mercoledì 26 dicembre 2012

Piovono Gillipixel”s”


Avete presente quelli che fanno brutti sogni per aver visto un film dell’orrore? Beh, io stamattina, nel ronfiveglia, ho surclassato chiunque in stramberia. Ho fatto un sogno meravigliabondo per aver visto ieri sera in tele «Piovono polpette»!

Come faccio ad essere sicuro che sussista un nesso causa-effetto fra le due cose? Ma ci mancherebbe altro che ne fossi sicuro! Però lo so. Si è trattato più di una affinità di strutture estetiche, che non di un vero e proprio riecheggiamento per temi. Il mio sogno, pur non ricalcando in niente la trama del film (a parte forse qualche dettaglio…), era tuttavia intessuto di un’aura “Piovonopolpettesca” di fondo.

Tanto per dirvene una, nel mio sogno potevo volare. E’ una situazione che ricorre spesso nelle mie scorribande oniriche. A volte posso fare salti spropositati e mi libro iper-zompettante nel cielo, sospinto soltanto dalla semplice gioia di farlo, con conseguenti atterraggi morbidi, e una volta giù, sono subito pronto di nuovo a ribalzare in alto. Posso fare semplicemente leva sull’aria con le palme delle mani, ed incredulo di contentezza, mi elevo, mi elevo, mi elevo. In altri sogni invece, volo proprio: mi innalzo, plano, posso fare virate ampie, mentre sotto tutto scorre in landscapevole distesa. Al riguardo, lo zampino di «Piovono polpette» un po’ c’è: nel film, è tutto un su e giù di oggetti alimentari che vagano nell’aere ed il finale è incentrato su un’ascesa al cielo per andare a disinnescare il beffardo uragano di cibo causato dal candido inventore, protagonista del film.

Solitamente, quando un mio sogno mette in gioco capacità non contemplate nel repertorio delle umane prerogative in stato di veglia, mi s’innescano paralleli e stranissimi meccanismi di incredulità paragiustificative a raffica. In parole povere, pur essendo immerso in quegli attimi nel mio Es più profondo, e tacendo nel contempo tutto l’Io nella sua interezza, quest’ultimo riesce pur sempre a fare capolino, per guastare un po’ le feste. Allora una vocina di sottofondo, molto fioca, ma sufficientemente chiara per farsi sentire, mi sussurra da dietro le quinte del mio inconscio: «...Ma no, Gillipix, non è possibile: gli uomini non volano, sei chiaramente dentro ad un sogno...». Cosa che mi fa dibattere a più riprese in un’alternanza di stati di consapevolezza ad assetto variabile: d’accordo sto sognando, mi dico anche, ma è così realistico che non m’importa se non si può. E vado avanti di questo passo, continuamente retro-considerando nel sottoscala del godimento estetico inconsapevole del momento, mentre le vicende del sogno si dipanano irrefrenabili.

Nel caso del sogno “Piovonopolpettoso”, la vocina mi avvertiva sempre, ma io la fregavo. Volavo, sì, ma ciò accadeva in virtù di un velivolo non meglio specificato. Mi trovavo pur sempre nella giurisdizione del mio Es e, si sa, pur potendo intervenire in qualche modo, l’Io si lascia fregare facilmente, in quei territori. Insomma, volavo con sotto il culo una qualche macchina, ed al mio Io questo bastava. Volavo sopra belle architetture, le vedevo molto chiaramente. Erano palazzi alti, o distese di casette: tutto così vero. Era una grande città, era Milano. Era una Milano ideale, anche se ad un certo punto, ho circumnavigato il Pirellone, bello e imponente come non lo avevo mai visto dal vero (e questo passo dovrebbe bastarvi, se avevate ancora dubbi che la fonte d’ispirazione sia stata veramente «Piovono polpette»…).

Ho volato a lungo, apprezzando il panorama dall’alto, stavo bene, in una varietà strabiliante di cambiamenti del paesaggio, fino a quando mi sono ritrovato fra periferia e campagna, dove qualcuno mi invitava a planare a terra. Era un ragazzo, un giovane uomo, una persona cara, anche se non lo conoscevo. Ho accettato l’invito alla discesa e mi sono adagiato in un campo, non so bene se arato o cosa, ma in ogni caso un campo di nuda terra. Non faccio a tempo a consultarmi col mio amico, che passa una signora, una simpatica vecchietta, in sella ad una bici che lasciava vistose tracce con le gomme sulla terra molliccia, e pedalando di gran lena, bofonchiava mozziconi di frasette in dialetto milanese: «…Uhè…cùme se fa? Sé pöl nò andà avanti inscì…» o cose buffe di questo tipo.

Sulla scia dei bofonchiamenti vetero-meneghini, il mio nuovo amico mi invita ad entrare in una piccola palestra, attrezzata per il gioco della pallacanestro. Lì dentro, è un po’ come all’interno del castello di gelatina di «Piovono polpette». Provo a prendere un pallone da basket, di vari che vedo in una cesta, ma quando li tocco mutano forma, e se provo a palleggiare, rimbalzano senza logica, sfuggono di qua e di là con anarchico moto. Stranamente, la cosa non mi dà fastidio, anzi, sento che sotto sotto, una logica ci deve essere, anche se, insieme alla palla, io non riesco ad afferrarla, ma sono contento così. La presenza dell’amico è gradevole, nella palestra si sta bene, compaiono anche altri individui, pure loro sconosciuti, ma sempre persone care, come in fondo sono quasi tutti i personaggi che si susseguono nelle vicende di un cartoon.

Poi d’un tratto mi sveglio. Constato con piacere di ricordare per sommi capi gli eventi sognati e rivado col gusto della memoria vigile ai tratti salienti di quelle buffe situazioni. Intanto penso che, pur essendo questo uno dei sogni meno strani che abbia mai fatto, potrei raccontarlo ai miei cari amici viandanti per pensieri. E prima di abbandonare le coltri ed il mondo dell’indefinitezza orizzontale per una nuova giornata in verticale, mi sorprende subitanea un’ulteriore riflessione: «...Minchia, la devo smettere una buona volta di guardare questi film impegnati!...».

Ma soprattutto, subito a ruota, l'interrogativo più inquietante mi coglie: «...Se dopo aver visto “Piovono polpette”, mi sono sognato di piovere io stesso dal cielo, vorrà forse dire che nel mio intimo mi reputo sostanzialmente una polpetta?...».


10 commenti:

MR ha detto...

Sapessi che attività onirico ho io, caro Gilli, che non ti raccapezzeresti neanche se fossi Freud. Comunque, volare deve essere una bella sensazione.. Per quello che mi riguarda nei sogni dura pochissimo, precipito inesorabilmente dopo pochissimi attimi saltando sul mio letto :( baci alati!

Occhi blu ha detto...

Non conosco "Piovono polpette", ma so cosa significa volare: il mio sogno più bello che mi porto dietro dall'infanzia.
La prossima volta, Peter, vieni a prendermi per mano per andare insieme all'Isola-che-non-c'è.
Ti lascio la finestra aperta.
OuBee-Wendy

Gillipixel ha detto...

@->Maria Rosaria: ehehehehe :-) ti capisco, cara EmRose, anche io faccio sogni iper-balconati (nel senso di fuori come balconi :-) sognare tanto è molto bello, e ritengo sia un privilegio quando si ha il dono di farlo in modo copioso, fluente e straripante...è un'attività appagante al massimo (a parte qualche volta che si sogna un po' cupo...), non si paga il canone, i programmi sono sempre a sorpresa e poi (almeno per i maschietti...) si sta quasi tutto il temo con l'antenna alzata...ooopppsss...mi sa che ho detto una gran gillipixata :-) meglio se per ora mi sto zitto :-)

Bacini su frequenze oniriche :-)

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: il sogno del volo credo sia radicato nell'inconscio di ognuno, little shy OuBee :-) è strano perché se ci penso da sveglio, non mi attrae più di tanto (se non in senso metaforico...), ma nei miei sogni si registrano più voli che all'aeroporto Fiorello la Guardia :-)

Ah..."Piovono polpette", detto per inciso, non è quel gran capolavoro :-)...anzi, a tratti sfiora picchi di idiozia stratosferici :-) Però, sempre per lo stesso motivo, lo si vede volentieri, con un continuo pensiero in mente: "...minchia se sono fuori questi autori..." :-)

Allora me lo segno sull'agenda (non l'agenda Monti, veh...): "...la prossima volta, passare a prendere OuBee..." :-) ecco, fatto :-) seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino: non mancherò :-)...

Grazie per il grazioso commento, dear OuBee :-)

Bacini con trilli :-)

Marisa ha detto...

Volare è un sogno ricorrente un po' per tutti e psicologicamente parlando, a livello casereccio, potrebbe significa un bisogno di evasione dalla realtà ma se andiamo a scomodare il vecchio Sigmund che la buttava sempre sul sesso, pare che sognare di volare rappresenti un desiderio erotico e visto il tuo commento in risposta a quello di MR ho l'impressione che sei in sintonia con il padre della psicanalisi... ehm!!!!

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: ma Mari, ma che birichina che sei... :-) ma no, ehm, ecco, beh, insomma :-) mi sa che mi hai sgamato alla grande :-D... qui urge una spiegazione: il dispiegamento degli apparati di ricezione delle frequenze :-) avviene quasi con tutti i sogni :-) quindi, credo che si tratti più che altro di una necessità di ottimizzare la sintonia sulle onde dei sogni...non c'è niente di erotico :-) va beh, mettiamola così :-)

Parlando un po' più seriamente: leggendo qua e là di psicologia, ho saputo di evoluzioni del pensiero freudiano che vanno nella direzione di un minore automatismo fra argomenti del sogno e sue possibili interpretazioni...in poche parole, l'interpretazione fissa, automatica ed univoca, sarebbe quasi sempre fuorviante...per quel poco che ci ho capito io, eh...quello che so è che sognare è come portare il proprio spirito in officina: è una piacevole revisione rinnovabile notte dopo notte :-)

Bacini interpretabili :-)

Vanessa Valentine ha detto...

"Piovono polpette" è delirante, ma dalla grafica ineccepibile, detto da esperta del settore...:)))))
Forse è proprio nel sogno che possiamo diventare personaggi Dreamworks, Pixar o Sony, Gilli...la materia pesante ci abbandona e noi finiamo per essere solo estensioni neuronali, che meraviglia!, equazioni libere, logaritmi spensierati.
Tanta leggerezza ha un prezzo, sparisce con la luce.:(

Gillipixel ha detto...

@->Vale: infatti, Vale, credo che gli autori dei vari cartoon si ispirino parecchio a quello che passa per i propri sogni..."Piovono polpette" sfiora vette demenziali notevoli :-) a tratti è un condensato dell'idiozia americana più possente :-) ma alla fine, lo si vede volentieri, certe trovate sono belle, e la mia preferita è il castello di gelatina :-) Mi piace molto anche la figura della ragazza meteorologa...

La luce se li porta via, è vero, ma possiamo confidare sulla ciclicità tipica del vivere: una nuova notte ronfonirica è presto pronta di nuovo dietro l'angolo :-)

Bacini Bagigia Style :-)

Anonimo ha detto...

Tanti Auguri di Buon Anno amico Gilli.
Come dice il saggio, basta poco:
una piccola villa, un piccolo yacht, una piccola fortuna e (aggiungo io) un pizzico di buona salute.

Gillipixel ha detto...

@->Magocamillo: ma ssì, Mago :-) in fondo, basta la salute, un par de scarpe nòve, una miniera nello Yukon e un'harem di modelle e poi girà tutt'er monno :-)

Grazie, tanti auguri anche a te, caro mago: mantieniti sempre simpatico come sei :-)