sabato 30 agosto 2014

“Le muse di Kika van per pensieri” a scoppio ritardato: Pàl Szinyei Merse (1845 - 1920)


Complici gli ultimi strascichi di blandizie agostane (buttiamola di lì…), la rubrichetta “Le muse di Kika van per pensieri” non è riuscita a ripartire con puntualità. Mentre Kika ha già ripreso alla grande le sue straordinarie acrobazie di fantasia nel mondo della moda e della pittura, io sono rimasto inchiodato ai blocchi di partenza come un frolloccone di periferia.

Mi scuso con Kika per la mia scarsa professionalità (fra colleghi, non si fa così…) e conto di tornare operativo con la prossima puntata. Ma nel frattempo, osservando il dipinto preso in oggetto da Kika stavolta, mi sono venute in mente un paio di somiglianze.

Per oggi, mi limito a proporle così, senza andare ulteriormente per pensieri, rimandandovi all’intervento di Kika per sapere qualcosa di più sul dipinto "Picnic in maggio", realizzato nel 1873 dell’ungherese Pàl Szinyei Merse. Aggiungo solo a due osservazioni scherzose, riguardo alla scena ritratta, più una curiosità. La curiosità è che Pàl Szinyei Merse, oltre ad essere un valido pittore, fu anche uomo politico, eletto fra le file del parlamento magiaro, dove si prodigò a favore dell’importanza dell’educazione artistica per le giovani generazioni della sua nazione.

Le buffe osservazioni sono invece queste: la giuliva scampagnata ritratta, come giustamente Kika ha fatto notare, si presenta con una certa aura di modernità. Questo, vuoi per una sensibilità spiccata dell'autore, vuoi per il fatto che questo tipo di riunioni mondane sono sempre state simili da che mondo è mondo. I costumi sono senza dubbio quelli dell'epoca specifica in cui si svolge l'azione, ma una situazione simile sarebbe del tutto plausibile anche ai giorni nostri. Compresi alcuni “dispiegamenti di forze amicali” messe in campo. I conti, come spesso succederebbe anche oggi, non tornano: le leggiadre “prede” femminee a disposizione sono solo due, mentre i virili predatori si schierano in formazione addirittura doppia. Ecco allora che le dinamiche di socializzazione innescate sono alquanto curiose. In pole position per agguantare l'ambito traguardo amoroso sembrano essere l'impressionistico Kit Carson sdraiato a fianco della signorina in bianco, e l'Oscar Wilde “de' noantri”, tutto intento ad adulare la graziosa donzella rosso chiomata.

Ma chissà...non sempre le apparenze ci raccontano il vero. Dalle espressioni delle due ragazze, pare quasi di cogliere una ritrosia dissimulata per convenzione, una certa scocciatura velata, solo perché sono signorine a modo ed educate. Ma magari in cuor loro, sono più interessate agli altri due ometti, forse più timidi, e per il momento tagliati fuori dalla galante tenzone. Questi ultimi, dal canto loro, danno prova di un pragmatismo ammirevole: quello coi pantaloni bianchi e la giacchetta marroncina,  coricato a pancia sotto, ai tormenti del dubbio amoroso preferisce le certezze delle soddisfazioni del palato, e si dedica a tempo pieno alle leccornie portate appresso per il picnic.

Il quarto soggetto maschile, fa addirittura di più: disinteressandosi al massimo delle questioni di conquista, si dedica alla nobile arte della valutazione dello stato di raffrescamento di una promettente bottiglia di vino, immersa con sapiente preveggenza dentro i refrigeranti flutti di un vicino torrentello. La sua posizione filosofica ci si profila qui in misura lampante: l'amore, nella vita, è un'eventualità non sempre afferrabile, mentre un buon bicchiere di quello buono può diventare certezza ad ogni istante. Quasi inutile aggiungere che, fra tutti i personaggi del quadro, quello col quale più mi sono immedesimato è proprio il saggio custode della frescura enologica.


Per concludere, vengo ora alle due somiglianze. La signorina col vestito rosa e la chioma rossa, mi ha ricordato una fascinosa attrice italiana, bellezza davvero di gran classe:


L'avrete riconosciuta, è Lucrezia Lante della Rovere, nota anche per essere figlia di cotanta mamma, ossia la rutilante Marina (sempre Lante della Rovere ai tempi, e Ripa di Meana a seguire).

L'altra similitudine, riguardante la signorina in bianco e capigliatura nera, mi è parsa di scorgerla  in un altro volto femminile della nostra contemporaneità:

Questa è la nota giornalista del Tg1 Manuela Lucchini. 

Si chiude così questa puntata ridotta e ritardataria della rubrichetta “Le muse di Kika van per pensieri”. Ricordandovi di non mancare di visitare il blog di Kika, per gustare le sue sapienti reinterpretazioni modaiole dell'abbigliamento delle due signorine ritratte, vi rimando alla prossima puntata, che spero di riuscire ad affrontare con maggior preparazione e prontezza.

2 commenti:

Kika ha detto...

La tua descrizione del quadro è strepitosa! Ogni commento è superfluo, hai centrato perfettamente certe dinamiche e certi tipi umani :)
Anche le somiglianze sono eccellenti. Insomma, puntata ridotta ma imperdibile! In realtà come vedi anch'io sono alquanto ritardataria con la conclusione dell'argomento, mi sa che uscirà domani o forse venerdì; e questo stesso tuo post l'ho notato tardi, provvederò comunque a collegarlo al mio precedente; e pure a quello successivo, a meno che in questo caso tu non abbia in serbo qualcosa su... eh non posso dirlo, dev'essere una sorpresa, ma tu sai di quale quadro parlo ;)

Gillipixel ha detto...

@->Kika: grazie Kika :-) sono contento che questo mio scrittino d'emergenza sia riuscito bene :-) l'ho fatto un po' alla svelta e mi ci sono divertito parecchio...è proprio vero che a volte, le cose fatte all'ultimo momento sono le migliori :-)

Per la seconda parte dell'argomento, ho già pronta un'altra cosa...basta che mi dici quando e io mi inserisco :-)

Bacini sul'erba :-)