sabato 18 maggio 2019

Giro-tonto per tutti e per nessuno


Tutti desiderano essere desiderati
Ognuno desidera desiderare altri
Chiunque ha desiderio di desideri in sé
Nessuno ama essere odiato
Tutti odiano non essere amati
Tutti amano sentirsi dire sei bravo
Nessuno vuole sentirsi dire sei brutto, incapace, inutile
Potendo, molti preferiscono perlopiù non sentirsi dire nulla
Tutti vogliono vincere
Pochi capiscono che al mondo è molto importante chi perde
Tutti sono fragili
Molti fanno finta di no
Alcuni sono forti perché sanno di essere anche fragili
Ciascuno cerca la compagnia
Nessuno vuole sentirsi solo
Tutti ogni tanto vogliono stare soli continuando a sentirsi come in compagnia
Chiunque gode a godere
Quasi tutti godono a far godere
Molti godono ad essere goduti
Nessuno vuole mai piangere
Ciascuno preferisce sempre sorridere
Tutti in generale stanno meglio seri
A chiunque piace fare l'amore
Nessuno vorrebbe aspettare che l'amore venga fatto
Tutti puzzano di quando in quando e di dove in dove
Il problema di ciascuno son le volte che il quando non conosce il dove
Chiunque preferirebbe odorare di buono sempre, o al limite di niente
Tutti scoreggiano di gran gusto
Molti non si sono ancora riconciliati con l’idea
Pochi sanno di non sapere
Molti credono di conoscere
Ognuno, più sa e più soffre, però con la coscienza distesa
Nessuno vorrebbe soffrire, ma si ritrova con la coscienza accartocciata
Molti non riescono a guardarsi dentro, per la paura insostenibile
Tanti continuano a guardarsi fuori e intorno
Alcuni si osservano dentro e vedono un gran vuoto
Qualcuno comprende che provare a colmare quel vuoto è un’avventura affascinante, e ne vale la pena
Tanti pretendono di sapere
Nessuno sa veramente qualcosa
Tutti non sanno nulla
Tutti vorrebbero essere nessuno, ogni tanto
Ciascuno è obbligato a essere qualcuno, quasi sempre
Io non so niente e ringraziando il cielo non sono nessuno
O almeno così molte volte mi piace sperare


2 commenti:

ANTONELLA ha detto...

partiamo dalla cosa più importante: la scoreggia. Chi scoreggia ha l'aria nella pancia e spesso l'aria porta dolore all'intestino. Ormai prendo ogni espressione come un sintomo. Per esempio chi mi approva spesso mi da da pensare: del genere se mi approva ho detto una cosa molto facile su cui arrivare e quindi totalmente inutile. Se tutti ci arrivano non vale la pena di metterla in evidenza. Insomma. Questo sonetto mi inquieta. Sembra un necrologio dell'umanità. Un bacio grande

Gillipixel ha detto...

Hai colto nel segno, Anto :-) era proprio un elogio dell'ovvio, ma talmente ovvio che spesso molti se lo dimenticano...le caratteristiche dell'umano sono ovvie, ma chissà perché molti preferiscono negarle, nascondendosi dietro falsi miti di super-umanità, ossia di oltre-umanità...
La scoreggia è l'emblema di tutto :-) è un gesto basso, rozzo e volgare, in apparenza, ma comune a tutti...la scoreggia (e tutti gli annessi fisiologici simili) è la realtà che ci umilia e che ci abbassa dal presunto trono sopra cui spesso tendiamo ad innalzarci...
Siamo al contempo pensiero sublime e merda...non ci possiamo fare nulla...anche se ci sforziamo di rimuovere spesso la cosa...
L'inquietudine ci sta tutta :-)

Bacini ventosi :-)))))))))))))))))