sabato 20 agosto 2011

Gilli O’Riley ovvero Baba O’Pixel


Ciao ragazzi.

Fermo restando il fatto che chi vuole può lasciare un commento anche sotto al mio criptico intervento di ieri, dove ho inserito semplicemente un video corredato di un titolo enigmatico dalla scarsissima eleganza (anzi, praticamente un urlo belluino…), forse vi devo qualche spiegazione.

Era il 2 giugno 2008. Quel giorno nasceva «Andarperpensieri» (mi lascio un po’ andare all’enfasi trombonesca con questo semi-incipit balordamente gigioneggiante, stile “Hemingway de noantri”; concedetemelo e portate pazienza…).

Sono poco più di tre anni e, fatto un rapido conto, mi sono accorto di aver scritto da allora 441 volte nello spazio di questo blog. Con quella di oggi, faranno 442. O meglio, questo numero va depurato di tutte quelle occasioni in cui mi sono limitato a piazzare lì un video, senza scrivere nulla di particolare (come ho fatto per l’appunto anche ieri). Nella sostanza, saranno dunque circa 400 articoletti veri e propri quelli che ho pubblicato. Circa, e quasi, uno ogni 3 giorni.

Sono tanti. Almeno, per il mio modo di vedere sono davvero un bel numero. Anzi, non è tanto una questione di stima quantitativa. Per chi è abituato a ritmi di scrittura “professionali”, possono sembrare forse una bazzecola. Quello che trovo invece degno di nota in questo numero, riguarda più una sfera di sensazioni strettamente personali. Per quattrocento volte (volta più, volta meno), mi sono messo lì ed ho in qualche modo aperto il mio cuore, ho fatto girare le rotelline, ho lasciato sfogare la diga delle emozioni. Ho provato insomma a condividere con qualcuno, qualcosa riguardo a tutta la faccenda in cui mi pare di aver capito che consista il fatto di essere parte del genere umano (ogni volta che dalle mie mani esce un periodo così labirintico, mi sovviene anche la mitica scena in cui Trinità, fronteggiando il birbaccione di turno nei pressi del bancone del saloon, lo intimorisce estraendo e rinfoderando a raffica la Colt con ubriacanti gesti di “giocoleria pistoleristica”, chiedendogli alla fine: «…non ci hai capito una mazza, vero? Vuoi che lo rifaccia più lentamente?...»).

Insomma, direte voi, d’accordo, ma questo ogni blogger, ogni giornalista, ogni scrittore, ogni scribacchino di trentaduesima categoria, lo fa. Infatti, la cosa non sposta il ragionamento di una virgola: chiunque al mondo, in ogni luogo ed in ogni epoca, si sia messo davanti ad un foglio bianco con una penna in mano, o ad una tavoletta brandendo scalpellino e mazzuola, oppure ad uno schermo cincischiando con tastiera e mouse (…eeehhh basta!!!), chiunque si sia affidato al mezzo della scrittura, lo ha sempre fatto nel tentativo di gettare un’ancora verso il “mare magnum” dell’umanità.

La scrittura in questo senso è uno strumento di salvezza, e decantate pure questa mia espressione da qualsivoglia declinazione profetica o para-religiosa. Non perché abbia nulla contro le religioni, ma per il motivo che non sarebbe certo quello il campo di competenza nel quale mi sentirei di avventurarmi propriamente a mio agio, tale e tanta è la sua complessità.

La salvezza, ed il desiderio di essa, di cui parlo sono invece tratti umanissimi che ciascuno di noi può ritrovare estremamente vivi in seno alla propria interiorità. Parlo dell’esigenza di sentirsi fusi con una “totalità umana” della quale ogni individuo prova costantemente una nostalgia struggente.

Ma come, proprio tu, uno dei massimi teorizzatori mondiali dell’«asocialismo reale», ci vieni adesso a parlare di queste cose? Certo, proprio io, perché sono convinto che quando si ha a che fare con l’aspirazione umana alla conoscenza, non esista mai individuo più in tensione verso una qualche verità, di colui che a causa di quella verità soffre, sentendosi perennemente assillato dalle soffocanti spire della contraddizione e del paradosso, peculiari del suo rapporto con quella parte di verità.

In parole più semplici, è esattamente perché ho problemi nel mio rapporto con la gente, che la mia “brama di gente” è più intensa, e scrivere rappresenta nel medesimo tempo sia un sintomo di questo stato, sia una cura per tutto ciò.

Cosa c’entrano questi argomenti con «Baba O’Riley» degli Who e con quel bislacco sfogo bloghesco di ieri?
Sono in perfetta coerenza, credo.
Perché arrivano anche certi momenti in cui l’indicibile si fa così intensamente pressante, da costringerci a dichiarare in quei casi la nostra impotenza espressiva. Tensioni e prove interiori di varia natura si accumulano così pesantemente nel nostro animo, da risultare non solo sconfinate ed impossibili da abbracciare con uno sguardo complessivo, sia pure esso sintetico, ma al tempo stesso anche così complesse, private, intricate ed incomprensibili al di fuori del nostro stesso contesto interiore, da far sì che l’unico ed estremo appiglio, per tirarsi fuori un minimo dai turbini ammutolenti dell’annichilimento espressivo, rimanga a quel punto solamente l’energia di una canzone o, per dirla in modo più globale, la forza “eternizzante” della musica.

E’ buffo, perché «Baba O’Riley» l’ho scoperta solamente alcuni mesi fa, ossia a quarant’anni suonati di distanza dal momento in cui fu scritta e proposta al mondo. Me ne sono innamorato dopo pochi ascolti e forse non c’è nemmeno bisogno di dirlo a chi legge questo blog, dato che ve l’ho rifilata ormai in diverse versioni e salse.

Per me questa canzone si sta rivelando pian piano un piccolo simbolo del faticoso distacco dagli affanni adolescenziali, una condizione dalla quale non credo che guarirò mai definitivamente. Non solo per il suo testo, decisamente evocativo proprio di quelle tematiche, ma soprattutto per la musica.

Analizzare una canzone ben riuscita facendo dei distinguo fra musica e testo, ha altrettanto poco senso che affermare, della donna di cui si è innamorati, di preferire la sua tetta destra alla sinistra. Tuttavia, posso dire che nelle note di «Baba O’Riley» scorre un flusso energetico col quale mi sento parecchio in sintonia. «Baba O’Riley», in quei suoi fugaci minuti, mette a disposizione un efficacissimo “fanculizzatore” del mondo. E’ come l’urlo dopo un gol segnato mollando una gran pedata liberatoria al pallone, fortissima; è come un canestro infilzato da sette metri, saltando alto, quasi sulle spalle del difensore e gustandosi nell’espressione degli avversari lo sconforto, misto ad ammirazione ed invidia per il gesto atletico da loro appena preso nei denti.

«...I don’t need to fight, to prove I’m right...».
Non ho bisogno di lottare per provare di essere a posto. Sono a posto così. Perché in questa vita devi avere sempre gente intorno, a chiederti di dimostrare qualcosa?
«...I don’t need to be forgiven...».
Non ho bisogno di essere perdonato, minchia, sono un uomo, è più nella mia natura sbagliare che fare cose giuste.
«...It’s only teenage wasteland…Sally take my hand, we’ll travel south cross land... ».
E’ solamente la terra desolata della nostra adolescenza. Sally, prendimi per mano, forse camminando insieme potremo farcela.

Insomma, ridendo e scherzando, «Baba O’Riley» è diventata in qualche modo la sigla ufficiosa del mio blog. Con buona pace dei tizi dei telefilm di CSI, che dovranno subire questa mia acerrima concorrenza.

*******

Out here in the fields
I fight for my meals
I get my back into my living.

I don't need to fight
To prove I'm right
I don't need to be forgiven.
yeah,yeah,yeah,yeah,yeah

Don't cry
Don't raise your eye
It's only teenage wasteland

Sally, take my hand
We'll travel south cross land
Put out the fire
And don't look past my shoulder.

The exodus is here
The happy ones are near
Let's get together
Before we get much older.

Teenage wasteland
It's only teenage wasteland.
Teenage wasteland
Oh, yeah
Its only teenage wasteland
They're all wasted!



6 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

mitico post!! copi-incollo:

The exodus is here
The happy ones are near
Let's get together
Before we get much older.

Poi ti lascio questo link: http://www.internazionale.it/oroscopo/
leggi del tuo segno e ne riparliamo :-)

bacini da quarta ginnasio

Gillipixel ha detto...

@->Farly: eheheheeh :-) grazie Farly :-) Anche i versi che sottolinei tu sono stupendi, concordo :-) questa è una di quelle canzoni che sa cogliere la mia essenza in modo strabiliante...aggiunga anche un "forse purtroppo" :-) perchè a volte non è tanto bello sentirsi così, soprattutto "ancora", dopo tanti anni :-)

Per ora il link oroscopeo non mi si è aperto, s'inceppa la connessione...ritento dopo e ti so dire :-)

Bacini immaginati da dietro i brufoli :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Caspita, Gilli, più di 400 post sono un bel traguardo!:)))))
giustamente, vista la capacità di scrivere, l'ispirazione e la costanza puoi andarne fiero, ne noi con te!
Gilli O'Riley è meraviglioso, così irlandese da ammirarti con gli occhi sbrilluccicanti!:)))))))
Pensavo anch'io l'altro ieri al desiderio (quasi fisico, ehm ehm) che a volte la scrittura mi fa provare, a quel frisson di metter giù le idee che il magma mentale cola tutte insieme, senza soluzione di continuità. Tanto per mettere a posto il disordine, positivo, delle sensazioni.
Scrivere, leggere e farsi leggere è il gioco di specchi più bello al mondo.:)))))
Mi raccomando, ocio a correre nudo in piazza...:)))))))))))

Gillipixel ha detto...

@->Vale: eheheheh :-) grazie, Vale :-) non so se sono tanti o pochi, alla fine...so che è bello quello che sottolinei anche tu: questo strumento dello scrivere è sempre una bella terapia, ci diverte, ci aiuta, ci fa pensare, ci fa sentire vicini a persone lontane mille miglia, ci fa gioire, incazzare e commuovere...c'è veramente anche qualcosa di fisico in tutto ciò, ma nel senso proprio ventrale del termine, inguinale, via :-) poi ci sono anche tante altre zone del corpo coinvolte, ma quella fa una parte importante, a volte...

Non temere per le scorribande a bruco manifesto :-D ...son cose che si dicono così per dire :-)
In ogni caso, se ti capiterà di leggere o sentire da qualche parte una notizia del tipo: "...imperversa nudo per le vie del paesello natio - ignorato dai compaesani, adusi alla sua stramberia...", saprai già di cosa si tratta :-)

Bacini frissonici e frisoni :-)

Marisa ha detto...

Happy Birthday al tuo blog!!!

Hai scritto un post molto profondo in cui mi ci sono ritrovata.
Ti abbraccio!

Gillipixel ha detto...

@->Mari: grazie, Mari...i tuoi commenti sono sempre così lusinghieri e spesso, come in questo caso, anche commoventi...grazie davvero, fa bene sentirsi dire certe cose...la cosa di ricordare il numero dei miei articoletti e il tempo del blog era un pretesto per dire poi cose più vaste, ma grazie anche per il buon compleanno :-)

Bacini estatici :-)