mercoledì 16 gennaio 2013

E’ nato prima l’uovo o il Gillipixel?


E’ bello porsi continue domande nella vita. Anzi, forse è più preciso dire che la vita, in fondo, non è altro che una immensa domanda, senza tregua e dalle pochissime risposte. A volte è bello trovare dei responsi. Ma molte spesso, sono belle anche quelle domande che non hanno risposta alcuna. Ce le facciamo così, solo per il gusto di domandarcele, ma una risposta esatta è precisamente l’ultima cosa che vorremmo.

Ho trovato una bellissima di queste domande citata in un libro. Se la pone lo scrittore e poeta polacco Stanislaw J. Lec (1909-1966):

- Qualcuno ha mai chiesto alla tesi e all’antitesi se vogliono diventare sintesi?

La domanda “ad esigenza di risposta tendente a zero” si contraddistingue per la sua ironia e per la vena paradossalmente poetica ed un po’ folle che riesce ad innescare nell’animo di chi la pone e di chi se la sente rivolgere. Un po’ come succedeva al giovane Holden, quando si domandava dove andavano le anatre del laghetto di Central Park, in inverno, quando la superficie dell’acqua ghiaccia e compagnia bella. Anche se ormai è stra-citato, stranoto, e ci viene fuori dalle orecchie (nonché da vari altri orifizi corporali), riporto il passaggio per la sua sempre innegabile bellezza, soprattutto nella versione originale:

«...”You know those ducks in that lagoon right near central Park South? That little lake? By any chance, do you happen to know where they go, the ducks, when it gets frozen over? Do you happen to know by any chance?” I realized it was only one chance in a million...».

The catcher in the rye
J. D. Salinger1945

«...”Sa le anitre che stanno in quello stagno vicino a Central Park South? Quel laghetto? Mi saprebbe dire per caso dove vanno quando il lago gela? Lo sa per caso?” Mi rendevo conto che c’era soltanto una probabilità su un milione...».

Il giovane Holden
J. D. Salinger - 1945

Sulla scia di queste domande “ad esigenza di risposta tendente a zero”, chiaramente troppo nobili ed elevate per osare soltanto pensare di eguagliarle in qualche modo, mi è venuto gillipixellescamente da crearne di mie. Ovviamente assai più grezze, dozzinali e molto, ma molto più stupide. Ve le propongo:

- Perché quasi tutti i transessuali sono sudamericani?

- Sino ad oggi il maschio è nato col pisello e la donna con la patata: in un futuro, nel caso di avvento di una razza umana estremamente evoluta, dobbiamo attendercela dotata di patello oppure di pisata?

- Se l’uomo uscisse da dove esce l’uovo, le sue origini sarebbero più nobili?

- La prima cosa che si fa nascendo, è piangere: la vita ti avverte sin da subito che lungo il suo corso, di dolore ce ne sarà da smazzare a bizzeffe. La prima cosa che si fa al mattino svegliandosi, è correre in bagno: è il benvenuto offerto da ogni nuova giornata, traducibile nel messaggio cifrato: “Ma vai a cagare!”. Non è che scambiamo sempre la vita per quel gran prodotto di qualità, solo perché non prestiamo mai attenzione alle avvertenze scritte sulla confezione?

- Quando il sole tramonta alla sera, sta mostrando il sedere a noi ed il viso all’America, o viceversa?

- C’è più stoltezza in un uomo cresciuto male, oppure stanchezza in un vecchio maturato peggio?

- Le civette sul comò del famoso “ambarabà – ciccì – coccò”, l’amore con la figlia del dottore, come facevano a farlo?

4 commenti:

Marisa ha detto...

Io detesto le domande senza risposta, al contrario ho bisogno di puntellare le mie sicurezze con delle risposte concrete così come ho bisogno anche di pianificare le mie giornate.
Vivere alla giornata senza sapere quello che mi toccherà sperimentare a breve mi inquieta alquanto perciò le domande fine a stesse le accetto e mi fanno sorridere solo se sono demenziali... :-)

MR ha detto...

gilli, io ho sempre avuto la sensazione di pormi domande stupide. è una cosa che mi accompagna da sempre. pensa che a scuola non avevo il coraggio di formularne alcuna per paura di essere derisa. le domande che io mi pongo o non hanno risposta o se ce l'hanno è troppo banale. della serie. "ma che minchia di domande fai?" oppure "ma devi sempre fare domande stupide?" credo ci sia qualcosa di drammatico in tutto questo. " e allora ti chiedo: "pensi ci sia qualcosa di drammatico in tutto questo?" Ops... scusa... non volevo... ritiro la domanda ;)

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: concordo, Mari :-) non mi riferivo infatti alle domande importanti della vita: in quelle bisogna cercare di avere le idee chiare, anche se non è sempre facile...le mie domande senza risposta, come avrai visto, sono tutte del tipo gratuito e ludico :-) per quello divertono, perché anche se non c'è risposta, fanno fare un sorriso...forse, nel caso delle mie, un sorriso un po' stiracchiato :-) ma pur sempre un sorriso :-)

Bacini demenziali :-)

Gillipixel ha detto...

@->Maria Rosaria: drammatico non direi, cara EmRose :-) direi che nel tuo atteggiamento (che sento molto familiare e a me affine :-) c'è un eccesso di rispetto per gli altri, unito al timore di venire giudicati...la sindrome da domanda stupida affligge pure me, da una vita...alla fine, devo dire, si impara a conviverci anche abbastanza bene :-) o almeno mi pare...

Bacini senza domande :-)