Cari amici viandanti per pensieri…e vai con la terza Pasqua che passo con voi (…metaforicamente parlando, per vostra fortuna).
La mia fase di scarsa vena creativa non si è ancora attenuata di molto, come avrete constatato. Ma sono cose già accadute. So che poi mi passa e le idee ritornano. L’unica cosa da fare è aspettare.
Vi lascio ad ogni modo due pensieri in libertà, senza la pretesa di tirarne fuori un discorso coerente (e quando mai ne ho fatto uno…).
Anche se non c’entra nulla con la Pasqua, in questi giorni passano alla tele uno spot simpatico che pubblicizza un’automobile. Già l’affermazione di per sé è alquanto sospetta: “uno spot simpatico che pubblicizza un’automobile” è una contraddizione in termini bella e buona, ma la questione è presto chiarita se aggiungo che il motivo per cui la apprezzo è esattamente l’opposto del significato che verosimilmente immagino volessero trasmettere i creativi di turno.
Si vede questo omino dal look leggermente rievocante atmosfere dell’ex “oltrecortina”, che si appressa alla sua piccola macchinetta altrettanto fuori moda. Subito fa un gesto che ci introduce alla trovata pubblicitaria, “nucleo di curiosità” dello spot: finge di aprire la portiera con un suo telecomando di fantasia, emettendo con la bocca qualcosa di simile al relativo rumore che sarebbe scaturito dal vero dispositivo di apertura a distanza.
Poi si mette al volante e tutto il resto del tragitto si svolge sulla falsariga della gag iniziale: l’omino simula con la bocca il segnale di mancato allaccio delle cinture; simula il rumore dell’alzacristalli elettrico, mentre sotto sotto smanetta di buona lena con la manovella vecchio stile; simula la voce del navigatore satellitare (del quale ovviamente la sua vetturetta retrò è assolutamente priva…) che lo avvisa ad un certo punto di svoltare; e così via fino a quasi fine spot.
Se la storia fosse finita lì, per me sarebbe stata perfetta. L’idea di questo omino del tutto privo di “optional viabilistici”, che li simula con quella sua specie di poetica e nostalgica attitudine all’inutile, per me bastava a farne un piccolo eroe dei giorni nostri.
Sono però purtroppo gli ultimi pochi secondi della pubblicità che rovinano tutto. La scena cambia radicalmente. Sullo schermo campeggia, aggressiva e competitiva su fondo scuro, la macchinetta pubblicizzata di turno (nemmeno ricordo la marca o il modello: una scatola di latta scoreggiante smog vale l’altra…), “bulleggiandosi” della propria completezza di dispositivi, della propria “universalità accessoriale”.
Ecco, sarò stonato io, questo non lo nego, ma l’effetto emotivo trasmesso da questo spot, per quel che mi riguarda, va a parare precisamente agli antipodi di dove intendevano condurmi i pubblicitari. L’omino “disaccessoriato” mi infonde gioia e tenerezza, mentre la macchinetta finale oggetto della propaganda, tutta precisina e completa, mi fa una tristezza boia.
Non so bene come mai, forse per assonanza di atmosfere più che per un’effettiva correlazione logica fra le due “trame narrative”, fatto sta che questo spot mi ha fatto ricordare un episodio di paese di tanti anni fa.
In ogni piccolo centro di provincia degno di questo nome, c’è sempre stato l’ubriacone di turno. All’epoca, a Gillipixiland se ne saranno contati forse tre, o addirittura quattro. Una sera d’estate, capitò che uno di questi paladini del lambrusco si addormentasse sulla sedia del bar, fuori dal locale. Passa di lì uno dei colleghi bevitori, già con la lingua tarata su un discreto livello d’atmosfere di gonfiaggio, e vedendo l’altro abbattuto da Bacco, prende a canzonarlo, seppur con modi bonari.
Niente: passo ancora una qualche mezz’oretta in chiacchiere coi miei amici, finché la serata volge al termine e ci decidiamo a prendere le bici per tornarcene a casa. Ma passando davanti all’altro bar del paese, sul versante più lontano della piazza, cosa non ti andiamo a vedere? L’ubriacone di prima, quello che aveva irriso l’amico sprofondato nel compimento delle proprie funzioni, si era a sua volta “arronfato” di brutto su una sedia della seconda osteria.
Ecco, una sensazione simile me la procura lo spot in questione. Lo sbeffeggiamento della macchinetta tutta “modernina” e completa, nei confronti dell’omino scarsamente dotato di consistenza automobilistica, mi ricorda proprio quella presa in giro fra ubriaconi di tanti anni fa, ai margini della quale alla fine non si capì bene chi fosse il più beffardo e chi il più beffato dei due.
E detto questo vi lascio con i miei migliori auguri per una serena Pasqua, cari amici viandanti per pensieri. Sia che passiate semplicemente di qua, sia che leggiate soltanto, sia che commentiate, sia che vi piacciano le cose che scrivo, sia che vi facciano schifo, sia di qua, sia di là, siete sempre i benvenuti e vi ringrazio di cuore.
La mia fase di scarsa vena creativa non si è ancora attenuata di molto, come avrete constatato. Ma sono cose già accadute. So che poi mi passa e le idee ritornano. L’unica cosa da fare è aspettare.
Vi lascio ad ogni modo due pensieri in libertà, senza la pretesa di tirarne fuori un discorso coerente (e quando mai ne ho fatto uno…).
Anche se non c’entra nulla con la Pasqua, in questi giorni passano alla tele uno spot simpatico che pubblicizza un’automobile. Già l’affermazione di per sé è alquanto sospetta: “uno spot simpatico che pubblicizza un’automobile” è una contraddizione in termini bella e buona, ma la questione è presto chiarita se aggiungo che il motivo per cui la apprezzo è esattamente l’opposto del significato che verosimilmente immagino volessero trasmettere i creativi di turno.
Si vede questo omino dal look leggermente rievocante atmosfere dell’ex “oltrecortina”, che si appressa alla sua piccola macchinetta altrettanto fuori moda. Subito fa un gesto che ci introduce alla trovata pubblicitaria, “nucleo di curiosità” dello spot: finge di aprire la portiera con un suo telecomando di fantasia, emettendo con la bocca qualcosa di simile al relativo rumore che sarebbe scaturito dal vero dispositivo di apertura a distanza.
Poi si mette al volante e tutto il resto del tragitto si svolge sulla falsariga della gag iniziale: l’omino simula con la bocca il segnale di mancato allaccio delle cinture; simula il rumore dell’alzacristalli elettrico, mentre sotto sotto smanetta di buona lena con la manovella vecchio stile; simula la voce del navigatore satellitare (del quale ovviamente la sua vetturetta retrò è assolutamente priva…) che lo avvisa ad un certo punto di svoltare; e così via fino a quasi fine spot.
Se la storia fosse finita lì, per me sarebbe stata perfetta. L’idea di questo omino del tutto privo di “optional viabilistici”, che li simula con quella sua specie di poetica e nostalgica attitudine all’inutile, per me bastava a farne un piccolo eroe dei giorni nostri.
Sono però purtroppo gli ultimi pochi secondi della pubblicità che rovinano tutto. La scena cambia radicalmente. Sullo schermo campeggia, aggressiva e competitiva su fondo scuro, la macchinetta pubblicizzata di turno (nemmeno ricordo la marca o il modello: una scatola di latta scoreggiante smog vale l’altra…), “bulleggiandosi” della propria completezza di dispositivi, della propria “universalità accessoriale”.
Ecco, sarò stonato io, questo non lo nego, ma l’effetto emotivo trasmesso da questo spot, per quel che mi riguarda, va a parare precisamente agli antipodi di dove intendevano condurmi i pubblicitari. L’omino “disaccessoriato” mi infonde gioia e tenerezza, mentre la macchinetta finale oggetto della propaganda, tutta precisina e completa, mi fa una tristezza boia.
Non so bene come mai, forse per assonanza di atmosfere più che per un’effettiva correlazione logica fra le due “trame narrative”, fatto sta che questo spot mi ha fatto ricordare un episodio di paese di tanti anni fa.
In ogni piccolo centro di provincia degno di questo nome, c’è sempre stato l’ubriacone di turno. All’epoca, a Gillipixiland se ne saranno contati forse tre, o addirittura quattro. Una sera d’estate, capitò che uno di questi paladini del lambrusco si addormentasse sulla sedia del bar, fuori dal locale. Passa di lì uno dei colleghi bevitori, già con la lingua tarata su un discreto livello d’atmosfere di gonfiaggio, e vedendo l’altro abbattuto da Bacco, prende a canzonarlo, seppur con modi bonari.
Niente: passo ancora una qualche mezz’oretta in chiacchiere coi miei amici, finché la serata volge al termine e ci decidiamo a prendere le bici per tornarcene a casa. Ma passando davanti all’altro bar del paese, sul versante più lontano della piazza, cosa non ti andiamo a vedere? L’ubriacone di prima, quello che aveva irriso l’amico sprofondato nel compimento delle proprie funzioni, si era a sua volta “arronfato” di brutto su una sedia della seconda osteria.
Ecco, una sensazione simile me la procura lo spot in questione. Lo sbeffeggiamento della macchinetta tutta “modernina” e completa, nei confronti dell’omino scarsamente dotato di consistenza automobilistica, mi ricorda proprio quella presa in giro fra ubriaconi di tanti anni fa, ai margini della quale alla fine non si capì bene chi fosse il più beffardo e chi il più beffato dei due.
E detto questo vi lascio con i miei migliori auguri per una serena Pasqua, cari amici viandanti per pensieri. Sia che passiate semplicemente di qua, sia che leggiate soltanto, sia che commentiate, sia che vi piacciano le cose che scrivo, sia che vi facciano schifo, sia di qua, sia di là, siete sempre i benvenuti e vi ringrazio di cuore.
9 commenti:
Buona Pasqua.
Un piccolo regalino, adatto per l'occasione:
http://www.youtube.com/watch?v=VEABN5yejpc
G.
Sei un osservatore ed un narratore eccellente, caro Gill.
Non avevo mai vista la pubblicità che descrivi ma me la sono immaginata benissimo al punto da concorda con te. Il confronto con i beoni di turno poi è fantastico.
Ciao Gill, tanti auguri di Buona Pasqua a te e a tutti coloro che ami!
Ciao,
Lara
Generalmente anch'io non presto molta attenzione agli spot pubblicitari se non alla milionesima volta che li trasmettono per questo motivo non ho ancora notato lo spot di cui tu parli ma non fatico ad immaginarla dietro la tua descrizione.
Io adoro le auto d'epoca che sono tutte, nessuna esclusa, infinitamente più belle stilisticamente rispetto a quelle di oggi che sono tutte uguali e senza personalità anche se pluri accessoriate.
Persino la fiat 500 di oggi se pure similare a quella originale non ha lo stesso fascino nè lo stesso profumo all'interno e decisamente non vale il suo prezzo (20.000€)
Auguroni!!!
@->Myollnir: tanti auguri a te, Myolln :-) grazie per il bel regalo, l'ho apprezzato molto...non mi posso dire esperto di musica classica, anzi, sono un conoscitore piuttosto scarso, ma quel poco che conosco, lo apprezzo particolarmente per la profondità che sa donare...Bach rientra sicuramente in questo effetto :-)
Ancora buona Pasqua, grazie :-)
@->Lara: cara Lara, i tuoi complimenti sono sempre un ottimo carburante per la mia modesta macchinina narrativa :-)
Ricambio gli auguri di tutto cuore: buona Pasqua a te e alle persone che ti vogliono bene. Grazie per i tuoi commenti sempre così cari e grazie per le cose che scrivi sul tuo blog.
Bacini essenziali :-)
@->Marisa: auguri grandi e armoniosi a te, Mari! :-) La tua presenza in questo spazio di commenti è ogni volta fra le più care e fra quelle a cui tengo di più...grazie davvero...anche per le tue delicate sfuriate di piccola ape che ci regali sul tuo blog, e che apprezzo sempre tanto :-)
Bacini amici :-)
@->Lara & Marisa: lo spot di cui parlo è questo:
http://www.youtube.com/watch?v=J1ALYc9_ayI
Non ho voluto inserirlo direttamente nel testo dell'articoletto perchè non sembrasse che ce l'avevo su in particolare con l'auto in questione...la mia era una considerazione molto generale...
"...nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso: la storia siamo noi..." :-)
gilly la perfezione sarebbe stata se davanti al secondo ubriacone ci fosse stato il primo che lo sbeffeggiava :-D comunque la pubblicità che dici l'ho vista pure io e mi ha fatto lo stesso effetto, solo che senza la storia degli ubriaconi non avevo nulla a consolarmi bruuuum brrumm
bacini pasquali con possibili sorprese
@->Farly: eheheheh :-) così sarebbe stata una storia eccezionale, Farly :-) ma non so dove si era rintanato nel frattempo il primo avvinazzato...probabilmente qualcuno gli aveva dato uno scrollone e lui era rincasato sulla sua bici zig-zagante :-)
Bacini che ogni giorno è una sorpresa :-)
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