lunedì 29 agosto 2011

Gillipixlight shadow


Già in diverse occasioni ho cercato di spiegare questo vezzo narrativo, a partire dal quale lo spazio del mio blog risulta essere un territorio identitario pressoché esclusivo di Gillipixel, mio alter-ego molto ego e poco alter, piuttosto che uno spazio effettivo dedicato al “me stesso reale”.

Vi ho già fatto due orchidee tante sulle ragioni di questa scelta. Ne ricordo qui rapidamente solo un paio, quelle fondamentali. Primo: del “me stesso reale” ne ho già abbastanza le palle piene nella vita concreta, per l’appunto, per andarlo a scomodare più di tanto anche in questa sede. Secondo: il me stesso scritto è molto diverso da quello reale, per cui rischierei in ogni caso di fallire nello scopo. In uno spazio fatto di parole, tanto vale dare le precedenza alla propria identità narrativa.

In alcune sparute occasioni, tuttavia, mi è stato chiesto qualcosa riguardo a chi sono e a cosa faccio, o se magari avessi potuto mettere un’immagine di me. Ora, nella piena consapevolezza che la curiosità inappagata di quei cari amici di blog non li ha costretti ad approvvigionamenti smodati di Tavor per ritrovare il sonno perduto, né ha in alcun modo influito sul giusto equilibrio del loro appetito, nondimeno mi è sembrato di aver individuato la parte di me adatta ad essere mostrata, senza scalfire in alcun modo l’integrità del personaggio Gillipixiano.

Mi riferisco alla mia ombra. In fondo la mia ombra e Gillipixel sono parenti stretti. Innanzitutto, li accomuna il fatto di essere entità parallele. In secondo luogo, Gillipixel e la mia ombra sono entrambi molto più affascinanti di me.

Laddove io sono goffo e maldestro nel mostrarmi, la mia ombra è invece slanciata ed elegante, filiforme per certi tratti. Sa presentarsi in società senza farsi troppi problemi, non è appesantita dalle mie timidezze. Lei ha ben più chiari i significati della vita, senza farsi la miriade di crucci dei quali è capace il mio animo titubante.
Se c’è il sole, è segno che il tempo di farsi vivi è giunto, mentre se c’è nuvolo, sa altrettanto bene che non ne varrà la pena. Non ci sono tante vie di mezzo o mediazioni, per la mia ombra: di volta in volta lei è o non è. Fine della storia.

In una bella e, per dirla tutta, molto triste e crudelissima fiaba di Hans Christian Andersen, un filosofo un bel giorno viene abbandonato dalla propria ombra. Questa se ne va per il mondo ad insaputa del suo padrone originario, lasciando l’uomo orfano della sua “propaggine semi-oscurante”, consolato solo da un piccolo simulacro umbratile sostitutivo, ricresciuto nel frattempo. Dopo diversi anni, l’ombra si ripresenta al filosofo in versione “umanizzata”. Grazie alla sua condizione di ombra, ha potuto vedere e conoscere tutto, è diventata ricca ed importante. La fiaba si conclude amaramente, con l’ombra che assorbe lentamente la personalità del vecchio padrone, sostituendolo in tutto e per tutto.

Senza arrivare alle drammatiche conseguenze della favola di Andersen (che a uno gli viene da toccarsi gli zebedei e dire: «…Minchia! Se questa era una fiaba, figuriamoci le tragedie…»), a volte sarebbe bello poter mandare la propria ombra in nostra rappresentanza. Giusto nelle occasione in cui ci sono da sbrigare gli aspetti più noiosi della vita. Pensate che bello: mentre la nostra ombra si prende la briga di sobbarcarsi la fila in posta, di andare in ufficio, di intrattenere rapporti sociali con scocciatori, noi si potrebbe stare serenamente a casa, a leggere un libro, a scrivere, a nutrirsi di nettare e ambrosia o a fare l’amore (magari con un’ombra a sua volta mandata da qualcun altro che non ci teneva più di tanto…ma che importa? Mica bisogna andare troppo per il sottile in queste cose).

Sono certo che la mia ombra se la caverebbe in modo molto più brillante di me, in tutte quelle attività pratiche, lasciandmi soltanto la gradevole incombenza di dover essere niente più che un Gillipixel in libertà. Purché la faccenda non assuma i toni che la fiaba anderseniana introduce dal momento in cui il filosofo e la sua vecchia ombra si ritrovarono. Ve ne riporto un piccolo assaggio, tanto per darvi un’idea e mettervi in guarda in ogni caso dalla vostra ombra.

Sono passati tanti anni e l’ombra bussa alla porta del filosofo. Lo stupore dell’uomo è immenso ed egli inizia a tempestare il buon vecchio alone tenebroso di mille domande. Il filosofo, molto familiarmente ed ingenuamente, si rivolge all’ombra dandole del “tu”. Sentite un po’ come gli risponde quella puzzona impunita:

«…”E poi, cosa hai visto?” chiese il filosofo. “Ho visto tutto, ora glielo racconterò, ma non è per superbia mi creda, libero come sono e con la mia cultura, per non parlare della mia buona posizione, e delle mie splendide condizioni finanziarie, desidererei proprio che mi desse del lei!”. “Le chiedo scusa”, disse subito il filosofo, “è una vecchia abitudine che non riesco a levarmi. Lei ha tutte le ragioni! Me ne ricorderò! Ma ora mi racconti tutto quello che ha visto!”...».

L’ombra
Hans Christian Andersen – 1847

Insomma, cari amici viandanti per pensieri, poi non venitemi a dire che non vi avevo avvertito. Guardatevi bene dal dare troppa confidenza alla vostra ombra, datele sempre del “lei” e tenetevela ben stretta e docile sotto i piedi (…e di tanto in tanto, concedetevi pure il lusso di fare la pipì all’aperto sotto il sole, tanto per farle capire chi comanda…).

6 commenti:

Marisa ha detto...

Non so, trovo impossibile scrivere senza rivelare nulla di noi.
Certo possiamo inventarci un personaggio da cucirci addosso ma alla fine quel personaggio userà le nostre parole ed esprimerà i nostri pensieri e qualcosa di noi riveleremo.
L'ombra poi è solo un'ombra e non riesco a trovare niente di poetico, comunque complimenti per la tua rivelazione chissà che alla fine tu non riesca a mettere anche la tua faccia, come ho fatto io.
Ma io sono sfacciata, si sa.
Mi ricordi Peter Pan con la sua ombra e l'isola che non c'è...

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: lo so che su questo punto la vediamo un po' diversamente, Mari :-) sul fatto che sia impossibile scrivere di noi, anche attraverso ipotetici personaggi, sono d'accordo, non c'è personaggio che tenga...
Non è che voglio rinnegare me stesso, sarebbe un'operazione impossibile, come giustamente dici tu...forse voglio solo indagare altri aspetti di me stesso...boh...
Di fatto, il gioco mi piace di più giocarlo in questo modo, così...

Niente...

Bacini ombreggiati :-)

Paolo ha detto...

Ti si legge con piacere:-)
e spesso ci sorprendi con ottimi spunti di riflessione.

Un saluto a Te Gillipixel

Comunque sia nulla è irrimediabile, anche se si appare per quelli che si è,e non sempre capita di essere all'altezza della situazione ... s'impara anche a fregarsene! a capire che il Mondo gira e continua a Girare, e allora ... pazienza! o meglio: nulla è perduto.
Domani è un altro giorno e si vedrà:-)

Ciao Gillipixel

Gillipixel ha detto...

@->Paolo: eheheheh :-) grazie Paolo per le tue parole di saggezza :-) sono d'accordo con te: è necessario saper sempre mediare tra leggerezza e serietà...noi ce la mettiamo tutta, e le volte che non va poi così bene, fa niente: andrà meglio la prossima volta :-)

Ciao Paolo, caro saluto :-)

Vanessa Valentine ha detto...

La mia ombra si sta lagnando, me ne sto spesso all'ombra di tutto e lei si deprime...non ci può far niente, sono la sua padrona e il sole mi piace poco poco. Lei accetta di sciogliersi con me nel fresco, per forza.
Però le piacciono i tramonti, la smagriscono!:))))))))))))
Bello bello, Gilli, e menzione speciale per la canzone divina!
Corro più su, voglio leggere di Casa Howard (yum, yum).
Chiedo scusa, sto imperversando come un temporale.;)

Gillipixel ha detto...

@->Vale: ahahahah :-) evviva questi scrosci di "temporale Vale" :-) ti dirò, anche io non amo tanto stare al sole...diciamo però che anche stando all'ombra, la nostra ombra non ci abbandona mai: tutto sta nel saperla vedere e sentire :-)

E poi l'ombra si forma anche in casa, da luci riflesse e poco intense...forse è un modo più discreto di trattare con essa, ma richiede più attenzione, per cui è più prezioso :-)

Ciao, Vale :-) Grazie della tua consueta gioiosità :-)

Bacini in penombra :-)