Se uno vive a Gillipixiland, finisce per approfondire in maniera particolare la conoscenza del celeberrimo motto latino «odi et amo». Diciamo che, per colmo di paradosso, è un posto di cui ti puoi innamorare. Perché certe volte ti fa tanto incazzare, che piuttosto di dargli ragione, prendendo su baracca e burattini per andare a stare da un’altra parte, t’incapponisci e ci resti.
Oggi c’era ancora la nebbia. Di quelle moleste, appiccicose, come un botolo ringhioso, che ti si attacca al garretto e non molla un raggio di sole nemmeno intorno alle ore più calde del giorno.
Da un punto di vista poetico, la cosa può presentarsi sotto sembianti anche notevoli.
Ad esempio, sotto sera, inforcando la mia bici e prendendo la strada del bar per recarmi al canonico “tristy hour” domenicale, pensavo a Fellini. Sapete, la leggendaria scena di «Amarcord». Quella in cui il nonno si smarrisce nella nebbia e viene colto da una sorta di struggente trance tra il gioioso, l’arcano e l’iper-malinconico. I fenomeni naturali hanno da sempre sull’uomo un potere evocativo particolarmente intenso. La nebbia di «Amarcord» è uno dei simboli più potenti espressi da questa terra in cui vivo. Una terra talmente piana e lineare, evidente nella sua banalità estrema. Ma una terra che sembra avere incorporata nella sua essenza la poetica dei dipinti di Edward Hopper, dove l’invisibile scaturisce dall’evidenza più lampante ed inconfutabile.
Tutto questo pensavo, pedalando verso la piazza, avvolto da un tabarro di bruma. Però poi mi è venuta in mente un’altra cosa: minchia, è quasi una settimana che da queste parti c’è sta nebbia e non vediamo il cielo, neanche a mezzogiorno. E allora mi sono domandato: «…Non è che, invece di “Amarcord”, sono finito dentro “A dà via’l cül”?...».
Oggi c’era ancora la nebbia. Di quelle moleste, appiccicose, come un botolo ringhioso, che ti si attacca al garretto e non molla un raggio di sole nemmeno intorno alle ore più calde del giorno.
Da un punto di vista poetico, la cosa può presentarsi sotto sembianti anche notevoli.
Ad esempio, sotto sera, inforcando la mia bici e prendendo la strada del bar per recarmi al canonico “tristy hour” domenicale, pensavo a Fellini. Sapete, la leggendaria scena di «Amarcord». Quella in cui il nonno si smarrisce nella nebbia e viene colto da una sorta di struggente trance tra il gioioso, l’arcano e l’iper-malinconico. I fenomeni naturali hanno da sempre sull’uomo un potere evocativo particolarmente intenso. La nebbia di «Amarcord» è uno dei simboli più potenti espressi da questa terra in cui vivo. Una terra talmente piana e lineare, evidente nella sua banalità estrema. Ma una terra che sembra avere incorporata nella sua essenza la poetica dei dipinti di Edward Hopper, dove l’invisibile scaturisce dall’evidenza più lampante ed inconfutabile.
Tutto questo pensavo, pedalando verso la piazza, avvolto da un tabarro di bruma. Però poi mi è venuta in mente un’altra cosa: minchia, è quasi una settimana che da queste parti c’è sta nebbia e non vediamo il cielo, neanche a mezzogiorno. E allora mi sono domandato: «…Non è che, invece di “Amarcord”, sono finito dentro “A dà via’l cül”?...».
2 commenti:
in effetti siamo proprio una chimera, ora ti spiego: nel fine settimana, per varie vicende, ero a Forlì. Nebbione. Su dei romani l'effetto nebbia è curioso, perdiamo completamente l'orientamento, ci sentiamo ovattati, persi, il mondo è un luogo a noi sconosciuto se avvolto dalla nebbia. Indovina un po' a cosa abbiamo pensato immediatamente io e chi mi accompagnava? ;-)
Bacini con citazione cinofila
@->Farly: non lo dico, per non ripetermi, cara Farly, ma puoi scommettere che l'ho indovinato in pieno :-)
E' vero, la nebbia è estraniante da matti :-) anche io, che c'ho un bel callo in materia, certe volte, dopo delle sessioni di giornate e giornate di fila, inizio un po' a bracollare :-) Ma il segreto dei Gillipixilandiani, è che la nebbia se la portano sempre appresso, anche a metà agosto, fa parte del loro dna spirituale :-)
Ad ogni modo, la chimera si rivela ancora una vlta invincibile: le sue due metà si vedono persino attravesro la nebbia :-)
Bacini in gattometraggio miciorama :-)
Posta un commento