Il pessimismo diffuso di questi tempi grigi sembra aver permeato ormai anche ogni minimo aspetto del vivere comune. E’ rimasto poco entusiasmo residuo per le attività normali che, a corollario della quotidianità di ciascuno, hanno sempre aiutato lo scorrere di un’esistenza serena ed appagante, o quasi. Innamorarsi, chiacchierare del più e del meno, persino ridere: sembrano divenuti dei lussi, adesso che il ferale ritornello ossessivamente rimbomba ad ogni piè sospinto nella mente e sulle labbra di ciascuno: «…C’è la crisi!!!...».
Inevitabilmente, il bigio stato attuale delle cose non poteva fare a meno di abbattersi anche sulla dimensione umoristica. C’è la crisi anche delle barzellette. Non se ne sente più raccontare tante, e quando succede le migliori sono solitamente dei revival di storielle buffe d’archivio, oppure vengono raccontate in malo modo.
Ho dunque pensato che, se non vogliamo veder morire definitivamente la barzelletta come forma della genuina espressione popolare, aspettando che passi la nottata, dobbiamo momentaneamente dotarci di barzellette adatte alla presente atmosfera, tutta presa dall’anelito tecnicista e burocraticamente assai poco “burocritica”.
Quel che serve attualmente è la “barzelletta che non fa ridere”: finalmente è giunto il suo momento.
Per decenni spauracchio dei barzelletterie di mezza tacca, la “barzelletta che non fa ridere” ora può vivere una sua rinnovata primavera, del tutto legittimata dal clima in corso. Tutti ne potranno inventare di nuove, tutti le potranno raccontare, anche chi è un vero cane nel farlo. Anzi, soprattutto chi è un vero cane barzellettiere. Questo rinascimento della barzelletta balorda potrà rappresentare un momento di riscatto proprio per i barzellettieri scalcagnati. Finalmente, dando saggio del meglio della loro imperizia barzellettistica, magari scordando il finale, o anticipandolo maldestramente, sbagliando i tempi e l’intonazione delle frasi, potranno indirizzarsi in grande libertà vero l’unico rinnovato scopo da ottenere: non fare ridere. Anzi, se possibile, far venire proprio il latte ai gomiti, stupire per la stupidità, suscitare pena nell’uditorio, in sintonia con il sentire comune sparso un po’ per tutto l’italico stivalone.
Ecco alcuni luminosi esempi:
- Un contadino con l’allergia da fieno incontra un politico onesto.
Dice il contadino: «…Buongiorno, onorevole, posso offrirle un caffè corrotto?...».
Risponde il politico: «…No grazie, temo che facendo di tutte le erbe un fascio, poi lei mi starnutisca nella tazzina...».
- Qual è il colmo per il re del qualunquismo? Entrare in un bar e ordinare una pizza alle mezze stagioni
- Un ladro viene processato per direttissima. Lo hanno colto in flagrante mentre tentava di svaligiare un appartamento. Durante l’udienza si scopre che mentre era nel bel mezzo del colpo, a causa delle batterie scadenti caricate sulla torcia elettrica usata per muoversi nel buio, questa si è scaricata e poi spenta all’improvviso, facendo maldestramente inciampare il lestofante, con un fracasso da mettere in allarme tutto lo stabile. I vicini hanno avvisato la polizia ed il ladro è stato acciuffato. Il giudice, dopo aver emesso il verdetto - un anno, senza il beneficio della condizionale - in conclusione di sentenza, commenta: «…Duracell, sed cell…».
- Ci sono un tedesco, un francese e un italiano. Arriva un europeo e gli altri tre se ne vanno via sconsolati, per manifesta inferiorità umoristica. Fine barzelletta!!!
Cosa ne dite, cari amici viandanti per pensieri? Vi è venuta la cagliata sotto le ginocchia? Siete stati colti dai conati dell’antidivertimento puro? Perfetto…ora non vi resta altro che fabbricarvi in casa anche voi la vostra “barzelletta che non fa ridere” su misura, per vivere in sintonia coi nostri tempi all’acqua di mozzarella.
2 commenti:
Un signore in bombetta svolta a Wall Street. Crash. (Sono stata all'altezza?)
@->Rosa: Minchia, più che all'altezza, cara Rose! :-D Ahahahahahhaha :-) Il bello delle barzellette che non fanno ridere, è che poi alla fine ridi lo stesso, perché fanno talmente poco ridere, da risultare ridicole :-D L'importante però è che ci sia la complicità dell'ascoltatore, che deve sapere di aspettarsi una barzelletta che non fa ridere: a quel punto scatta una solidarietà fra "non ridenti" in grado di scatenare in ogni modo l'ironia e il divertimento :-)
Bacini che non fanno ridere :-)
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