Mai dare per scontata la propria superiorità verbale. E nemmeno il proprio istinto argomentativo. La nemesi storico-linguistica, sempre sotterraneamente in agguato, nel momento più inatteso potrebbe sempre calarci fra capo e collo la decisiva mazziata dialettica sbugiardatrice.
Mi trovavo nei giorni scorsi al “Gillipixiland – Villic & Bifolk – Store”, il mini-marketino locale, l’Essecorta di noi campagnoli, per fare alcuni acquisti. Dopo aver zompato curiosando fra gli scaffali, mi apprestavo ad accodarmi alla piccola serpentina di persone in attesa di pagare. Quand’ecco che colgo, dietro di me, uno scampolo di chiacchiera fra una cliente, attardatasi nel reparto frutta e verdura, e la signora addetta a pere, mele, insalata e compagnia bella verdeggiante.
Dissertavano del tempo, argomento di per sé già alquanto ambivalente, perché passibile di essere portatore sia di altissimi concetti, sia delle banalità più fruste e bisunte. Dopo aver alquanto cincischiato intorno al fondamentale punto dell’estrema variabilità meteorologica di questo maggio un po’ pazzerello, non passa un minuto che la signora acquirente cala il carico da 11 delle frasi fatte, l’asso di denari delle futilità stampate in serie, la quintessenza del mezzostagionismo applicato: «…Sì, guarda, è una roba da matti: non si sa mai come vestirsi…».
Se fra gli articoli della mia spesa ci fossero state delle uova, all’udire quella perla di mediocricidio colposo aggravato da futili motivi, mi sarebbero senz’altro cadute a terra per assonanza geometrica, insieme ad un altro paio di accessori sferoidali, normalmente recati con sé dal comune maschio cavalcante un comune cavallo di pantaloni, che “metaforicamente” mi sono caduti a terra “per davvero”.
A metà tra l’indignato per gioco ed il divertito, ho proseguito il mio codeggiar verso la cassa, sorridendo tra me e me di cotanto sfoggio di sublimità pescata nel miglior repertorio del dialogar stantio.
Mal linguistico me ne incolse!
Venuto il mio turno di sborsare il corrispettivo “euristico” per gli articoli asportati, al vedere che la cifra dovuta terminava con alcuni spiccioli finali, il mio amico cassiere mi ha chiesto se per caso avessi potuto facilitargli le cose con un po’ di metallo monetoso di rincalzo. Per agevolare il tondo-cifraggio del resto, mi sono messo dunque a scartabellare nel portafogli, alla ricerca degli occorrenti Talebani, le monetine da 5, 2 e un centesimo di euro, così soprannominate da un’altra signora di Gillipixiland (questa sì a suo modo geniale dicitrice), perché come i guerriglieri Afgani appunto, si rintanano sempre talmente bene negli anfratti più misteriosi del borsello, che quando le cerchi non le trovi mai.
L’amico mio cassiere non aveva osato sperare in tanto dettaglio spicciolo da parte mia, tutt’al più la sua richiesta era rivolta ad un euro intero, che tappasse alla bene meglio la frattura matematico-monetaria. E’ stato a quel punto che, quasi senza pensare a cosa stavo dicendo, gli ho propinato una delle frasi fra le più rafferme ed avariate immaginabili. Estraendo dal borsello l’esatto importo in Talebani utile a coprire con precisione la piccola stonatura di rotti contenuta nella cifra dovuta, ho infatti ottusamente sentenziato: «…Potrei stupirti con effetti speciali…».
E nell’attimo stesso in cui maldestramente rievocavo quel ritrito slogan, ripescato direttamente dal peggio del repertorio pubblicitario anni ’80 (la decade di massima esaltazione della futilità al potere), la luce della ripicca linguistica mi si è accesa dentro luminosa e beffarda: di presunzione espressiva avevo ferito, ma della stessa moneta ero poi stato ripagato (con me stesso come protagonista unico e “facente caso” esclusivo a tutta la dinamica, essendo io avvezzo e da sempre e sensibile alla pratica del divertirsi con poco).
4 commenti:
ciao Gil... come è la situazione dalle tue parti? Tutto ok?
@->Maffy: grazie Maffy, sei stata carina a chiedermi...qui non abbiamo avuto danni...paura sì, parecchia, e tristezza per chi è stato colpito così duramente...
Le scosse causano una sensazione terribile, fanno sentire in balia degli eventi...sono giorni in cui aleggia un senso di fatalismo opprimente...spero passi presto...
Grazie ancora...
Bacini grati
Caro Gilli, ritorno a leggerti dopo tanti mesi e ti ritrovo con la stessa verve e la stessa classe.
Certo se ti fossi espresso con cotanto linguaggio davanti al cassiere, sicuramente ti saresti divertito di più nell'osservare la reazione dell'omino.
@->Marisa: ehehehhe :-) grazie, Mari, anche per me è molto piacevole ritrovare i tuoi graditi commenti :-) ti dirò, il cassiere è un mio amico piuttosto propenso alla battuta: credo si sarebbe divertito anche lui, anche se magari gli sarebbero sfuggite le elucubrazioni più impervie: quelle sono vette sulle quali solo i più audaci viandanti per pensieri possono osare :-)
Bacini con verve :-)
Posta un commento