L’ultima volta che tirai in ballo le piccole e care biglie acquee, mi meritai l’appellativo di “Derrida della verza”, onorificenza della quale mi insignì il caro amico Yossarian, e da allora rigorosamente appuntata sul mio curriculum fra le qualifiche più prestigiose di cui mi posso fregiare.
Lo so: sono soliti ripetersi o il noioso, o il rintronato. Forse alla fine devo constatare di essere scivolato proprio in una di queste due categorie, dato che ho ben presente di avervi già ammorbato riguardo a questo fenomeno con tanto di tiritere teoriche, dando ampio sfogo al mio più classico stile nulla-esprimente.
Ma per ogni occasione che la cosa si ripresenta, non posso fare a meno di rimanere a bocca aperta come un perfetto idiota. Non riesco ad evitare un’ammirazione primitiva per questo spettacolo minimo, disponibile a prezzo infinitesimale.
Succede solo su alcuni tipi di foglie, e ovviamente dopo una bella pioggia. Sarà per via di certi attriti e legami che si vengono a creare nell’infinitamente piccolo fra le sostanze in gioco. Son cose che già aveva intuito nientemeno che il caro Lucrezio, nel suo «De rerum natura». Le molecole dell’acqua devono essere fatte in modo da combinarsi così curiosamente con quelle della superficie della foglia.
Riporto le parole di Lucrezio con una citazione di seconda mano, a sua volta tratta dal simpatico giallo di Marco Malvaldi, «La carta più alta»:
«…Vediamo il vino traversare il filtro in un istante, mentre il pigro olio non passa che lentamente; perché formato da elementi più grandi o più uncinati e tra loro intricati, che non possono separarsi abbastanza rapidamente per scorrere ad uno ad uno separatamente…».
Qualcosa di simile deve succedere anche negli anfratti microscopici di acqua e superficie vegetale, quando si incontrano in queste particolari circostanze e danno vita ad una danza molecolare in cui la goccia diviene una grassa ballerina, un diadema di riflessi posato su quel velluto verde di venature e pelurie clorofilliane. Non resisto a quelle sferette effimere di bellezza liquida, a quei magici marchingegni acchiappa-luce, a quelle perle di latte foto-idrico.
In un momento in cui ho da dire non soltanto poco, ma addirittura nulla, questo mi sembrava l’argomento ideale. Stavolta non si tratta di verze, ma di foglie più ridotte, di un qualche fiore che nella mia insipienza di campagnolo imperfetto non vi saprei nominare. L’altra volta verza, questa volta fiore. «Nulla due volte», come giustamente ci ricorda la bellissima poesia di Wisława Szymborska.
Nulla due volte
Nulla due volte accade
né accadrà. Per tal ragione
si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.
Anche gli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.
Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali.
Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.
Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma che cos’è?
Forse pietra, o forse fiore?
Perché tu, malvagia ora,
dai paura e incertezza?
Ci sei - perciò devi passare.
Passerai – e qui sta la bellezza.
Cercheremo un’armonia,
sorridenti, fra le braccia,
anche se siamo diversi,
come due gocce d’acqua.
Wisława Szymborska
10 commenti:
La poesia di Wislawa mi è piaciuta tantissimo .
@->Ross: Wisława Szymborska ha uno stile inconfondibile, Ross, riesce a dire universi tirandoli fuori da una goccia o da altri umili elementi della realtà quotidiana :-) Non per niente vinse il nobel
Bacini inconfondibili :-)
Mi hai fatto conoscere anche lei.Grazie
La cultura è un contagio che porta beneficio al contagiato, Ross :-)
Wisława Szymborska è inconfondibile, lo scrivi bene tu.
Ma devo aggiungere che anche tu non scherzi, caro Gill :)
Mi sono sempre piaciute quelle goccioline d'acqua che rimangono su alcune foglie, ma ora mi è sorto il dubbio: non è che la temibile zanzara-tigre nidifichi anche lì???
Ciao e buona domenica!
Lara
@->Lara: eheheheheh :-) grazie mille, Lara, troppo gentile :-) nello specifico, goccioline del tipo che ho fotografato io, non credo siano sufficienti per fare da incubatrice zanzarica :-) Ma di fatto, se uno ci pensa, il danno a monte lo ha fatto l'uomo...è giusto fare attenzione alle piccole pozze stagnanti, ecc. ma si doveva star più accorti prima...
Comunicazione di servizio: continuo a non riuscire a commentare sul tuo blog :-( mi spiace un sacco, non so come ovviare all'inconveniente...
Bacini dispiaciuti...
Caro Gilli, le tue foto sono bellissime (sono tue vero?) e anche la poesia che hai scelto (e che io non conoscevo) ...
p.s. non so se si è risolto il problema dei commenti sul mio blog...puoi provare a lasciare una cosa qualsiasi (anche una pernacchia)?
la tua ammirata fan
:=)
@->Crsitina: ciao Cri :-) sì, sì, le foto le ho realizzate io, grazie mille :-)
Purtroppo non riesco ancora a commentare sul tuo blog...mi spiace un sacco :-( ho riprovato giusto due minuti fa, ma non funziona...volevo dirti che il tuo ultimo disegno della via lattea è di una delicatezza particolare, mi hanno intenerito soprattutto i quadretti appesi alla parete, con quei mini-ricordi ipotizzati in pochi tratti sintetici...e poi l'idea del cielo nella bottiglia di latte è molto bella...
Bacini dispiaciuti per i mancati commenti...
Poetiche le goccioline, Gilli...e sull'umile verza! Le cose più incredibili, a questo mondo, sono quelle umili.
E' stata la Magnifica a farmi conoscere la Szymborska, alcune poesie mi hanno fatto piangere, davvero...
Sono un po' di corsa, in questo periodo, commento poco. Ma ci sono sempre.;)))))
@->Vale: le cose umili, Vale...il cielo sa quanto ce ne sia bisogno al giorno d'oggi :-) Anche per me la Szymborska è una scoperta abbastanza recente...la cosa bella è che non la si può paragonare a nessun poeta (almeno, per quanto mi riguarda, da profano)...la sua è una voce originale al massimo...Non preoccuparti, Vale, commenta quando hai tempo ed ispirazione, ci mancherebbe :-) Don't worry, about the things, 'cause every little thing's gonna be all right...three little birds... :-)
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