Il firmamento dei supereroi ospita un nuovo sfolgorante protagonista.
Il suo nome è…Slogan-Man!
Dopo anni e anni spesi da mezzo mondo a difendersi dalla minaccia “comunista”, Slogan-Man ha capito che si fa molto prima a mandare in malora il mondo stesso, assecondando la montate marea “luogo-comunista”.
In questo modo, i birbaccioni di tutte le risme, perennemente presi essi stessi dalla spasmodica bramosia di devastazione globale, si placheranno da soli con una semplice riflessione: “…Ma cosa mi arrabatto come un fesso a distruggere il mondo, se già lo stanno facendo benissimo gli uomini di loro spontanea iniziativa?...”.
L’inedito equilibrio supereroico è frutto del rinnovo del contratto di lavoro stipulato fra le maestranze dei “Super Forzuti Associati” e il “Sindacato Birbaccioni Riuniti”.
“…Perché dobbiamo continuare a darci mazzate fra noi pluri-dotati?...” si sono detti, scocciati e in riunione congiunta, i difensori dell’universo e gli aspiranti distruttori del medesimo, “…facciamo che si azzuffino gli ometti ordinari fra di loro, e per una volta godiamoci lo spettacolo…”.
Nasce così la sfavillante figura di Slogan-man, il supereroe dalla parlantina supersonica, che sfreccia da un angolo all'altro del pianeta, distribuendo spiazzanti luoghi comuni, banalità abissali e semplicismo idiotizzante puro, distillato a 95 gradi (scartando la coda, ma soprattutto la testa, e mantenendo soltanto i ragionamenti di pancia).
Come ogni supereroe, anche Slogan-Man vive una sua vita da persona qualunque; è un normale vicino della porta accanto, nella cittadina di Commonplace, ubicata ai margini della contea di Banality.
Sotto le mentite spoglie dell’innocuo Johnny Slogan, esercita la professione di fisioterapista specializzato nel trattamento delle slogature.
Ha una segretaria, Abigaille Nerchiorini, procace oriunda dalle focose italiche origini, che considera il suo capo ufficio, Johnny Slogan, un rammollito, ma sogna di esser posseduta da Slogan-Man, mentre questi le sussurra all'orecchio il peggio delle più ritrite “frasi fatte” erotiche d’infima lega, tratte dal repertorio porno dozzinale ai massimi gradi.
Come da miglior tradizione supereroica, Abigaille non capirà mai che Johnny Slogan e Slogan-Man sono lo stesso uomo.
Una delle più mirabolanti avventure di Slogan-Man verrà sempre ricordata con il leggendario titolo di “Slogan-Man e la saggezza smerdatrice”.
Volava un giorno Slogan-Man sopra un vastissimo latifondo, dove schiere di potenti trattori erano alle prese con un’intensa fase di lavorazione del terreno.
Abbassando la quota di sorvolo per assestarsi a portata di udito, ecco allora il nostro eroe sprigionare nell’etere una raffica delle sue micidiali ovvietà: “…Ahi dura terra! Perché non ti arasti? Lavoratori, ribellatevi alla vigliacca dittatura della zolla: sta troppo in basso…come si permette di ostentare tale arroganza?...Forza dunque, che si proclami subito una manifestazione contro l'ostinata tendenza del terreno a rimanere così pervicacemente appianato rasoterra!...”.
Subito si dispiega un solenne corteo, con striscioni e alte grida: “…Abbasso la zolla, a noi non sta bene, s’innalzi la terra, per patir meno pene!...”.
Si gustava Slogan-Man questo suo capolavoro, quando stando sempre in quota, scorse da lontano il convegno annuale dei produttori di purghe.
Piomba anche lì sui convenuti ignari, a seminare grandi manciate di discordia banalizzante: “…Opponetevi allo strapotere del cervello, che ridicolizza il povero intestino, facendogli fare tutto il lavoro sporco e continue figure da stronzo…”.
All’udir la stravagante verità, come folgorata da subitanea coscienza di sé, ecco l'affollata marea dei lassativi fabbricatori, riversarsi nelle strade, inscenando lo sciopero generale dell’intestino contro la protervia del cervello.
“…Fannullone d’un cervello, a noi lo sforzo e a te tutto il bello, è un’ingiustizia lavorare da mulo, se poi finisce tutto nel…”.
Sotto lo sguardo di Slogan-Man, ancora svolazzante e soddisfatto nel cielo, il corteo degli intestini scioperanti incrocia allora quello dei ribelli alla zolla.
Ne nasce un parapiglia per questioni di precedenza, ma subito i sostenitori dello sciopero intestino, non sostenendo più il peso della loro protesta, sono costretti a correre a braghe calate nei campi, contro cui protestavano gli altri, e a liberare sul terreno tutte le maleodoranti istanze della propria rivendicazione.
Con grande stupore generale, la soddisfazione si diffonde a quel punto fra tutti e due gli schieramenti.
Il suolo è stato finalmente innalzato di qualche centimetro (va beh, non si tratta propriamente di terra, ma vuoi mettere i vantaggi aggiuntivi della concimazione?), mentre i sostenitori delle ragioni intestinali per una volta sono contenti dell’operato del loro “protetto”, a favore di una nobile causa.
E intanto, in cima a un moderno monte Olimpo, dove i supereroi e i loro ex nemici cattivoni hanno fissato il proprio nuovo quartier generale condiviso, le risate grasse si sprecano, a una sapida battuta, buttata lì da Slogan-Man: “…Che stupidi a sbatterci per tanto tempo, con raggi gamma, forza bruta, petardi nucleari e razzi fotonici puzzolenti…pensare che era invece così semplice, bastavano quattro fregnacce ben confezionate, e il gioco è fatto!...”.