martedì 29 novembre 2016

"Un pensiero ogni qualche giorno" 5 - "Mini guizzi impellicciati"

"Un pensiero ogni qualche giorno"

5 - "Mini guizzi impellicciati"

In tanti anni vissuti praticamente circondato da nutrie, non mi era mai successo di vederne in forma di cuccioli. Circa un mese fa, nel giro di una settimana, ho potuto apprezzare almeno in due occasioni questi animaletti anche in versione infante.

La prima volta, in qualità di passeggero, transitavo in auto vicino a un ampio e profondo canale. All'altezza di un incrocio, dove non solo le strade, ma anche i relativi fossi s'intessono fra loro, sul basso ripiano di terra asciutta lì formato, noto la nutria più piccina mai vista fino a quel momento.

Doveva avere non molti giorni di vita, si presentava con grazioso aspetto nutriadolescenziale, intenta in qualche suo tipico armeggiare di zampette, con quella caratteristica aria da topolotto indaffarato che questi roditori sanno assumere quando si mettono a pretendere di comportarsi come se avessero vere mani (anche se, chi apprezza le nutrie sa che loro "hanno veramente" vere mani).

Non ho fatto in tempo a pensare con stupore "...veh, che piccola che è...", che subito un fuggevole movimento periferico ha catturato la coda del mio occhio, invitato ad andarsi a posare su quello che doveva essere un fratellino o sorella nutria del primo soggetto, scostata solo di qualche centimetro. Se la prima era piccola, questa era minuscola, ma già tutta dotata della grazia castoresca degli esemplari adulti. Non si è concessa molto agli sguardi, perché nel giro di un paio di zompetti leggiadri, l'ho vista poi slalomeggiare da gran burlona natante fra i flutti del fossato. Ma tanto è bastato per soppesarne con soddisfazione tutta la sua eleganza minimale eppur così sapiente.

La seconda epifania micro nutriale m'è successa poco dopo. Dalla cima dell'argine si domina un prato prospiciente a un laghetto molto apprezzato dalle nutrie. Di solito lì pascolano placide, piccole mandrie d'arancio dentate. Ma in quella circostanza, ce n'era un esemplare e basta, apparentemente sorpreso in solitaria passeggiata.

Anche stavolta però l'apparenza ingannava. Poco lontano infatti, quasi a confondersi col rigoglio vegetale, noto una strana conformazione a serpentello, quasi intrecciata con gli alti ciuffi erbosi e semisommersa. Per la distanza, non capisco bene cosa sia, ma c'è voluto pochissimo a sciogliere il dubbio. Era niente meno che un trenino di cuccioli minuscoli, indaffarati a sguazzare fra l'erba con la stessa abilità dimostrata nell'acqua. La cosa più bella è stata che ce n'erano forse tre o quattro, ma a vederli sgusciare così coordinati e in perfetta sincronia, sembravano emanare una sola armonica aura di dinamismo giocoso.

Non avevo mai visto nutrie così piccole. E adesso so che anche loro possono dire di aver posato le zampe sul terreno della fanciullezza, in qualche periodo della loro vita.

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