Questa settimana, le muse di Kika vanno per pensieri addentrandosi in sentieri molto poco battuti. L'artista scelta da Kika per la presente puntata è una donna, Marie Bracquemond (Argenton-en-Landunvez, 1840 – Parigi, 1916), con una sua opera del 1880, “La signora in bianco”. Il suo nome, legato alle vicissitudini del movimento impressionista francese, è assai poco noto e viene considerato più che altro di riflesso alla figura del marito, Felix Bracquemond (Parigi, 1833 – Sèvres, 1914).
Sino ad un certo periodo storico, le donne annoverate come protagoniste attive dalla storia della pittura e dell'arte in genere, si contano veramente sulla punta delle dita di una mano. Se rovisto nelle mie scarse nozioni personali, mi vengono in mente soltanto Artemisia Gentileschi (Roma, 1597 – Napoli, 1652) e Sofonisba Anguissola (Cremona, 1535 – Palermo, 1625). Partendo da questi semplici spunti, si potrebbe trarre una mole di considerazioni filosofiche, antropologiche, sociologiche, tali da starci dentro comodi per una tesi di laurea. Per non allungare così tanto il discorso (...paura, eh?...), mi limito ad una piccola considerazione in merito. E' impressionante pensare quanta bellezza e sapienza potenziali l'umanità abbia smarrito per strada, per il fatto di aver ostacolato e resa subalterna l'espressività femminile per così tanto tempo.
Sino ad un certo periodo storico, le donne annoverate come protagoniste attive dalla storia della pittura e dell'arte in genere, si contano veramente sulla punta delle dita di una mano. Se rovisto nelle mie scarse nozioni personali, mi vengono in mente soltanto Artemisia Gentileschi (Roma, 1597 – Napoli, 1652) e Sofonisba Anguissola (Cremona, 1535 – Palermo, 1625). Partendo da questi semplici spunti, si potrebbe trarre una mole di considerazioni filosofiche, antropologiche, sociologiche, tali da starci dentro comodi per una tesi di laurea. Per non allungare così tanto il discorso (...paura, eh?...), mi limito ad una piccola considerazione in merito. E' impressionante pensare quanta bellezza e sapienza potenziali l'umanità abbia smarrito per strada, per il fatto di aver ostacolato e resa subalterna l'espressività femminile per così tanto tempo.
Marie Bracquemond
All'epoca in cui Marie Bracquemond mosse i primi passi artistici (il suo nome da nubile era Marie Anne Caroline Quivoron), era ancora molto difficile per una donna riuscire ad imporre la propria opera all'attenzione della critica e del pubblico. Nello stimolante ambiente culturale della Parigi della seconda metà dell'Ottocento, Marie riuscì tuttavia a stabilire importanti contatti entrando niente meno che nella cerchia di allievi del grandissimo Jean-Auguste-Dominique Ingres. Il talento di Marie venne notato dal responsabile dei musei francesi dell'epoca, il conte Émilien de Nieuwerkerke, che le commissionò l'esecuzione di copie di capolavori famosi custoditi al Louvre.
Fondamentale fu l'incontro con l'uomo che divenne poi suo marito, Felix Bracquemond «...pittore, incisore, ceramista e teorico che, tra l'altro, fu il primo a studiare e diffondere l'arte giapponese come quella che non distingueva tra “concetto” e decorazione, e con la sintesi di segno e colore comunicava, non già i pensieri o le emozioni dell'artista, ma la propria straordinaria perfezione di “stile”...» (Giulio Carlo Argan).
La conoscenza di Felix Bracquemond permise a Marie di avvicinarsi al mondo allora in pieno fermento degli Impressionisti. Sul finire degli anni '80 dell'Ottocento, per lei s'intensificarono i contatti con alcune delle figure di primissimo piano di questa corrente pittorica, in particolare Monet e Degas, dai quali trasse una profonda influenza.
Parlare dell'Impressionismo prenderebbe lo spazio non di una, ma forse di tre o quattro tesi di laurea, di modo che mi affido come sempre alla sapiente sintesi di Argan, per non mancare di portare almeno qualche breve cenno fondamentale in merito. L'Impressionismo nasce dall'esigenza artistica di «...liberare la sensazione visiva da ogni atteggiamento preordinato che ne possa pregiudicare l'immediatezza, e l'operazione pittorica da ogni regola o consuetudine tecnica che ne potesse compromettere la resa mediante i colori...» (si noti la non casuale affinità col discorso relativo all'arte giapponese, citato sopra). L'Impressionismo mirava altresì a «...dimostrare che l'esperienza della realtà che si compie con la pittura è una esperienza piena e legittima, che non può essere sostituita con esperienze altrimenti compiute...».
L'opera di Marie Bracquemond è inserita a pieno titolo in questo contesto culturale e di ricerca, è viene da chiedersi quanto il fatto che fosse una donna, ne penalizzò la fama e la fortuna artistica. Non è un caso se Gustave Geffroy (Parigi, 1855 – Parigi, 1926), letterato, giornalista, critico d'arte, storico e romanziere, uno dei dieci fondatori dell'Académie Goncourt, ebbe a definire Marie Bracquemond, insieme a Berthe Morisot (Bourges, 14 gennaio 1841 – Parigi, 2 marzo 1895) e Mary Cassatt (Pittsburgh, 22 maggio 1844 – Château de Beaufresne, 14 giugno 1926), le «...tre gran dame dell'impressionismo francese...».
Molto pregevole il dipinto scelto da Kika, “La signora in bianco”, un olio su tela conservato al Musée de la Ville, di Cambrai. Per i suggestivi abbinamenti con l'abbigliamento della protagonista, vi rimando al sapiente occhio di Kika, che vi stupirà come al solito da par suo.
Per quanto mi riguarda invece, vi propongo il mio abbinamento somatico col volto della dama in bianco di Marie Bracquemond. Si tratta ancora di un'attrice, anche lei attiva alcuni anni fa, ed oggi purtroppo scomparsa.
Il volto di questa grande interprete inglese, Jessica Tandy (Londra, 7 giugno 1909 – Easton, 11 settembre 1994), mi è molto caro soprattutto riguardo a due bellissimi film nei quali ha recitato durante la sua luminosa vecchiaia, “A spasso con Dasy” (1989) e “Pomodori verdi fritti alla fermata del treno” (1991), anche se la foto che ho scelto la ritrae in una scena di “Gli uccelli” (1963) di Alfred Hitchcock.
Come sempre, prima di salutarvi e darvi appuntamento alla prossima puntata della rubrichetta “Le muse di Kika van per pensieri”, vi rammento il vostro inalienabile diritto di poter “Johnny-Stecchinizzare” le mie scelte fisiognomiche, con la fatidica sentenza: «...non le rassomiglia pe' nnniente!...».
4 commenti:
La somiglianza c'è, altroche'! Appena è apparso quel volto eto sicura di averlo già visto, poi la tua spiegazione mi ha ricordato dove: proprio negli "Uccelli". Era la madre di lui, vero? Come al solito poi sei stato bravissimo a descrivere il contesto artistico e biogragico della pittrice, e immagino che ti sia divertito a scoprire notizie su qualcuno di meno "main stream" :) Sta certo che capiterà anche altre volte, piace anche a me scoprire (e far scoprire) gli artisti un po' dimenticati - eppure meritevoli. Grazie, non vedo l'ora della prossima sfida :)
@->Kika: grazie Kika, anche stavolta mi pare che la nostra collaborazione abbia funzionato bene :-)...ehm, non ti so dire quale personaggio fosse Jessica Tandy negli Uccelli...vidi il film tanto tempo fa e con il mio ritmo lampo di dimenticanza delle trame, sarebbe un'impresa improba andare a spulciare qualche nozione :-)...mi sono fidato della prima impressione, nel momento in cui ho osservato il volto del dipinto, e poi la ricerca è stata automatica :-)
Non preoccupati di scegliere artisti poco noti: da Teomondo Scrofalo in su, accetto qualsiasi sfida :-)
http://it.wikipedia.org/wiki/Teomondo_Scrofalo
E' bello sia ricordare i grandi, sia andare a sfrucugliare notizie riguardo ai minori, che riservano anch'essi sempre piacevoli sorprese culturali :-)
Alla prossima sfida gemellata, Kika, ciao :-)
Bacini teomondi :-)
Ma che bello questo post gemello con Kika! Post scritto divinamente e da oggi ti seguo - esplorerò in seguito il tuo blog che mi sembra pienissimo di ottime cose da leggere!
Davvero azzeccata la scelta dell'attrice che ricordo sia nel fil di Hitchcock che in A spasso con Daisy.
ciao :)
@->Friedenlinde: ciao Linde, grazie mille, sei gentilissima, mi hanno fatto molto piacere le tue parole :-)
Qui sei la benvenuta, sono contento se passi e se leggi le mie cose, se lasci un commento, un saluto, o anche solo un sorriso, va sempre bene :-)...esplorerò anche io il tuo blog, avevo già dato un'occhiata e mi sembra molto simpatico e ben realizzato :-)
A presto, ciao :-)
Bacini filmici :-)
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