L'«epifanista» più fantasioso sa trarre spunti d'illuminazione anche da fonti letterarie «bassolocate». Persino i fumetti più popolari possono riservare in questo senso gradite sorprese.
Ogni tanto mi piace acquistare un albo di Topolino, così, forse per rinverdire i fasti della mia bambinitudine. Mi ero allontanato da questa saltuaria usanza, a causa di un'infelice rilegatura che negli ultimi tempi ai giornalini di Topolino veniva affibbiata. Con questo tipo di confezionamento del volumetto, quando lo si apre per sfogliarlo, nel punto dell'attaccatura dei fogli si forma una sorta di fisarmonica di pieghe ostili, che rende sgradevole la lettura delle vignette più interne.
Non ho mai capito come una grande casa editrice possa passare sopra così alla leggera ad un evidente difetto del proprio prodotto talmente sfacciato. Lo stesso infelice destino hanno subito i giornalini di Diabolik. Ogni tanto mi piacerebbe prendere ancora qualcuno anche di quelli, ma la medesima magagna delle pagine mal rattrappite mi frena regolarmente e desisto. Per me è una specie di insulto al lettore, è come se un venditore di moto ti consegnasse uno scooter con le ruote quadrate, non so, una roba del genere. E' come se l'imbianchino pagato profumatamente ti tinteggiasse le pareti pattuite sbattendoci direttamente contro secchiate di colore.
Ecco dunque che vedendo alcuni giorni fa un bel volumetto di Topolino in edicola, una raccolta di storie del passato, tutta ben rilegata come ai vecchi tempi, con le pagine che si sfogliano belle lineari e piane che è una meraviglia, non me lo sono lasciato scappare.
La cosa ancor più bella è stata che, ad un certo punto di una gradevole storia del 2002, ho rinvenuto un'epifania del lettore in grado di farmi riflettere su temi di levatura non del tutto trascurabile. L'episodio s'intitola «Pippo, Pluto e il calcio-quiz». In estrema sintesi “criptata” (per non togliere a nessuno il piacere della lettura), la storia è questa: a Pippo capita di essere concorrente ad un quiz televisivo. Trattandosi di Pippo, le cose vanno ovviamente in maniera più che stramba. In qualche modo si giunge alla domanda finale da 100mila dollari. Con il contributo semi-involontario di Pluto, Pippo risponde correttamente, ma per un cavillo del regolamento, pur venendo riconosciuta la validità della risposta, non gli viene assegnato il compenso in denaro.
E' a questo punto che arrivano i tre riquadri disegnati, che mi hanno colmato di meraviglia fumettistica. Uscendo dagli studi televisivi, Topolino dice a Pippo (scrivo in stampato maiuscolo, perché è così che parlano i personaggi dei fumetti): «...NON SEMBRI MOLTO DISPIACIUTO DI NON AVER VINTO I CENTOMILA DOLLARI...».
Pippo risponde: «...TANTO NON AVREI SAPUTO CHE COSA FARNE! HO GIÀ TUTTO QUELLO CHE MI SERVE!...A ME INTERESSAVA DIMOSTRARE LA MIA COMPETENZA...E GRAZIE A PLUTO CE L'HO FATTA, RISPONDENDO ALLA DOMANDA FINALE!...».
E infine, meravigliosa chiosa conclusiva di Pluto: «...ARF!...».
Ogni tanto mi piace acquistare un albo di Topolino, così, forse per rinverdire i fasti della mia bambinitudine. Mi ero allontanato da questa saltuaria usanza, a causa di un'infelice rilegatura che negli ultimi tempi ai giornalini di Topolino veniva affibbiata. Con questo tipo di confezionamento del volumetto, quando lo si apre per sfogliarlo, nel punto dell'attaccatura dei fogli si forma una sorta di fisarmonica di pieghe ostili, che rende sgradevole la lettura delle vignette più interne.
Non ho mai capito come una grande casa editrice possa passare sopra così alla leggera ad un evidente difetto del proprio prodotto talmente sfacciato. Lo stesso infelice destino hanno subito i giornalini di Diabolik. Ogni tanto mi piacerebbe prendere ancora qualcuno anche di quelli, ma la medesima magagna delle pagine mal rattrappite mi frena regolarmente e desisto. Per me è una specie di insulto al lettore, è come se un venditore di moto ti consegnasse uno scooter con le ruote quadrate, non so, una roba del genere. E' come se l'imbianchino pagato profumatamente ti tinteggiasse le pareti pattuite sbattendoci direttamente contro secchiate di colore.
Ecco dunque che vedendo alcuni giorni fa un bel volumetto di Topolino in edicola, una raccolta di storie del passato, tutta ben rilegata come ai vecchi tempi, con le pagine che si sfogliano belle lineari e piane che è una meraviglia, non me lo sono lasciato scappare.
La cosa ancor più bella è stata che, ad un certo punto di una gradevole storia del 2002, ho rinvenuto un'epifania del lettore in grado di farmi riflettere su temi di levatura non del tutto trascurabile. L'episodio s'intitola «Pippo, Pluto e il calcio-quiz». In estrema sintesi “criptata” (per non togliere a nessuno il piacere della lettura), la storia è questa: a Pippo capita di essere concorrente ad un quiz televisivo. Trattandosi di Pippo, le cose vanno ovviamente in maniera più che stramba. In qualche modo si giunge alla domanda finale da 100mila dollari. Con il contributo semi-involontario di Pluto, Pippo risponde correttamente, ma per un cavillo del regolamento, pur venendo riconosciuta la validità della risposta, non gli viene assegnato il compenso in denaro.
E' a questo punto che arrivano i tre riquadri disegnati, che mi hanno colmato di meraviglia fumettistica. Uscendo dagli studi televisivi, Topolino dice a Pippo (scrivo in stampato maiuscolo, perché è così che parlano i personaggi dei fumetti): «...NON SEMBRI MOLTO DISPIACIUTO DI NON AVER VINTO I CENTOMILA DOLLARI...».
Pippo risponde: «...TANTO NON AVREI SAPUTO CHE COSA FARNE! HO GIÀ TUTTO QUELLO CHE MI SERVE!...A ME INTERESSAVA DIMOSTRARE LA MIA COMPETENZA...E GRAZIE A PLUTO CE L'HO FATTA, RISPONDENDO ALLA DOMANDA FINALE!...».
E infine, meravigliosa chiosa conclusiva di Pluto: «...ARF!...».
Sarà incredibile a dirsi, ma questi brevissimi e semplicissimi stralci di dialogo fra un cane ed un topo antropomorfizzati, con quella stramba postilla posta a suggello del discorso dal loro cane regolarmente congelato nel suo zoomorfismo d'origine, sono stati capaci di regalarmi momenti fuggevoli di lieve poesia svagata. Trovo anche che siano parole di strettissima attualità. I personaggi di Topolino rappresentano un po' tipi umani inglobati in fogge di simpatiche bestiole gradevolmente caricaturali. Il “tipo” di Pippo è il sempliciotto con la testa perennemente fra le nuvole, l'ingenuotto non privo di una propria saggezza di vita. In queste sue parole apparentemente banali, si celano infatti sprazzi di sapienza profondissima.
Pippo non ha bisogno di centomila dollari, perché ha già tutto quello che a lui serve. Tutto l'opposto della mentalità preminente nelle zucche dei principali responsabili dell'attuale situazione di crisi. Con questo non voglio indicare la strada di un “sempliciottismo” pauperistico assoluto e di un'indifferenza per le mete ambiziose, come sicura soluzione di tutti i mali. L'identità delle società funziona un po' come le identità dei singoli individuo: servono tantissime componenti diverse per ottenere un cocktail caratteriale di un certo valore. Con la sola ingenuità di Pippo probabilmente si va poco lontano, sono necessari anche la lucidità e la scaltrezza di Topolino, l'ambizione e l'arrivismo di Paperone e Rockerduck, la cocciutaggine di Paperino.
Ma oggi come oggi, in questo periodo storico particolare, forse ci troviamo in un frangente epocale che necessita in modo specifico di più Pippi e meno Paperoni. L'ossessione per la ricchezza fine a se stessa, l'ansia per l'incameramento selvaggio di grana sonante, la patologica spinta al rimpinguarsi le tasche “ad sfondamentum”, sono tutti atteggiamenti che fanno il male di molti e l'illusoria felicità di pochi. Più pippità e meno paperonezza dunque, sono gli ingredienti che servono. Uniti alla sapienza profonda di riuscire ad apprezzare l'inestimabile valore contenuto in un «arf!» di Pluto.
Pippo non ha bisogno di centomila dollari, perché ha già tutto quello che a lui serve. Tutto l'opposto della mentalità preminente nelle zucche dei principali responsabili dell'attuale situazione di crisi. Con questo non voglio indicare la strada di un “sempliciottismo” pauperistico assoluto e di un'indifferenza per le mete ambiziose, come sicura soluzione di tutti i mali. L'identità delle società funziona un po' come le identità dei singoli individuo: servono tantissime componenti diverse per ottenere un cocktail caratteriale di un certo valore. Con la sola ingenuità di Pippo probabilmente si va poco lontano, sono necessari anche la lucidità e la scaltrezza di Topolino, l'ambizione e l'arrivismo di Paperone e Rockerduck, la cocciutaggine di Paperino.
Ma oggi come oggi, in questo periodo storico particolare, forse ci troviamo in un frangente epocale che necessita in modo specifico di più Pippi e meno Paperoni. L'ossessione per la ricchezza fine a se stessa, l'ansia per l'incameramento selvaggio di grana sonante, la patologica spinta al rimpinguarsi le tasche “ad sfondamentum”, sono tutti atteggiamenti che fanno il male di molti e l'illusoria felicità di pochi. Più pippità e meno paperonezza dunque, sono gli ingredienti che servono. Uniti alla sapienza profonda di riuscire ad apprezzare l'inestimabile valore contenuto in un «arf!» di Pluto.
16 commenti:
"più pippità" mi piace anche la tua chiusa, oltre a quella dell'ARF di Pluto! :)
E' vero, un pizzico di pippità in più e a tutti i livelli non guasterebbe, in questi nostri tempi.
@->Friedlinde: grazie Linda per il tuo gentile commento :-) ehehhehe, la pippità, è un termine buffo, rende bene l'idea di quello che vuole indicare...mi piace un sacco giocare con le parole, nelle parole c'è la vita e la vitalità, e giocare con esse fa sentire bene :-)
C'è un grande giocoliere di parole tuo concittadino, Alessandro Bergonzoni :-) lui è un maestro inarrivabile, ma credo che ognuno nel suo piccolo si possa divertire a suo modo :-)
Ancora grazie per aver letto e commentato :-)
Bacini giocolieri :-)
Più Pippi e meno Paperoni... hai proprio ragione! E' davvero fantastico scoprire che anche in un "semplice" fumetto si possono nascondere lezioni di vita importanti. Spero che anche nelle storie di Topolino & Co attuali sia dato risalto a questo modo di vedere la vita "non a spintoni", perchè i bambini di oggi ne hanno proprio bisogno... se non vogliamo ricadere sempre negli stessi errori.
@->Kika: anche le opere ad alta "gradazione popolare" possono riservare sorprese poetiche di qualità, Kika :-) Questo mi ricorda un saggio di Umberto eco, contenuto nel suo stupendo libro "Apocalittici ed integrati", nel quale si analizzano la potenzialità poetiche dei Peanuts di Schultz, Charlie Brown, Linus Van Pelt, Ripresa :-) e compagnia...una lettura molto interessante, Kika, se non la conosci già, te la suggerisco...
Più Pippi, più Pippi assolutamente :-) almeno, in questo momento storico, sono loro che servono di più :-)
Bacini disneyani :-)
Grazie della segnalazione Gilli, il saggio pare interessantissimo!
Ciao!
@->Kika: è un testo a tratti impegnativo, Kika, ma molto illuminante su importantissime questioni critiche...c'è analizzata ad esempio anche una striscia di fumetti americani (il personaggio era Steve Canyon), con tutte le implicazioni sociologiche e di costume annesse e connesse, il sottofondo di significati dominanti, e così via...poi è diviso in saggetti più o meno lunghi, così ti puoi anche leggere quelli che più ti interessano :-)
Bacini integrati :-)
Gilli,tirando in ballo Topolino parli di un grande amore...sono legata al Topo per tanti motivi, uno dei quali è Pippo.:-) Personaggio splendido,in pratica sono io in versione canina e col gilet. Adoro e condivido tutto quello che hai scritto, anzi, ti sposerei per quello che hai scritto!;-)
Baci pippeschi e pluteschi.;-)
@->Vale: Vale, provvedo subito! :-) Domattina corro al municipio di Topolinia per le pubblicazioni, testimoni Ciccio e Topesio, viaggio di nozze a Paperopoli, a bordo della 313 coi barattoli attaccati dietro...unico inconveniente pippesco di tutta la cosa, è che essendo domenica, troverò gli uffici chiusi :-)
Grazie del tuo commento simpaticissimo, lo so che sei disneyana dentro :-) in fondo, anche nell'universo di "Accy & Debby" ho sempre visto una specie di raffinato fumetto, con tutti i suoi stupendi personaggi, la Vale, la Magnifica, la Mama, Papà Valentine, il Glorioso, la Bagigia, Miss Potato e tanti altri :-)
Non conosco molto le storie americane originali di Topolino, ma secondo me quelle italiane hanno una marcia in più :-) sono sempre zeppe di quelle piccole curiosità, riferimenti all'attualità o alla storia, che le rendono davvero intelligenti e particolarmente ispirate :-)
Bacini just married :-)
È vero, confermo in pieno..le storie italiane hanno una marcia in più. ;-)
Attento, sento già il clangore delle lattine attaccate alla 313!:-D
Baci fioriaranciati..;-)
@->Vale: sdelèng, sdelèng! Poti, poti!!! :-)
:)))))ocio che arriva il bouquet!!!
@->Vale: ocio, ocio...al la ciàpa la Rosy Bindi...al la ciàpa la Rosy :-)
Ea Rosy se marida?? Che news, Gilli!
;-)
@->Vale: se marida con Brunetta e i fan i brunetìn :-D
Oggesu'! Così mi turbi, Gilli!:))))))
@->Vale: hai ragione, Vale, è stato un colpo basso...un colpo basso? ahahahhahah :-) mi è scappato il battutone senza pensarci :-)
L'accoppiata Rosy-Brunetta non si può nemmeno immaginare :-) è una roba che nemmeno William Burroughs sotto dieci dosi di anfetamine avrebbe saputo escogitare :-)
Bacini censurati :-)
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