mercoledì 14 ottobre 2015

L’autoritratto sfocato in ciascuno di noi


Viviamo attraversati dal sogno, il quale altro non è che una continua sublimazione di ricordi, un distillato d’esperienza. 

Solo la distrazione delle frenesie quotidiane, dell’affaccendarsi minuto, ci fa dimenticare questo nostro perenne stato. Ma basta sospendersi un momento, tirare il freno a mano del tempo, e subito si viene riassorbiti dalla sensazione innegabile di stare fluitando sulla cresta di un sottofondo magmatico e viscoso, mai definibile, né perimetrabile o contornabile nel suo intimo da un conclusivo sguardo lucido.

Come sotto la sferza di lampeggianti sciabolate, l’attenzione è squarciata da trasparenti immagini di un muro nel verde, lungo il quale passeggiammo diverse ere dell’anima addietro. Irrompe prepotente l’ignota familiarità di attimi conviviali spesi nella completezza eterna dello spirito, a mollo chissà quando poi, e in chissà quale, inconscio remoto. Assaporiamo caleidoscopi di assenze, sulla cui definitiva presenza siamo sicuri di poter sempre contare. Attraversiamo architetture fantastiche, che ci accolsero nella loro certezza di un tempo. Visitiamo sottoscala della memoria. Rovistiamo in sgabuzzini di realtà più vere dei rispettivi originali. Ci si aprono innanzi saloni luminosi dai quali non ci siamo mai mossi, a tratti solo scordandoci semplicemente di esserci perennemente immersi.

Dall’esattezza caotica di questi sentieri interiori, usciamo macinati, come dal regalo di una schiacciasassi gommosa, col suo marchio addosso, di spavento, esaltazione, elettricità emotiva, cupezza, ilarità, svolazzante irresponsabilità esistenziale.

Ecco perché di tutto ciò, possiamo sopportare solo piccole dosi giornaliere. E per il resto del tempo, rimaner vigili, “misurabili e misuranti”, è questione dettata da un puro istinto di sopravvivenza.


2 commenti:

Kika ha detto...

Un "andar per pensieri" da leggere rileggere, per ritrovarsi di volta in volta in una o nell'altra emozione/sensazione che solleva.
Per dire, a me è già bastato questo "tirare il freno a mano del tempo" per sorprendermi e farti un applauso interiore :)

Gillipixel ha detto...

@->Kika: grazie, Kika, troppo gentile :-) è bello sapere che le mie parole sono riuscite a suscitarti immagini e riflessioni...quello che volevo dire, l'ho pescato molto nel profondo, quindi era difficile trovare le parole giuste...così ho lasciato un po' tutto alla variabilità poetica :-) di modo che, dove si capisce meno, ciascuno ci capisce ciò che vuole :-)

In due parole: siamo superficie e profondità, questo noi siamo :-)

Bacini palombarini :-)))