giovedì 24 febbraio 2011

Gillipixel e il carro armato


«…pure un quarto d’ora prima…»

Alberto Sordi
"Finchè c'è guerra c’è speranza- 1974

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Son tempi duri questi, per un viandante per pensieri.
Ho iniziato a scrivere questo blog ormai quasi tre anni fa, senza una precisa idea di dove si sarebbe andati a parare. L'ho fatto un po' così, iannaccescamente, per vedere tutti insieme l'effetto che fa.

Col tempo mi sono accorto che seguire le "tracce del disimpegno" mi si confaceva di più. Non parlo ovviamente di vacuità o di tematiche insulse. Le cose che scrivo, le scrivo perché ritengo che a loro modo siano importanti. Ma sono sempre un po' eteree, marginali, incidono poco sulla realtà delle questioni concrete. Credo che, alla fin fine, la "poetica" del mio blog (sempre che la parola non suoni troppo altisonante...) consista nel parlare di bellezza. Non una quisquilia e nemmeno un'ovvietà, dunque, ma una componente fondamentale ed indispensabile del vivere.

Tuttavia, mi rendo conto che molte volte una simile scelta possa venir fraintesa, possa essere equivocata e scambiata per superficialità o disinteresse per le "questioni veramente serie".

Ho già cercato di spiegare tutti questi aspetti del mio scrivere in diverse occasioni, ma la questione mi si fa periodicamente più urgente in cuore quando ricorrono quelle circostanze in cui il "mondo dei viventi" bussa insistentemente alle porte del mio ovattato ed appartato "mondo estetico", con tutto il proprio carico di spietata concretezza quotidiana.

Non poteva fare eccezione l'attuale momento, che per drammaticità e complessità degli eventi non è secondo a parecchi altri gravi frangenti storici coi quali mi è toccato di con-vivere, sin dai tempi in cui, ancora bimbetto, sentivo alla tele le terribili notizie dal Vietnam o dalla Cambogia, e così via crescendo.

La Libia in fiamme, il nord Africa che esplode, la nostra situazione interna caotica e farraginosa, e mille e mille altri casini più o meno intricati e disseminati per tutto il pianeta.

Non è che non le veda queste cose. Per il fatto che preferisco parlare di Mondrian o di wombati, non è che non m'interessi anche e soprattutto di attualità, della cruda realtà che mi circonda.
E ovviamente ho tante idee in merito, riguardo a ciascuno dei tanti temi proposti a spron battuto dalla quotidianità globale. Ma sono idee la maggior parte delle volte confuse ed imprecise, poco più che impressioni e spesso magari anche contraddittorie fra di loro e poco lineari.

E' soprattutto per questo che preferisco rimanere fra i meandri di una visione "estetica". Addentrandomi in argomenti "seri", non potrei portare visioni né particolarmente originali dei problemi, né utili per capire meglio le cose.

Rimuginando un po’ fra simili crucci, mi si sono fatte largo fra le pieghe dei ricordi un paio di “suggestioni culturali” incontrate tempo fa.

La prima suggestione di cui parlo è annidata in un fantastico racconto di Ernest Hemingway che mi sono andato a rileggere proprio oggi, ritrovandolo ancora di una bellezza sconfinata.
S’intitola «La farfalla e il carro armato». Non posso raccontare la trama, perché vi rovinerei il piacere di un’eventuale lettura (che mi sento di consigliarvi vivamente…). Dico solo che «La farfalla e il carro armato» in qualche modo concerne proprio tale confronto incessante fra levità del pensare e pesantezza del vivere, che sempre si ripropone alla nostra coscienza, con mille rovelli interiori ed altrettanti dubbi abissali. «La farfalla e il carro armato» parla dunque in qualche modo anche dello spirito di «Andarperpensieri».

L’altra “nebulosa estetica” che mi piace ricordare qui oggi presenta forse un “pedigree culturale” meno puro, ma mi è altrettanto cara. E’ uno spezzone di un film di Alberto Sordi, «Finché c’è guerra c’è speranza».

Ora, non so bene spiegarvi come mai questo brano di film mi sia tornato alla mente proprio in questi giorni. Di sicuro, la molla mnemonica e l’associazione d’idee sono state fatte scattare dai tumultuosi e convulsi fatti nordafricani dell’ultimo mese circa. In qualche modo questi eventi rappresentano un “redde rationem” dagli infiniti risvolti storici, sociali, di politica internazionale, umanitari, ecc.

Ed un amaro “redde rationem” è rappresentato anche in queste immagini del grande Albertone. Nel film interpreta il ruolo di un mercante d’armi, che al ritorno da un suo viaggio d’affari in Africa, un bel giorno, ritrova la famiglia in “assetto di guerra”. Quello che succede poi lo potrete appurare agevolando l’avvio del filmato che vi riporto di seguito…





8 commenti:

Paolo ha detto...

Gillipixel
siamo coetanei:-))

Un saluto

Lara ha detto...

Caro Gill, hai esposto molto bene quello che penso anch'io del mio blog.
Spesso mi vergogno a postare poesie... sapendo che il mondo intorno a noi muore e che ci sono tanti drammi personali, di cui proprio attraverso i blog si viene a conoscenza. Ma, quando entro in tanti dei blog suddetti, mi prende un'angoscia tremenda e rimango lì, in bilico. Dio, quanta sofferenza esiste al mondo! Blog di ciechi, blog di badanti... blog di politica, appelli per ottime cause.
Ci sto male, non se ne può uscire indenni.
Eppure anche la nostra vita avrà un valore, no?
Beh, grazie per questo tuo post, un po' mi sento risollevata.
Ciao,
Lara

Marisa ha detto...

Ti comprendo, sai.
In questo periodo tutti i blog sono carichi, forse fin troppo, di attualità al punto che si rischia di parlare di ovvietà o di diventare demagogici.
A volte sento il disagio di commentare perchè ho gia espresso il mio pensiero in un post precedente sullo stesso argomento o l'ha gia detto quell'altro prima di me e le mie parole mi sembrano vuote.
Contrariamente all'inizio in cui scrivevo più volte al giorno, adesso mi sento l'elefante di cui parli, scelgo con cura gli argomenti di cui voglio parlare perchè ho bisogno di sentirli dentro ed è l'attualità che mi travolge.
Bravo tu che riesci a rimanere lontano se pure in questo piccolo spazio e continua così se lo senti dentro.
Un barrito per te!

Gillipixel ha detto...

@->Paolo: mi sa pure a me, Paolo :-) se non proprio coetanei, ci andiamo vicini :-)
Grazie della gradita visita...

Ciao :-)

Gillipixel ha detto...

@->Lara: mi fa piacere, Lara, di essere risucito ad esprimere questi dubbi che sono anche tuoi...io non ho nessun potere a questo mondo (e per fortuna, aggiungo :-) ma su questo mi sento di poterti rassicurare: non ci può essere vergogna nel fatto di "predicare" la bellezza :-)

Bacini disimpegnati ma importanti :-)

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: grazie Mari, mi dici cose molto belle...non so se sono così bravo, forse è una forma di autodifesa, ma rimango convinto che sia molto importante anche cercare di fare riflettere la gente intorno alle questioni della vita, pur senza occuparsi di attualità stretta...

Credo di essere stato troppo misterioso riguardo al racconto di Hemingway, tanto che hai letto probabilmente quel passaggio con in mente la canzone di Zarrillo, "La farfalla e l'elefante" :-)

Ribadisco solo che vale la pena leggerlo, "La farfalla e il carro armato" di hamingway, è molto bello...è contenuto nella raccolta di racconti dal titolo: "Storie della guerra di Spagna. La quinta colonna", edito da Mondadori

Bacini broboscidati :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

cara mezza chimera, il brano di sordi che hai messo è quello che ho in mente anche io quando leggo quel che accade in questi giorni... vedi non penso che il tuo blog sia il regno del disimpegno, in realtà proponi sempre riflessioni che possono, se si vuole, modificare l'anima di chi legge, questo è il punto di partenza per cambiamenti molto molto più significativi di quanto possa indurre un bel post a tema politico. certe volte, leggendo le tue divagazioni, si sorride, si ride e poi resta qualcosa di molto importante...

bacini serissimi e impegnati

Gillipixel ha detto...

@->Farly: cara Farly, dire che mi fai arrossire con le tue stupende parole, è dire niente :-) Son più colorito di un estintore pieno di chianti :-D

Come accade puntualmente, nei tuoi commenti riesci a dire in due parole, quello che io mi affanno a raccontare in 50 frasi :-) Non mi riferisco in particolare ai complimenti (quelli li incasso con gioia :-), ma è il tuo modo di cogliere nel segno il senso di quanto volevo dire che dà proprio soddisfazione forte :-)

Blogspot con la sua solita proprietà concettuale, dice infatti "snessesc", che nell'antico dialetto della bassa sassonia, significa "non so se ne esco" dalla sensazione di gongolio interiore che mi procurano i tuoi commenti :-)

Bacini ad impegno flottante :-)