venerdì 23 maggio 2014

Le muse di Kika van per pensieri: Władysław Czachórski (1850-1911)

Eccoci ad una nuova puntata della rubrichetta “Le muse di Kika van per pensieri”. Oggi Kika ha scelto l'opera di un autore polacco attivo fra fine '800 e primissimi anni del '900. Ci troviamo dunque a bazzicare anche stavolta nel “territorio cronologico” di piena influenza impressionista. Il nome del pittore è Władysław Czachórski (1850-1911). In particolare, il quadro indicato da Kika venne realizzato nel 1888, e s'intitola “Preparativi per il ballo”.

Władysław Czachórski si formò principalmente alla scuola di disegno di Varsavia, ed ebbe modo in seguito di affinare le proprie conoscenze espressive nell'ambiente tedesco, studiando prima a Dresda e poi a Monaco. Come ogni buon artista della sua generazione, assorbì le preminenti influenze francesi ed anche italiane, in occasione di viaggi effettuati in queste due fecondissime terre d'arte.

In Władysław Czachórski, ancor più che l'influenza impressionista (anche se non si può prescindere in ogni caso da essa), è possibile a mio avviso cogliere una certa forma di eleganza compositiva ed un'attenzione per la resa delle superfici ritratte, che ricordano molto la “sensibilità materiale” di un grande predecessore, Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867). Possiamo aggiungere che l'esperienza creativa di Czachórski si caratterizza per la ricerca di un certo realismo “fine a se stesso” e a tratti, per certe sfumature che ricordano molto l'universo estetico di Giovanni Boldini (1842-1931).
Come nel caso di tutti i precedenti artisti cosiddetti “minori”, affrontati da questa rubrica, al di là di questi pochi cenni, risulta difficile imbastire un discorso critico di un certo spessore. Oltre a dire che rimane sempre valida la differenziazione fra “precursori” e “testimoni”, con Władysław Czachórski annoverato senza dubbio nel gruppo di questi ultimi, stanti le mie limitate capacità di esperto della domenica, non riesco ad aggiungere molto altro. 

Sto leggendo tuttavia in questi giorni un bellissimo libro intitolato “L'invenzione dell'arte” (2001), scritto da Larry Shiner, professore di filosofia, storia e arti visive alla University of Illinois. Con Władysław Czachórski, c'entra relativamente poco. Ma in un senso generalissimo, ha a che fare anche con lui. Argomento base di tutto il testo è la formazione del moderno concetto di arte. Forse ne abbiamo poca consapevolezza infatti, oppure ce lo scordiamo spesso, ma il significato dell'arte così come lo concepiamo con sguardo moderno, è un'acquisizione culturale relativamente recente, raggiunta appieno solamente col  periodo dell'illuminismo e subito a ruota con la sensibilità introdotta in “epoca Romantica”.

Riassumere qui l'articolatissimo discorso del testo del professor Shiner sarebbe una “follia sintetica”, ma mi piaceva ad ogni modo richiamare questo concetto, magari anche solo in forma di invito per ulteriori approfondimenti personali. E soprattutto, voglio citare un bel passaggio del libro. La concezione moderna del “senso” dell'arte, è frutto di una secolare sommatoria di innumerevoli concause sociali, di costume, politiche, filosofiche, e così via. Ma si possono individuare due pensatori che per primi hanno iniziato a codificare la nuova sensibilità artistica. Uno fu Immanuel Kant, l'altro Friedrich Schiller. Proprio della “inaugurazione” di questo concetto moderno da parte di Schiller, tratta il brano tratto dal libro del professor Shiner, che riporto con piacere:

“...Nell'autentica opera d'arte è già presente un'armonia composta da libertà e necessità, da dovere e inclinazione, da «tendenza spirituale» e «tendenza sensuale», in un'unione che Schiller chiamò «gioco». Nell'opera d'arte come gioco, l'artista-genio dà corpo alla verità trascendente della vita, ma questa verità non corrisponde a uno specifico contenuto: essa risiede soltanto nella forma dell'opera. «In un'opera d'arte veramente bella il contenuto non deve costituire nulla, la forma invece tutto: perché solamente mediante la forma si agisce sulla totalità dell'uomo [...] e soltanto dalla forma è da attendersi vera libertà estetica». La vera opera d'arte non mira mai a un risultato: né a stimolare le emozioni, né a insegnare una dottrina, né a migliorare i costumi. Soltanto quando le persone avranno rinunciato a ogni strumentalizzazione e sapranno esercita-re «un libero, disinteressato apprezzamento della pura apparenza», allora in esse avverrà «l'inizio autentico dell'umanità»...”. 

Tutto questo per dire che se  Władysław Czachórski si fosse trovato ad operare solamente un secolo prima, non lo avrebbe certamente fatto in questa ottica. L'idea dell'arte fine a se stessa (l'arte per l'arte), dell'indipendenza creativa dell'artista, della sua massima libertà soggetta solo ai vincoli dell'ispirazione e al genio della propria sensibilità, sono infatti tutti punti di vista acquisiti di pari passo con l'ingresso nelle dimensioni più moderne del pensiero “occidentale”. Per necessità di spazio, è un argomento che risulta forzatamente tronco in questa sede, ma, come già detta, vi assicuro che merita un approfondimento.
Sperando di non aver menato troppo il can per l'aia artistica, ma di avervi fornito invece alcune utili suggestioni culturali, passo ora alla mia consueta missione di detective fisiognomico. Stavolta il compito era un po' ostico, essendo il soggetto in questione ritratto di profilo. Ma un buon indagatore di tratti somatici non si ferma di fronte a nessun ostacolo. Poi, magari, sostiene delle boiate...ma fermarsi, non si ferma mai.

Ecco allora la mia prima ipotesi. 
E' la brava giornalista e scrittrice Benedetta Tobagi, figlia di un altrettanto valoroso protagonista del mondo della carta stampata, Walter Tobagi, vittima nel pieno degli anni di piombo della cieca ferocia del terrorismo.

La seconda, ed ultima, alternativa fisiognomica di oggi è forse ancor più sottile e vaga. Ma nondimeno ve la presento:
Si tratta stavolta di una imprenditrice divenuta protagonista anche della scena politica, pur rimanendo un volto non famosissimo: Maria Luisa Todini.

E per concludere, un confronto con foto in cui compaiono entrambe le nostre “protagoniste moderne”, Tobagi a sinistra e Todini a destra.
Con questo anche per oggi è tutto, cari amici viandanti per pensieri. E adesso vado proprio a vedere cosa ci ha riservato la brava Kika in questa occasione, con la sua sfida nella ricerca di una reinterpretazione in termini di moda, per la protagonista del quadro di  Władysław Czachórski.

2 commenti:

Kika ha detto...

Somiglianze perfette! Le due (anzi tre) paiono gemelle, tutte brune, ricce e con i tratti morbidi. L'arte per l'arte, è vero, è un passaggio epocale importantissimo! A scuola questo concetto ce l'avevano insegnato in francese, l'art pour l'art, proprio perché la culla di questo nuovo modo di vedere le cose era la Francia. Questa linea di confine nella storia dell'arte è stata quella che me ne ha aperto il mondo e corrispondeva all'ultimo anno delle superiori: da quel momento "storia dell'arte" è diventata la mia materia preferita, nascendo in me l'amore per quelle opere moderne frutto finalmente della pura creatività ed emozionalita'. (dopo ho imparato ad apprezzare anche gli "antichi", ma quando vedo nelle loro opere l'anima dell'artista che riesce a farsi strada in mezzo alla coltre di simboli e iconografie socialmente obbligate). Come parlo difficile stasera, è un'altra di quelle volte in cui la notte mi rende riflessiva :)
Grazie per gli spunti, è bello avere un compagno di discussioni artistiche!

Gillipixel ha detto...

@->Kika: grazie Kika per il tuo bel commento :-) anche per me è sempre un piacere, hai chiosato benissimo il mio scritto...ovviamente l'argomento è vastissimo, e qui se ne poteva fare solo un cenno, ma credo che ne valesse la pena, se non altro in forma di invito ad approfondire...

Chiunque si interessi di arte (come studioso o anche come semplice appassionato) dovrebbe avere ben presente questo aspetto "evolutivo" del concetto d'arte...situare storicamente i fenomeni umani è fondamentale per avere un quadro un po' strutturato riguardo alla nostra identità culturale, sociale, ecc. Suonerà banale, ma il passato ci dice molto su chi e cosa siamo, è così, che lo si voglia a no...

Questa sfida "di sguincio" è stata impegnativa :-) ma la ricerca fisiognomica è sempre fonte di divertimento :-) parla pure "difficile" fin che vuoi, che in giro di gente che parla "troppo facile" ce n'è fin troppa :-)

Ciao collega d'artistiche chiacchiere, grazie a te :-)

Bacini difficili :-)