martedì 9 aprile 2013

Il messaggio delle cose


Con tutta l’acqua ch’è venuta, niente di più facile che le fosse si riempissero del senno di poi.

Non c’era nemmeno da faticare più di tanto a notarlo, alcuni giorni fa, mentre facevo una delle mie passeggiate meditative lungo le stradine più romite del contado gillipixilandese. Fossi, fossatelli, canaletti, piccole rogge irrigue, casuali avvallamenti nel bel mezzo dei campi, insomma, ogni cavità o invaso possibile del terreno, si sono ricolmati copiosamente di liquido piovano caduto giù che è uno sproposito.

Non che la cosa lì per lì mi abbia esaltato più di tanto. Vanno considerate infatti anche le concomitanti e ragguardevoli dimensioni assunte nel frattempo dalle virili sfere che ognora reco meco fra le gambe, anomala dilatazione questa, causata giust’appunto dall’insopportabile protrarsi temporale dell’insistente fenomeno pluviale.

Però una volta che, passeggiando, mi sono abbandonato alla pura osservazione “non pregiudiziale”, ho potuto cogliere anche una curiosità non priva di addentellati fascinosi. Un fosso in particolare ha attirato la mia attenzione. Era come tutti gli altri piuttosto pieno della recente pioggia, e fin qui nulla di eccezionale. Il “segno” che invece più intensamente ha stuzzicato il mio stupore, l’ho colto nell’inusuale comportamento della vegetazione sommersa dal rapido accumulo idrico.

Probabilmente proprio per la velocità con cui quel fosso si era riempito, la vegetazione, presente rigogliosa sul suo fondo, è stata come colta di sorpresa, per così dire. Lunghi steli di vari generi d’erbe e piccoli arbusti non hanno subito allora la consueta macerazione che più plausibilmente si verifica nei casi di un lento ristagno. Erano invece tutti distesi in verticale per la loro lunghezza in modo abbastanza naturale, quasi come congelati in una colata d’ambra, oppure come se l’acqua che li accoglieva si comportasse ne più né meno al pari dell’aria. Taluni ciuffetti più lunghi degli altri sbucavano addirittura dal filo dell’acqua.
 



E non so come mai, ma, tra l’osservare quell’erba “in posa idrica” ed il passare a pensare ai Preraffaelliti inglesi, mi ci è voluto poco meno di un secondo. Meraviglia della natura, che reca scritti su di sé già tutti i segni dell’arte di ogni tempo!

Fra gli esponenti principali della corrente preraffaellita, si annovera senz’altro John Millais (Southampton, 1829 – Londra, 1896), e fra i dipinti più noti di Millais c’è anche la celeberrima «Ophelia», struggente opera dedicata alla figura della eroina Shakesperiana, annegata per l’amore non corrispostole dal contorto e labirintico principe di Danimarca, Amleto.
 


Ophelia - John Millais - 1851-52


Ed è stata proprio l’«Ophelia» di Millais a fare da anello di congiunzione fra la mia svagata osservazione di quel fosso e la suggestione preraffaellita dal medesimo suggerita. Il dipinto è senza dubbio portatore di una tragicità conclamata, ma molto stranamente l’atmosfera introdotta dal soggetto non è nemmeno esente da un notevole grado di sensazioni catartiche diffuse. Il fatto terribile di una giovane vita spezzata rimane tutto, ma la composizione suggerisce anche l’idea di immani sofferenze finalmente concluse, di un ritorno ad uno stato di equilibrio determinato da una fusione tra elemento umano ed elemento naturale. Ce n’era più che a sufficienza per l’abbinamento col mio fosso incantato.

A quel punto, siccome dei Preraffaelliti non ricordavo un granché, mi sono andato a vedere cosa dice su di loro la “Bibbia della storia dell’arte”, ossia il testo sempre eccelso, nel suo paradigmatico enunciare, del maestro Giulio Carlo Argan (“L’arte moderna – 1770/1970”, Giulio Carlo Argan, Sansoni Editore, Firenze, 1982 – pag. 218 e seguenti).

E altro che senno di poi, ci ho trovato!

Più che “senno di poi”, si potrebbe definire “senno di allora”, oppure “senno di sempre”. Facendo i debiti distinguo e tenendo rigorosamente conto delle inevitabili distanze fra le epoche (la più abissale delle quali sta nel fatto che per l’Inghilterra ottocentesca Argan parla di «…grassa prosperità economica…», mentre la nostra attuale condizione si attesta proprio sul fronte opposto), ho letto nelle parole del critico d’arte una suggestiva analogia con il clima morale ed esistenziale in cui è immersa ai giorni nostri la nostra nazione.

Riporto i passaggi a mio avviso più significativi:

«…JOHN RUSKIN (1819-1900), il maggior critico europeo del secolo…[…]…come sostiene per l’architettura il ritorno al Gotico, così per l’arte figurativa sostiene il ritorno ai “primitivi”, che per lui erano gli artisti prima di Raffaello, cioè prima del peccato d’orgoglio che aveva fatto dell’arte un’attività intellettuale. Sarà Ruskin il consigliere e difensore della Confraternita dei Preraffaelliti, formata nel 1848 da tre giovani pittori: HOLMAN HUNT (1827-1910), JOHN EVERETT MILLAIS (1829-1896), DANTE GABRIELE ROSSETTI (1828-1882)…».

«…Dopo aver vinto Napoleone, il paese godeva di una grassa prosperità economica, ma scontava l’opposizione alle ideologie rivoluzionarie con l’arretratezza sociale e l’involuzione culturale. Il prezzo del progresso industriale era lo spietato sfruttamento dei lavoratori, l’avvilimento del popolo, la degradazione culturale dei ceti dirigenti. L’arte scade a livello di un basso aneddotismo, di un umorismo da club: con una morale grettamente utilitaria non poteva coesistere un interesse estetico. Quando un interesse estetico rinasce, è per combattere la morale grettamente utilitaria…[…]…Perché l’arte potesse sopravvivere bisognava cambiare la società, e questo doveva essere la missione degli artisti…».

Addirittura, sempre con il più opportuno dei “mutatis mutandis” d’obbligo, fra le parole di Argan ho scovato pure alcuni cenni in grado di evocare (anche se molto alla lontana, certamente) una curiosa affinità con le attuali speranze innescate dalla recente nomina del nuovo Papa:

«…Il movimento preraffaellita è anche indirettamente collegato con la corrente religiosa del cosiddetto risveglio cattolico, che moderatamente reagisce alla scandalosa collusione del puritanesimo anglicano con il capitalismo e relativo imperialismo: del resto la componente religiosa era fondamentale in un programma come quello del gruppo preraffaellita, mirante a recuperare attraverso l’arte l’intrinseca eticità e religiosità del lavoro……[…]…Si afferma la necessità di un nuovo naturalismo, poiché si riconosce alla natura una sua intrinseca poeticità e il carattere di messaggio divino; ma, come mezzo per decifrarlo, non si indica il sentimento della natura, bensì una tecnica pittorica umile, onesta, accurata, simile a quella degli antichi maestri e artigiani. Si procede ad un’imitazione particolaristica delle cose naturali, non già per “rappresentarle”, ma per vivere con esse un’intima comunione che permetterà di scoprire il loro segreto, la loro misteriosa spiritualità: accostandosi al vero con una già formata concezione del mondo si comprometterebbe la possibilità di ricevere in tutta umiltà il messaggio delle cose…».

E’ forse questo che abbiamo smarrito oggi, a tutti i livelli della nostra società, ossia la capacità di saper capire il “messaggio delle cose”? E ancora: forse ci siamo ridotti così anche perché non riusciamo più a comprendere come l’arte non consista in un orpello superfluo destinato a soddisfare gli oziosi gingillamenti cerebrali di astratti sognatori, bensì rappresenti uno strumento consustanziale alla promozione stessa della vita?

Di fatto per il momento, tocca accontentarsi di una certezza sola: a questo punto, per sbrogliare la matassa ci sarebbe bisogno di gente che i fossi li sa saltare per il lungo. E così nell’attesa, io continuo a lambirli di lato nelle mie passeggiate.



19 commenti:

Marisa ha detto...

Post bellissimo, complimenti caro Gilli, da una piccola immagine di un rivolo d'acqua hai sviluppato diversi temi affascinanti argomentando sull'arte preraffaellita, sulla storia, sulla politica e per finire ci hai lasciato con dei quesiti morali di grande spessore intellettuale.
Gilli, sei un uomo molto interessante, peccato non poterti conoscere di persona, tutti ne saremmo arricchiti.

MR ha detto...

D'accordissimo con Marisa! Bello e interessante questo post. L'arte come promozione della vita... Non avresti potuto usare espressione più eloquente. Forse abbiamo affrontato una tematica simile, caro Gilli. Prova un po' a vedere se ti ritrovi nel mio post? E complimenti per la tua brillante e vasta preparazione. Baci.

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: Mari, mi fai arrossire fin sotto le suole :-) cosa può chiedere di più e di più bello, uno scribacchiante come me, dopo un simile commento? :-) Grazie davvero di cuore, non so cosa aggiungere...

Conoscerci di persona...sarebbe bello, davvero, Mari, anche se questo sarebbe il momento meno indicato per me, è un periodaccio purtroppo...ma teniamo buona l'ipotesi, dai...anche se, com'è noto, dal vivo non sono una persona tanto arricchente :-) vado più per il genere "orso marsicano introverso e timidoide" :-)

Grazie ancora, cara Mari

Bacini preraffaelliti :-)

Gillipixel ha detto...

@->Maria Rosaria: cara EmRose, anche a te, come alla Mari, dico un grazie gigantesco :-) grazie e poi grazie, siete di una gentilezza e carineria speciali, mi fate sentire un po' cittadino onorario di Firenze :-) leggerò molto volentieri il tuo scritto, sarà un piacere, come sempre...mi hai incuriosito col tuo indizio :-)

A risentirci nel tuo spazio commenti :-)

Bacini brillanti e vasti :-)

Occhi blu ha detto...

ehiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!
ci sono prima ioooooooo!!!!!!
avete preso il numero????
io ho il numero U(na) N(obildonna) O(sannante)!
therefore, be quiet and queue up for the Great Poet, please!
:-)

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: eheheheheh :-) non preoccuparti, dear Oubee :-) siete tutte lettrici meravigliose che mi onoro di ospitare, quando volete, nel mio modesto spazio commenti :-)...sono io che dovrei prendere il numero, da tanto che siete simpatiche e gentili :-)

Grazie per i tuoi commenti sempre spiritosi, creativi e tonificanti :-)

Bacini in coda :-)

Occhi blu ha detto...

visto che non ci ospiti che qui, che ne dici se ti ospitassimo noi fuori di qui?
potremmo organizzare un convegno dal titolo:
"Incontro con Gillipix, poeta di campagna"
le spese del viaggio e dell'albergo sono a carico dell'organizzazione ...
;-)

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: ehehehehe, invitante invito, dear OuBee :-) lo tengo buono come opzione futura...però, temo già che per un siffatto convegno, voi gentili lettrici dovrete accollarvi anche l'onere della conferenza, vista la mia leggendaria inabilità oratoria :-)

Ad ogni modo, una cosa è certa: se come sponsor del convegno ci sarà una buona cantina di Chianti, le comunicazioni saranno facilitate di molto :-)

Bacini eno-diplomatici :-)

Occhi blu ha detto...

Risaputa la tua bloggeriana fama di grande cantastorie scritto più che orale, vorrà dire che tu, Gilli, o timido poeta di campagna, tra un bicchiere e l'altro di Chianti, ti limiterai ad ascoltare noi leggere le pagine del tuo intervento scritto.
Poi, al momento finale delle domande sarai talmente allegro che le parole ti usciranno da sole di bocca, una dopo l'altra, correndo felici di essere state finalmente liberate.
E se neppure così dovesse accadere che tu riuscissi a muovere avanti e indietro le labbra liberando le antiche sillabe rimaste imprigionate, don't worry! Ghe penso mi a farte sbottonar, mi che parlo al me can al teefono e el me risponde!
:-)

Occhi blu ha detto...

Oops, dimenticato di dirti:
1) anch'io ho studiato nel mitico favoloso Argan
2) perché non provare il concorso di qualche dottorato di ricerca? non hai che l'imbarazzo della scelta e, con la tua cultura e il tuo cervello fino, 3 anni di stipendio dal Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica sono assicurati (se le cose non sono cambiate negli ultimi 13 anni)
;-)

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: benedèta OuBee, te parli ànca col càn al teefono, te zè propia 'na gran sagoma :-) ma che compagnia ghe vòl par parlà con èo? Telecàn o Vodabau?

Miiii...son sempre più stupido :-) e chiedo venia anche per il mio simil-veneziano indegnamente improvvisato :-)

Devo dire che in effetti il Chianti è uno "scoglilingua" notevole, dear OuBee :-) una volta lo sperimentai di persona e credo di aver detto in un paio d'ore più parole che tutti i 5 anni precedenti :-) i miei amici già non mi sopportavano più, e mi imploravano di tornare come prima, il solito taciturno :-)

Grazie per il suggerimento dottorale...non so, potrebbe essere un'idea...

Bacini a denominazione d'origine controllata :-)

Occhi blu ha detto...

se par queo mi parlo anca co i alberi e il mar ma eori no me risponde come el can!
gò sbajà professiòn! dovevo scoltar me mama e studiar da avocato!

el me primo moroso gera come ti: el gaveva bisogno del vin par farse corajo co e fie ma quando el trovò mi che parlo anca coi muri el scumissiò a ciacoar e desso el fa el comerciaista (el gà da parlar coi clienti)!

ció, ti ze bravo a parlar venessian! ti gà fato un corso intensivo?

informati sul dottorato: anni fa pagavano lo stipendio di un impiegato; inoltre ne puoi fare quanti ne vuoi ...

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: ma come te ghè fato a capir, benedèta OuBee :-) sì, propia così, son sta a la scòla de Bèpi Brustolòn...l'era n'insegnante mezo 'mbriagòn, un po' come el mé venessian :-)

Grassie, benedèta, che te fè sempre el tifo par mì :-)

Bazin venessian :-)

Occhi blu ha detto...

mi capisso tuto! no ti gà capìo che so Maga Magò?

certo che fasso el tifo par ti, Gili caro, se no che amiga saria?

stame ben, vecio!

bazi e bazeti

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: "Gili" in venessian ze propia beo :-)

Bacini vernacolari :-)

Occhi blu ha detto...

Il convegno c'è stato giusto oggi, ma tu dov'eri, Gilli?
www.lacasadellapoesiadicomo.it

E' stato emozionante stare con loro e gli scienziati, sentirli leggere le loro poesie, vedere fragili i primi e sicuri di loro i secondi.
Il concerto di Mozart, poi, ha dato il colpo finale, essendo la villa settecentesca sul lago.

Insomma, Gilli, mancavi tu ...
;-)

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu: ehehhehe, dev'esser stato forte, dear OuBee :-) con Mozart poi...meraviglia...

Ma io non sono un poeta, son solo uno scribacchino, ecco perché non c'ero :-)

Bacini piccoli serenati e notturni :-)

Cristina Berardi ha detto...

Molto bello anche questo post...o non passo mai...o faccio il pienone
:=)))))

Gillipixel ha detto...

@->Cristina: grazie, Cri, mi fa sempre piacere quando riesci a dedicare due minuti alle mie cosette :-) passa quando voi, quando hai tempo, quando ti senti :-)

Bacini passeggeri :-)