«…S’lé véra, l’è ‘na gran bàla!…».
(N.d.t.: «…Se è vero, è una gran balla!…»).
Antica e paradossale constatazione gillipixilandese
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Le leggende metropolitane possono fare uno strano effetto. Non riesci mai a capire bene se ascoltandole, ti colga più intensamente il timore che siano balle, oppure la speranza che siano verità. La cosa più suggestiva è cercare d’indovinare cosa passi per la mente luminosa di quei tizi che le mettono in giro. Quale molla scatta fra le pareti craniche del cazzaro di alta qualità, tanto da indurlo a sfornare simili perle d’inusitata semi-esaltante irrealtà post-deprimente?
Ma forse si punta al bersaglio sbagliato, così interrogandosi. Probabilmente le leggende metropolitane non nascono belle fatte e rifinite, già complete, dal parto di una sola mente. Forse sono l’esito cumulativo di uno sforzo di squadra. Certe leggende metropolitane sono così raffinate ed architettate con sapienza, da far pensare a vere e proprie equipe di metropolitanisti leggendari, riuniti per sommare i loro sforzi di fantasia perversa. Magari un gruppo di amici assai affiatati, in una sera di cazzeggio particolarmente felice, riescono a sfornare certi diamanti rarissimi di spropositata inenarrabilità. Oppure la cosa nasce semplice semplice, ma poi s’ingrossa passando di bocca in bocca, e qualche goccia iniziale di banalità finisce per sfociare in voluminosi fiumi straripanti di fandonie.
L’atteggiamento rispetto alla leggenda metropolitana dev’essere ad ogni modo velato di paradossalità da ambo i lati. Da parte di chi la mette in circolazione, c’è il dovere d’impegnarsi a spararla molto, ma molto grossa, sapendo che più grossa la si sparerà, più grossa sarà anche la mole dei pesci presi all’amo. Da parte di chi ascolta invece, la disposizione d’animo ideale dovrebbe essere quella di colui che pur credendoci fortemente, sa benissimo che si tratta di una palla micidiale.
Non ricordo più nemmeno dove la sentii, questa. Forse dal barbiere, o in qualche altro consesso culturale di simile levatura accademica.
Girava voce che qualcuno avesse scoperto l’antidoto definitivo per debellare la carie dentaria. Niente più otturazioni, niente più denti trapanati. Più niente di niente di tutto questo: solo denti intatti e dalla superficie inattaccabile. Si trattava di una sorta di sostanza speciale, una non meglio precisata vernice trasparente, che una volta cosparsa a tempo debito sulle 32 mini-zanne umane, avrebbe formato una pellicola protettiva capace di salvaguardare per sempre l’integrità di molari e compagnia.
Ovviamene però, così sarebbe stata troppo breve. Mi sono divertito allora ad immaginare come avrebbe potuto proseguire.
La lobby dei dentisti, in combutta con la lobby dei produttori di pasta per le otturazioni, d’intesa con la lobby dei fabbricanti di trapani per otturazioni, col beneplacito della lobby degli industriali delle poltrone da dentista, sentito anche il parere del sindacato delle assistenti alla poltrona, si accordarono tacitamente per tenere nascosta all’umanità la scoperta della imperitura sostanza anti-carie. Da quel momento, i dentisti, i produttori di pasta, i fabbricanti di trapani, gli industriali delle poltrone e le assistenti alla poltrona insieme ai loro sindacalisti, non soltanto non hanno più avuto carie, ma hanno anche fondato dei club esclusivi, la cui principale attività consiste nel riunirsi in serate di gala, durante le quali si sghignazza a pieno ed intatto sorriso di tutti quei fessi che continuano a farsi otturare i denti.
Fra gli invitati a queste feste, chissà per quale confusione di bigliettini erroneamente recapitati, capitò una sera un imbucato. Era niente meno che uno dei più influenti esponenti della lobby dei produttori di lamette da barba. Intrufolandosi a tradimento nel ridereccio consesso degli onnipotenti dentari, riuscì a carpirne il capitale segreto riguardante la carie. Dando ampia dimostrazione del meglio del proprio spirito lobbysta, subito si propose per un ricatto in piena regola: chiese una sacco di soldi per non rivelare al mondo la scoperta dei dentisti. Ma quando una lobby sola si mette contro tante lobby, difficilmente la spunta.
Ecco allora che le lobby dentistiche riunite, facendosi forte del contributo della lobby degli investigatori privati, i cui favori erano stati acquisiti promettendo a tutti i detective denti sani per sempre, poterono proporsi per un contro-ricatto verso la lobby dei produttori di lamette. Il loro silenzio venne carpito tramite la minaccia di rivelare a loro volta un altro fondamentale segreto, scoperto nel frattempo grazie alla sagacia dei detective. I produttori di lamette avevano inventato la lametta infinita, che non si consuma mai, neanche dopo milioni di rasature. Se avessero continuato ad accampare pretese verso le lobby dentistiche, il mondo avrebbe conosciuto anche questa nuova sorprendente verità pilifera.
Si addivenne allora ad un compromesso: nessuno avrebbe rivelato nulla, accontentandosi di godere il frutto delle nuove scoperte. Da allora, i protagonisti del mondo dentario, insieme ai detective, e in compagnia dei produttori di lamette, si riunisco in feste serali ancora più grandi e divertenti, durante le quali, tutti sbarbati al millesimo di millimetro (anche le assistenti alla poltrona, in altri posti rispetto alla faccia, ma pur sempre sbarbate), con dentatura perfette si ride della grossa di tutto il resto dell’umanità che continua a sfoggiare barbette mal rasate per risparmiare sulle lamette, e si concede solo sorrisi di seconda mano, offuscati dal timore di mostrare l’ombra inelegante delle otturazioni.
A furia di sghignazzare a denti impeccabili e di crogiolarsi senza sosta nel narcisistico e vicendevole rimirar di rasature perfette, le lobby dentistiche e investigative, unite a quella delle lamette, vennero travolte da incipiente delirio di onnipotenza. Ben sbarbati e sorridenti com’erano, si misero in testa di voler conquistare la Terra. Pensarono così di avvalersi del contributo della lobby degli ipnotisti e degli illusionisti mondiali. Grazie ai loro servigi, contavano di sottomettere al proprio volere tutta l’umanità. Ma male gliene incolse, perché non fecero i conti con la sagacia lobbystica degli ipnotisti ed illusionisti.
Questi ultimi dapprima illusero i dentisti, i detective e i lamettari, fingendo di stare al gioco, ma poi li ipnotizzarono, facendosi rivelare tutti i loro segreti, e causando poi la rimozione assoluta da tutte le loro menti di ogni barlume di ricordo riguardante la scoperta della cura definitiva della carie e l’invenzione della lametta senza fine.
Ora gli unici grandi depositari della conoscenza di tutta questa leggenda metropolitana, nonché esclusivi beneficiari dei vantaggi dentali e depilatori connessi, rimangono soltanto i componenti della lobby degli ipnotisti e degli illusionisti mondiali. Se tuttavia vi capitasse di incontrarne uno, guardatevi bene dall’obbiettare di non averlo mai sentito parlare di dentista, oppure di non averlo mai visto acquistare lamette da barba. Vi potreste risvegliare il giorno dopo nel vostro letto, con un lieve intorpidimento alla bocca e quattro nuove otturazioni che non ricordate quando mai vi siano state fatte. Poi alzandovi, inciampereste in uno scatolone posato vicino al comodino, contenente una fornitura per tre anni di rasoi usa e getta, mentre sul vostro blocchetto degli assegni, mancherebbe misteriosamente un talloncino.
Ed è sempre per lo stesso arcano motivo che una moltitudine di dentisti, di produttori di pasta per le otturazioni, di fabbricanti di trapani per otturazioni, di industriali di poltrone da dentista, di assistenti alla poltrona coi loro sindacalisti, vagano per le strade di tutto il mondo, incrociando di tanto in tanto un produttore di lamette da barba. Si guardano un attimo negli occhi, non capiscono e passano oltre, pur senza rinunciare a borbottare per un attimo fra sé e sé: «…Sarà…ma io quel tizio l’ho già visto da qualche parte. Bah, vatti a ricordare dove…».
6 commenti:
Divertente e inquietante
Caro Gilli, come per le balle, anche la calunnia secondo Gioacchino Rossini si svluppa così:
La calunnia è un venticello
Un'auretta assai gentile
Che insensibile sottile
Leggermente dolcemente
Incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra
Sotto voce sibillando
Va scorrendo, va ronzando,
Nelle orecchie della gente
S'introduce destramente,
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
Lo schiamazzo va crescendo:
Prende forza a poco a poco,
Scorre già di loco in loco,
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta,
Va fischiando, brontolando,
E ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca, e scoppia,
Si propaga si raddoppia
E produce un'esplosione
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale
Che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato
Avvilito, calpestato
Sotto il pubblico flagello
Per gran sorte va a crepar.
Rossini - Il Barbiere di Siviglia
Molto carina la tua storiella delle lobby che ho idea si comportino proprio così.
Purtroppo siamo nelle mani di grandi lestofanti e non ci possiamo fare proprio niente!
@->Ross: ehehehhee, grazie Ross...se risulta anche un po' inquietante, vuol dire che è proprio una leggenda metropolitana doc :-) Però credo che, avendola scritta io, alla fine, sia più che altro una leggenda campagnola :-)
Bacini leggendari :-)
@->Marisa: la tua citazione cade proprio a puntino, cara Mari :-) coglie proprio l'idea della formazione della leggenda metropolitana...possiamo in questo modo anche constatare che, pur essendo stato aggiornato il termine con cui ci riferiamo ad essa, il concetto non è poi così nuovo :-)
Anzi, non solo era già noto all'epoca di Rossini, ma addirittura ai tempi di Virgilio, che nell'Eneide racconta:
"...Subito Fama va per le grandi città di Libia,
Fama, male di cui nessun altro è più veloce:
si rafforza colla mobilità ed acquista forze andando,
piccola alla prima paura, poi s´innalza nell´aria,
ed avanza sul suolo, ma nasconde il capo tra le nubi.
La Madre Terra, irritata dall´ira degli dei,
la generò, come raccontano, ultima sorella di Ceo
ed Encelado, veloce a piedi e con ali infaticabili,
mosro orrendo, enorme, quante ha penne nel corpo,
tanti sotto sono gli occhi vigili, mirabile a dirsi,
tante le lingue, altrettante bocche risuonano,tante orecchie drizza.
Vola di notte nel mezzo di cielo e terra nell´ombra
stridendo, né abbassa gli occhi nel dolce sonno;
con la luce sta sentinella o in cima alla sommità del tetto
o sull´alte torri, e terrorizza le grandi città,
tenace portatrice di falso e di male che di vero.
Costei allora riempiva i popoli di molteplice chiacchiera
godendo e parimenti decantava cose fatte e non fatte:
esser giunto Enea, nato da sangue troiano,
cui la bella Didone si degna di unirsi come a marito;
ora durante l´inverno, quanto è lungo, si tengon caldi nel lusso
imemori dei regni e rapiti da turpe passione.
Questo qua e là la sporca dea diffonde sulle bocche degli uomini.
Poi storce i passi verso il re Iarba
gli incendia cil cuore con le dicerie ed accumula le ire..."
Credo poi anche io che le lobby funzioni più o meno così, anche se le mie sono un po' buffonesche :-) In particolare credo sia stata affinata la microtruffa invisibile...se possono rubare anche solo pochi spiccioli, ma a ciascuno di milioni di clienti, sono soldi a palate, ahinoi...
Meglio non pensarci, forse...
Bacini metropolitani :-)
O Gilli, grazie per la tua citazione, è bellissima e molto appropriata!!!
Bacini mitologici.
@->Marisa: son contento che ti sia piaciuta, Mari :-) questa Fama è una cosa che mi è rimasta impressa da quando studiai l'Eneide a scuola...la metafora virgiliana rende l'idea in modo vivissimo, un uccellaccio che lievita di man in mano che la gente ci aggiunge fandonie, malignità e maldicenze...terribile, se ci si pensa...mi viene in mente ad esempio il tristissimo caso della povera Mia Martini...molto brutto :-(
Grazie a te, Mari :-)
Bacini classici :-)
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