“La ragazza cieca” (1856) - John Everett Millais
La rubrichetta “Le muse di Kika van per pensieri” si presenta oggi in un formato ricco e variegato. Comincio con un piccolo corollario alla puntata precedente. Avevamo parlato del pittore Jules-Joseph Lefebvre (1836–1912) e del suo dipinto “Graziella” (1878). Nel compimento delle mie funzioni di detective fisiognomico, per il viso di “Graziella” avevo proposto sul finire due somiglianze con altrettante note attrici dei nostri giorni: Monica Bellucci e Sonia Bergamasco.
Ma la somiglianza più spettacolare, mi è stata suggerita in seguito proprio dalla mia esimia collega di blog Kika, che non solo sa far magie con la moda, ma ha in generale buon occhio per tutte le espressioni estetiche. Ecco il notevole parallelo suggerito da Kika:
Abbiamo qui ancora un'attrice notissima, Stefania Sandrelli, ritratta in una foto giovanile, assai consona ad evocare la similitudine con la Graziella di Lefebvre. Grazie dunque a Kika per l'azzeccatissimo suggerimento.
Un'altra similitudine a tempo scaduto, anche se meno efficace, era venuta in mente a me e ve la propongo:
Questa, l'avrete senz'altro riconosciuta, è Asia Argento, attrice nonché figliola di Dario, celebre maestro di tanti memorabili film “de' pppaura!!!”. Ora, constatando che la partita si chiude con un ampia vittoria di Kika, con questo dichiaro esaurito il capitolo “Graziella” di Lefebvre.
L'artista proposto da Kika per la puntata odierna è invece John Everett Millais (Southampton, 1829 – Londra, 1896), uno degli esponenti della confraternita artistica dei “Preraffaelliti, insieme a Holman Hunt (1827-1910) e Dante Gabriel Rossetti (1828-1882). Kika ha focalizzato il suo interesse su un quadro di Millais del 1856, intitolato “La ragazza cieca”, per la presenza sullo sfondo di due evidenti arcobaleni (tema modaiolo-artistico di questa settimana su “ Le muse di Kika”).
Mi accorgo che “Andarperpensieri” sta diventando alquanto “anziano”, quando mi capita d'imbattermi in un certo argomento e subito un'intuizione repentina mi coglie, facendomi esclamare: ma di questo ho già parlato sul blog! L'argomento dei Preraffaelliti lo avevo infatti già trattato l'anno scorso, tirandolo in ballo a proposito di una delle mie tante suggestioni campagnole. Sarà allora inevitabile che mi ripeta in qualche passaggio...portate pazienza, anche in questo consiste il bello e il brutto di essere arzilli vecchietti telematici.
Il termine “Prerafaellita” mi ha sempre affascinato, pur non avendo mai capito bene cosa volesse dire, forse anche per una certa ambiguità contenuta negli intenti programmatici stessi di questi tre giovani pittori inglesi. Il loro fare creativo pretendeva di muovere verso un ritorno all'arte dei “primitivi”, intendendo con questa parola tutti i pittori che avevano preceduto Raffaello, “colpevole”, per citare Giulio Carlo Argan, del «...peccato d'orgoglio che aveva fatto dell'arte un'attività intellettuale...».
Di fatto, prosegue Argan, «...malgrado l'insistente richiamo ai “primitivi” italiani (benché si dessero per “primitivi” artisti come Gozzoli e Botticelli, Mantegna e Carpaccio) non vi sono, nella pittura preraffaellita, riferimenti manifesti allo stile di quei maestri: i quali vengono invocati piuttosto come esempi di morale professionale che come modelli formali...».
Volendo trovare dei precedenti più in sintonia con la figuratività dei Preraffaelliti, li potremmo individuare nei loro connazionali John Constable (1776-1837) e William Turner (1775-1851), entrambi accomunati da una certa “vibrazione romantica” nel modo di attingere ai dati della realtà.
L'essenza della poetica preraffaellita va ricercata invece nella fiducia riposta nell'arte come strumento di riscatto spirituale per l'umanità. La recente rivoluzione industriale aveva portato la società ad uno scadimento culturale generalizzato. Iniziò ad imporsi una visione del mondo improntata in prevalenza a criteri materialistici e di stretto utilitarismo. Un nuovo e più intimo rapporto con la “natura vera delle cose” poteva essere riscoperto, secondo i Preraffaelliti, attraverso l'empatia e l'«intimità del sentire» di cui solo l'arte è capace. Per meglio precisare questi concetti, lascio ancora la parola a Giulio Carlo Argan:
«…Il movimento preraffaellita è anche indirettamente collegato con la corrente religiosa del cosiddetto risveglio cattolico, che moderatamente reagisce alla scandalosa collusione del puritanesimo anglicano con il capitalismo e relativo imperialismo: del resto la componente religiosa era fondamentale in un programma come quello del gruppo preraffaellita, mirante a recuperare attraverso l’arte l’intrinseca eticità e religiosità del lavoro……[…]…Si afferma la necessità di un nuovo naturalismo, poiché si riconosce alla natura una sua intrinseca poeticità e il carattere di messaggio divino; ma, come mezzo per decifrarlo, non si indica il sentimento della natura, bensì una tecnica pittorica umile, onesta, accurata, simile a quella degli antichi maestri e artigiani. Si procede ad un’imitazione particolaristica delle cose naturali, non già per “rappresentarle”, ma per vivere con esse un’intima comunione che permetterà di scoprire il loro segreto, la loro misteriosa spiritualità: accostandosi al vero con una già formata concezione del mondo si comprometterebbe la possibilità di ricevere in tutta umiltà il messaggio delle cose…».
In questo ambito culturale s'inserisce dunque l'opera di John Everett Millais, pur non priva a tratti, va detto, di certe derive nel sentimentalismo e nel patetismo, come possiamo constatare scorrendo le sue opere principali, e in particolare il suo dipinto forse più famoso, “Ofelia” del 1852.
“Ofelia” (1852) - John Everett Millais
Il viso della ragazza cieca di Millais, presentandosi con le palpebre abbassate, manca di un indizio fondamentale per un detective fisiognomico. Ho trovato tuttavia un viso famoso della nostra contemporaneità, che si può avvicinare ai tratti del personaggio del dipinto:
E' ancora un'attrice, apprezzata soprattutto intorno agli anni '70 per le sue qualità recitative sia nel cinema, sia in teatro: Ottavia Piccolo. A proposito: mi rendo conto sempre più di possedere un immaginario femminile alquanto datato...non parlerei tuttavia di obsolescenza, ma piuttosto di un'indole vintage che mi appartiene (...buttiamola di lì...).
Prima di chiudere, una parola sulla canzone che inserisco in coda, come mia consuetudine. Stavolta una vaga attinenza con l'argomento di oggi c'è, anche se forse sta tutta nella mia mente. Non so come mai, infatti, le immagini di questo video, forse per una certa loro "morbosità", le ho sempre associate proprio al quadro “Ofelia” di Millais.
E adesso andiamo a scoprire quali magie modiaole ci ha riservato Kika sul suo blog, ispirandosi al dipinto di Millais, con particolare riguardo alla presenza dei due arcobaleni.
2 commenti:
Il tuo immaginario femminile vintage mi ha fatto scoprire una Ottavia Piccolo che non conoscevo affatto! Io ho presente solo il suo volto in età matura, avrei stentato a riconoscerla vedendola nei film anni '70: capelli lunghi e biondi?!
E hai ragione, avrebbe potuto essere una degna interprete della ragazza cieca. Chissà se mai passerà per la mente di qualche regista o attore creare delle foto o video composizioni, dei quadri viventi a partire da quadri reali? Se così fosse, la tua consulenza sarebbe preziosa: potrebbero ispirarsi a tutti i tuoi post a tema fisiognomico ;) Dico sul serio, è un augurio che succeda davvero (se l'improvvisa fama non ti dovesse dispiacere :)
@->Kika: eheheheheh, grazie Kika, chissà se un giorno verrà istituito un albo professionale per detective fisiognomici :-) se non proprio in tempo per acquisire fama, spero di arrivare almeno ad avere la tessera di socio onorario :-)
Ottavia Piccolo era incasellata in qualche pacchettino della memoria, non so come ha fatto a sbucare :-) non so come mai, mal'ho sempre catalogata, nel mio repertorio un po' svanito di personaggi famosi, come una Ornella Muti in tono minore per quel che riguarda la fama, ma credo più valente come qualità recitative...
Rispetto alla ragazza cieca, ho trovato che si avvicinasse per la rotondità del viso e anche per il nasino minuto e cesellato...e anche per quella doppia ondata di capelli lisci infranta dalla frangia :-) che nel mio ricordo è sempre stato un marchio di fabbrica fisiognomico di questa attrice :-)
Alle prossime puntate, Kika, grazie :-)
Bacini vintage :-)
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