossima leccornia!!!
@->Marisa: ehehehhe :-) grazie Mari, mi fa piacere che ti abbia divertito...l'ho scritta senza alcun intento di cattiveria, ovviamente, era proprio per ridere, e va beh che ci sono milioni di problemi più gravi di cui lamentarsi, ma sta faccenda dei nomignoli meteo mi sta proprio sui cosiddetti...
Bacini refrigerati :-)
troppo divertente... vai avanti con questa rubrica, gilli, è simpaticissima! baci
@->Maria Rosaria: eheheheh :-) grazie, EmRose :-) vedrò di dare fondo a tutta la mia idiozia narrativa :-) cosa che non mi riesce poi così difficile, se solo m'impegno un po' :-)
Bacini mitici :-)
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