L’avvento di internet ha rivoluzionato in vari modi i rapporti fra le persone, non c’è sicuramente bisogno che ve lo venga a raccontare io. Senza voler esprimere giudizi di merito, diciamo semplicemente che si sono venute a creare dinamiche nuove e quindi anche nuove opportunità di entrare in relazione con gli altri. Questo è senza dubbio un fatto positivo, ma insieme alle nuove opportunità, sono spuntati anche vari fenomeni curiosi.
Il concetto di amicizia o di rapporto interpersonale in genere si è decisamente relativizzato. Probabile che si creino interazioni fra il modo di concepire e vivere le relazioni, da una parte, e le caratteristiche strettamente fisiche, offerte dall'interfaccia vera e propria dello strumento che ci apre ai contatti verso gli altri (schermo e tastiera del pc, smartphone, tablet, e così via).
A dispetto di tutta la virtualità messa in gioco, sembra proprio che l'ultimo residuo di fisicità riservato dai nuovi strumenti di interrelazione, s'imponga in misura notevole anche sulla natura delle stesse relazioni intessute con gli altri. Il ristretto spazio di uno schermo tende a dare evidenza soprattutto a ciò che è possibile visualizzare sopra quella limitata superficie di pixel. Su un blog, quel che conta è l'ultima cosa pubblicata. Su Facebook, sono in evidenza solo le ultimissime foto, le frasi citate più di recente, i video linkati nello stretto giro di pochi giorni prima. Uguale su Twitter. Conta solo ciò che sta a galla.
A volte mi capita di pensare un po' alle sorti di questo mio umile blog. Immagino il visitatore casuale che si imbatta in questo spazio web e curiosi distrattamente. Ciò che s'impone alla sua svagata attenzione sono soltanto gli ultimi due o tre articoletti. Penso a cosa succederebbe invece se questo mio accumulo di roba scritta, si presentasse sotto forma di libro tradizionale, in fogli di carta e copertina veri e propri, rinvenuto sullo scaffale di una libreria di casa. L'occasionale lettore avrebbe modo di passare in rassegna la discreta mole di parole scritte, accumulate nel tempo qui su, probabilmente partendo proprio dalle cose più “antiche”, e arrivando a vagliare gli ultimi scritti, solo dopo essersi fatto un'idea ben più accurata e generale di tutto l'insieme.
Proprio il contrario di ciò a cui induce il “meccanismo” dell'interfaccia elettronico, che sospinge l'attenzione inevitabilmente sempre verso il “pelo dell'acqua”. Questa caratteristica non si trasmette forse anche al modo di relazionarsi agli altri via web? In parte è una cosa che succede anche nei modi “tradizionali” di aver a che fare con le persone, ma probabilmente internet acuisce la cosa. L'amicizia più “fresca” ed attuale è quella che rimane in evidenza, attiva “sullo schermo”, mentre le antiche relazioni si inabissano un po' nelle profondità dei vecchi spazi di pubblicazione, ormai celati sotto le insuperabili distanze di centimetri e centimetri di “scrollata” con la rotellina del mouse. Si tende insomma a “misurare” l'amico in base al suo stato di aggiornamento, a partire da quanto sa stupirci nello stretto presente.
Una delle avvisaglie più eclatanti per comprendere di essere diventato ormai un amico virtuale “passato in giudicato”, si verifica quando ci si accorge di aver subito l'irreversibile mutazione in discarica di mail “divertenti”. A dispetto dell'intenzionalità (forse anche in buona fede) dell'interlocutore, indirizzata semplicemente alla trasmissione di un paio di sorrisi, questa malinconica deriva è una delle più tristi pratiche immaginabili. Persone con le quali ai bei tempi si erano scambiate missive ricche di partecipazione personale, con discreto investimento di “energie amicali” dall'una e dall'altra parte, si fanno adesso vive soltanto con questi messaggi pluri-indirizzati, con la pretesa di farti partecipe ormai di un'inutile facezia comunitaria, svuotata di ogni profondità relazionale.
Lo scoramento è reso infatti ancor più eclatante dal vedersi accomunati ad una nutrita lizza di co-destinatari della missiva in questione, tra l'altro, senza nemmeno l'accortezza di nascondere l'indirizzo altrui, e di conseguenza il proprio, allo sguardo di tutti gli altri leggenti. Essendo poi questi messaggi solitamente scambiati fra colleghi di lavoro, o conoscenti di conoscenti, conosciuti tramite l'amico che ha contatti con impiegati in altre ditte, alla mestizia generale, si aggiunge anche l'afflizione supplementare di passare in rassegna tutte quelle destinazioni mail, oscillanti fra l'asettico aziendaleggiante ed il confidenzial-fantasioso di certi nomignoli scelti con vezzo sbarazzino.
Da qui l'ulteriore sconforto nel constatare che il fondamentale messaggio è stato inviato “in beffarda esclusiva” ad altri settantadue indirizzi, fra i quai figura magari anche “p-punto-sbrignafulli-chiocciola-sidersgrugnatubisrl-punto-it”, oppure “lally72-chiocciola-cagnonetrasportisnc.com”.
L'estremo punto di non ritorno tuttavia, una certa amicizia web ormai cotta e decotta oltre ogni limite di decenza, lo tocca nel momento dell'ingresso nel mefitico vortice delle catene di Sant'Antonio. Quando un vecchio amico web ti manda un messaggio, nel quale ti prega di rigirare lo stesso ad altri 10 contatti, e vedi che anche lui a sua volta ti ha inserito in un elenco insieme ad altre 9 persone, beh, in quei casi, una simile azione equivarrebbe, nella realtà effettiva, al gesto di chiederti gentilmente di venirsi a pulire la suola delle scarpe sui tuoi pantaloni, dopo aver pestato una cacca di cane.
2 commenti:
Ciao Gilli, sono tornata su questi lidi!
Non so per quanto, ma di certo per il tempo che sarà vorrei riacciuffare il feeling epistolare che ci legava virtualmente.
Sempre se anche tu vorrai.
Quest'anno è stato molto movimentato per me e ancora il rollio non si è fermato ma sicuramente non potrei stare meglio.
Ti abbraccio con affetto e antica stima.
@->Marisa: bentornata, Mari :-) sei sempre la benvenuta :-) Come avrai visto, anche io non scrivo più tanto come un tempo...ultimamente ho iniziato questo bel gemellaggio bloghesco-artistico col blog di Kika, e questo mi sprona a fare belle indagini cultural-artistoidi :-) in generale, cerco di tenere attivo il blog in qualche modo, anche se magari dopo tanto tempo, l'entusiasmo degli inizi è venuto un po' meno, come è anche naturale che sia...
Ma credo sia importante mantenere questo piccolo porto di rifugio scrittorio :-) anche se è fragile e labile...anzi, proprio perché a suo modo è uno specchio delle proprie fragilità...
Ciao Mari, grazie, a rileggere volentieri cose sul tuo blog e tuoi cari commenti qui :-)
Bacini fragili :-)
Posta un commento