lunedì 14 gennaio 2013

Sorti pennute

Una delle mie domeniche mattina, a piedi lungo l’argine. Una nebbia tanto grassa quanto invisibile sfarina gli occhiali di goccioline mosaicate. L’intero orizzonte è pesto e bigio come le occhiaie di un pugile suonato a fine carriera. I pensieri volano bassi, di conseguenza. Sino a giungere presso il limitare del vasto sbocco visivo, a cavallo del grande gomito aperto sul massiccio di terreno, dove un piccola esibizione naturale mi coglie da lontano.

Alta, sopra i grigi ciuffi dei pioppeti della sponda opposta, si distende una formazione di anatre, in sontuoso assetto di volo. Contro il plumbeo sfondo, vanno disegnando il più classico dei loro motivi. Un’aperta e quasi perfetta “V” nera, capitanata dal più impavido fra i loro timonieri.
Ma ecco che dall’ala sinistra, una ribelle frangia di pionieri della forma si stacca in libera distesa aerea. Per alcuni attimi scombussolano la trama, bramano un diverso racconto. Sembrano un rivolo di spuma che si arrotola ad un’estremità dell’onda, un ricciolo ribelle sconquassato e ricadente dalla frangia. Una folata di vento più violenta di tutto il resto della possanza eolica, una volontà interiore del gruppo a sparigliare l’ordinato schema.
La mossa spiazza un po’ le aspettative, ma non devo attendere molto per veder riconfortata la mia piena fiducia nella logica ornitologica. Il drappello sovversivo subito architetta una nuova porzione di sagoma ed il puntuto indicatore presto si riforma, con rinnovata precisione, con una simbologia rimarcata e sintetizzata. Ancora più convincente e in sintonia con una grafia umana, si delinea adesso l’insieme. Quei fieri solcatori del cielo quasi sembrano voler fugare ogni mio dubbio, tracciando un’immagine a prova di cretino: «...Ma sì, se non l’avevi capito, oh tonto di un Gillipixel, questa è proprio una freccia!!!...».

Poi tutto lo squadrone si distende e plana leggero, rallentato, graduale. Sembra ora un’ampia rete da pescatore, gettata in tutta la sua apertura sopra i flutti ribollenti delle acque pescose. Solo che, non pesci si prepara a cogliere, bensì riposanti fronde di pioppi. Le estremità della sventagliata di anatre penzolano per qualche attimo come tirate giù da immaginari piombi messi a fare da contrappeso. Alla fine lo stormo ridotto a sciame dalla foschia e dalla distanza, sfuma di sotto guadagnandosi l’invisibilità.
Con lo sguardo grato e l’animo in micro-estasi per il piccolo spettacolo privato ricevuto in regalo dal cielo, svolto giù dalla solita discesa che circumnaviga la casa dove un dalmata mattiniero suole salutarmi con qualche latrato, a metà tra l’allarme rivolto ai padroni ed un burbero buongiorno per me. A proposito di pennuti: subito dopo il latrato, dall’aia quasi ai piedi dell’argine, già da due domeniche non odo più il riecheggiare di un omologo verso animale d’allarme velato: il simpatico «...kmèk – kmèk...» che una pingue oca da cortile era solita rivolgermi mentre passavo a fianco del suo territorio domestico. Come mai, mi domando.

Faccio mente locale: le feste son trascorse da poco, le pignatte hanno bollito fieramente ed i destini, al di qua ed al di là del coperchio, si sono compiuto. Cosa vuol dire, a volte, poter disporre dell’abilità del volo di cui sono dotate le tue cugine anitre...cara oca da cortile, che nobilmente ripetevi il compito di guardiana sull’esempio remoto delle tue antiche nonne sul Campidoglio.

Cos’altro mi resta da dire, per te, se non uno sconsolato «...requiescat in pance...»?

5 commenti:

Marisa ha detto...

Caro Gilli trovo che il tuo post sia molto poetico, ma la natura per se stessa è già poesia...

Occhi blu ha detto...

Poetico Gilli, osservatore del cielo e dei simpatici pennuti!

A me le oche ricordano ...

http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=Bumj2JuaNJI&feature=endscreen

Occhi blu ha detto...

Appena scritto senza aver letto il precedente che prima non c'era.
Se, tuttavia, siamo in due a definirti con lo stesso aggettivo qualcosa di vero ci dev'essere ...

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: concordo, Mari...a volte è sufficiente porsi in ascolto della natura, e la poesia sgorga spontanea...lo si può fare anche coi micetti, lo sai benissimo per diretta esperienza pellicciosa :-) Loro riservano sempre mille sfumature poetiche...

Bacini sgorganti :-)

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: due indizi fanno una prova, OuBee :-) grazie anche per la bella citazione disneyana...gli autori di cartoni animati sono dei maestri nell'osservazione della natura, e nella conseguente sua traduzione in piccole espressioni poetiche in movimento :-)

Bacini poetizzati :-)