Mi domandavo quale fosse la merce più prodotta, reclamizzata, diffusa, commercializzata, al giorno d’oggi.
La risposta non è facile, l’offerta di articoli è veramente sterminata, e sono destinati a una molteplicità di esigenze umane non così semplici da elencare.
Poi mi si è accesa una lampadina, piccola, eppure molto luminosa.
Ma certo! Come avevo fatto a non pensarci prima!
Il prodotto attualmente più prezioso e smerciato in enormi quantità è uno in particolare: LA PAURA!!!
(BUH!!!).
Anzi, la paura è “la merce” per eccellenza, perché se riesci a vendere bene quella, poi la gente ti comprerà ogni altra cosa: briglie per unicorno; sandalini per millepiedi all’ultimo grido (urlato in conseguenza di pestoni sui mille-calli); biglietti di sola andata per Borgo Utopia (regno dei più prelibati formaggi).
Ma soprattutto, chi governa la paura riesce a vendere un altro tipo di prodotto fondamentale: le idee.
Il fabbricante di paura ha gioco abbastanza facile.
La paura è infatti una materia prima che si trova in abbondanza “in natura”. Sta depositata nell’animo delle persone, in giacimenti distribuiti a varie profondità.
Potremmo paragonare la paura a un gas nobile, oppure a un metallo prezioso.
All’uomo può essere molto utile, la paura: fa parte dei sentimenti-guida fondamentali che aiutano a incanalarsi in maniera sana nelle logiche dell’esistenza. Avere paura è uno degli atteggiamenti più umani.
Quello che il fabbricante di paura fa, è calarsi nelle miniere dentro ai cuori e alle pance della gente, estrarre materiale grezzo di paura originale, e lavorarlo, trasformarlo, raffinarlo, fino a creare stock di nuovi articoli derivati, smerciabili sotto forma di angoscia, smarrimento, chiusura in se stessi, sfiducia generalizzata, diffidenza verso gli altri, tendenza a rifugiarsi nel passato, sguardo miope rivolto al futuro.
Ci sono poi due tipi di fabbricanti di paura.
Quelli di infimo livello, per paradosso, sarebbero anche i “migliori”, perché sbugiardarli risulta più agevole.
Creano infatti paure dal nulla, ampiamente infondate e, a meno che non siano dotati di astuzia diabolica, prima o poi vengono smascherati.
Infinitamente più insidiosi sono invece certi “produttori di paura ” che interpretano il proprio ruolo con gran “scrupolo professionale”.
Questi mica sono scemi.
Lavorano il loro prodotto a partire da materiale genuino: si servono di paure reali, effettivamente in corso nel sentire comune diffuso.
Fanno tuttavia in modo di mettere in risalto queste paure, come se fossero l’aspetto principale del mondo di chi le vive.
In altre parole, il fabbricante di paura esperto si danna l'anima per sussurrarti, suggerirti, urlarti in continuazione all’orecchio, che per te deve esserci soltanto quella paura, esiste solo lei, deve diventare la tua ossessione, è il tuo interesse principale, il nodo da sciogliere per continuare a vivere, la tua realtà di riferimento primaria.
Poco importa se nell'effettività vera della tua vita, quella, o quelle paure, occupano alla fine dei conti uno spazio marginale.
Il costruttore di paura te le innalza come sopra un palcoscenico, illuminato con bagliore accecante, che impedisce di vedere il resto della tua vita.
Difficile non piegarsi ai voleri dei fabbricanti di paura. Non puoi smontarli in modo semplice, tacciandoli di falsità, perché le cose da loro raccontare sono effettivamente vere.
La loro mossa di marketing fondamentale sta infatti in tutto “il resto” che non ti dicono, nel “molto positivo” che nascondono dietro al “poco negativo” che sbandierano.
Una volta che ti ha preso per paura, il suo fabbricante ti terrà al guinzaglio come un cagnolino, ti farà comprare, fare e pensare tutto ciò che lui vorrà.
C'è modo di parare il colpo, di proteggersi, di non abbandonarsi a “bere da botte” assecondando ogni volere dei gran bottegai della paura?
L’antidoto ci sarebbe e vale anche per molti altri aspetti della vita.
Consiste nell’abbracciare la complessità, leggere, interrogarsi, “andare a lezione” dai saggi del passato e del presente, filosofi, pensatori, poeti, scrittori, artisti, musicisti, scienziati, e studiosi generalmente votati alla causa del conoscere.
E ascoltarli, imparare da loro che la realtà va osservata da più punti di vista possibili.
Contro lo scudo della cultura e della conoscenza, le quattro fregnacce spuntate del fabbricante di paura si piegano come pugnali di cera, lui inizia a balbettare, emette penosi flati inconsulti, perde il controllo degli sfinteri tematici e si imbratta le mutande della sua nullità argomentativa.
È nella natura delle cose che sia così: essendo abituato a parlare alle pance, il venditore di paura non ce la fa quando viene messo a confronto con le menti.
Così alla fine si rivela la sua vera, originaria e genuina essenza: la pancia era da sempre il suo habitat, perché il fabbricante di paura altro non è che un povero stronzo.