giovedì 16 settembre 2010

La rivoluzione liofilizzata


Da che uomo è uomo, e la bestia è bestia, sono sempre esistiti i rituali.

Anzi, ci si potrebbe allargare sino a dire così: il livello di complessità nell’elaborazione di rituali è assumibile come parametro per soppesare il grado di sviluppo “culturale”, intellettivo e “strategico-sociale” conquistato da ciascuna specie nella propria millenaria esperienza comunitaria.
Senza i rituali, probabilmente nessun genere di viventi avrebbe mai potuto dare adito ad una propria evoluzione d’identità e di “complessità culturale”, ma soprattutto mai sarebbe sopravvissuto al meccanismo perverso ed inesorabile dettato da una forma d’estinzione particolarmente precoce.

Ad esempio: in assenza del concetto di rituale, la lotta per accaparrarsi i favori di una femmina, anziché risolversi a suon di gozzi ostentati rigonfi e purpurei, o con quattro scambi di cornate a salvaguardia della zucca, oppure ancora con lo sfoggio di automobilone di lusso, cariche politiche e valentia sportiva, si sarebbe giocata su mazzate vibrate in tutta concretezza e gravemente debilitanti, in ciascun frangente, sia per il singolo, sia per il gruppo sociale tutto.

Il rituale è insomma da sempre lo strumento a disposizione delle specie diverse per convogliare l’aggressività, tramite la risoluzione dei conflitti, incanalati entro “forme espressive” di confronto socialmente condivise e ratificate, evitando in questo modo lo scontro fisico e la diretta violenza autodistruttiva, oltre che per l’individuo, anche per la specie stessa.

I rituali offrono anche l’occasione di riflettere sull’inevitabilità di taluni meccanismi sociali tipici della specie umana e sulla loro “irresolvibilità” ed “inestirpabilità” di fondo. Meccanismi esorcizzabili appunto solamente tramite rituali.
Fra queste verità storicamente ineluttabili e comunitariamente indifferibili, ci sta anche il fatto che i ricchi esistono, son sempre esistiti, e sempre esisteranno. In modo particolare, i ricchi sfondati, gli opulenti sfondatoni, i doviziosi esagerati e sesquipedali.

Oggi, per chi possiede velleità di rivolgimento sociale ma non volesse perdere il proprio tempo ad impiantare rivoluzioni di sorta con tutti i crismi, nella consapevolezza dettata ormai dalla “lezione storica” che lo stravolgimento epocale difficilmente conduce a risultati effettivi (mentre i danni collaterali sono immensi), è a disposizione un nuovo rituale a prezzo modico.

Un euro e cinquanta, per la precisione. Basta acquistare il "Corriere della sera" ogni giovedì mattina, con relativa rivista allegata: “Sette”.
Quasi a metà strada fra la piacevole rubrica di libri curata da Antonio D’Orrico ed il simpatico trafiletto di Danilo Mainardi sulle più stupefacenti curiosità del mondo animale, potete regolarmente rinvenire una doppia paginata dedicata ad articoli di moda altamente lussuosi.

Dico che queste due pagine modaiole di “Sette” costituiscono un rituale “sbollisci-rivoluzione”, perché ti offrono un comodo margine di schiumare rabbia nei confronti dei riccastri più smodati, ma senza correre il rischio di venir colto dalla tentazione di appenderne qualcuno per gli zebedei sulla Piazza Rossa, perché l’opulenza è solo evocata, ma il nababbo spavaldo non ce l’hai di fronte proprio in carne, portafogli e ossa.

Ecco un piccolo saggio, riferito ad un paio di “modesti” mocassini (cito da “Sette” testualmente, non vi sto prendendo in giro): «…Pratico ma elegante. Comodo durante le ore trascorse in ufficio, ma anche perfetto per l’aperitivo serale con gli amici. Il mocassino è la scarpa giusta per tutte le occasioni e completa il look, più o meno sportivo, perché è un classico sempre attuale. Ecco la versione in coccodrillo con la suola a pallini Car Shoe. Disponibile in molte varianti di colore (1250 €)…».

Leggendo roba simile, dopo aver sentito il manto scrotale tendersi all’estremo per la pressione cagionata dalla bile in eccesso ivi erroneamente convogliata, puoi sacramentare innocuamente davanti all’immagine del relativo mocassino, senza arrecare danno effettivo al riccastro ipotetico. Puoi maledire in santa pace il “creso” medesimo senza torcergli di fatto un capello, mentre immagini di mazzolarlo con piacere sul malleolo elegantemente lasciato scoperto dal suo mocassino da 1250 micragnosi euro, servendoti del pratico martelletto usato dai ferrovieri per verificare l’efficienza dell’impianto frenante del convoglio.
In questo modo, la pellaccia del possidente è salva, il pericolo di degenerazioni sociali violente ed incontrollate è scongiurato, ma le soddisfazioni di una nostra piccola rivoluzione interiore ce le siamo levate.

Ecco invece un altro saggio dell’agevole applicabilità del nostro rituale (ripeto, ad ulteriore scanso di equivoci: non m’invento nulla e cito sempre testuali parole da “Sette”):

«…Passi bicolor. Sintesi tra gli scarponi da montagna d’antan e la stringata anglosassone con decori a coda di rondine. I nuovi boots bicolor di *** *** sono realizzati in un’insolita combinazione vitello e alligatore trattato suede. Ganci in metallo, inserti in legno e suola carro armato, mix giusto per chi, anche nel tempo libero, non rinuncia allo stile. (6300 € circa)…».

In questo caso la soddisfazione del “rivoluzionario rituale” si concreta tutta nel pensare il riccone mentre passeggia sfoggiando orgoglioso i suoi prestigiosi “boots bicolor”, incappando però sul più bello, e qui perdonate se il mio favellar si fa arditamente oscuro ed allegorico, su di uno stronzo “king size” lasciato cadere sul marciapiede con tempismo ineccepibile da un alano obeso che aveva giusto giusto fatto in tempo a ritrovare la sua naturale regolarità.
Le risate rivoluzionare, al pensiero che a quel punto, lo spropositato benestante potrà sfoggiare i suoi boots finalmente impreziositi da questo restyling in tricolor inviato dalla provvidenza!

Insomma, cari amici rivoluzionari impigriti ed ormai smaliziati dalla storia: ora sapete di avere a disposizione il rituale che fa per voi. Sperando solamente che nel frattempo quelle righe non diano troppo nell’occhio di qualche operaio reduce dal turno di notte in fonderia, appena rincasato nella sua casetta giocondamente vessata da vampiresco mutuo a tasso variabile.
Io ho il vago sospetto che s’incazzerebbe “leggermente”, e forse del rituale non si accontenterebbe più di tanto…voi cosa ne dite?



4 commenti:

Yossarian ha detto...

Stavolta siamo perfettamente d'accordo.

:-)

Gillipixel ha detto...

@->Yossarian: eheheeh, lieto che tu abbia aderito alla causa dei rivoluzionari pigri, Yoss :-)
se troviamo un terzo, possiamo fondare immantinente un comitato permanente :-)

Ciao e sempre tante grazie per la tua assiduità di lettore che per me è ogni volta un bellissimo stimolo a sfornare sempre più mirabolanti surrealismi :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

uhmmm temo che l'effetto di codesto rituale su di me non sia esattamente pacificatore, l'idea che qualcuno spenda 6300 euro per un paio di scarpe e poi magari ci va pure in giro come se niente fosse, scatena in me un desiderio omicida... certamente centra qualcosa la rata del prestito o magari quella al dentista o forse che sia l'affitto? ahi ahi ho un dolore al portafoglio terribile dopo questa lettura ;-)

Gillipixel ha detto...

@->Farly: eh già, mi sa che ho toccato un tema un po' scottante, stavolta, cara Farly :-)

Volevo però precisare un concetto, che forse non ho sviscerato a dovere nel mio scritto: non volevo sostenere che essere ricchi sia un male o una colpa...se chi ha fatto i soldi, li ha fatti grazie a talento, impegno e carattere, non c'è altro che da dargliene atto...è nella realtà delle cose: i più dotati ottengono di più dalla vita...sarà forse poco equo, ma è la realtà ad essere fatta così...per questo le rivoluzioni, dall'alto del loro ideologizzare il mondo, hanno spesso preteso di forzare la realtà ad essere ciò che essa non è...e questo irrimediabilmente causa danni collaterali imprevedibili...

Altra cosa è l'opulenza ostentata sfacciatamente, o quella raggiunta con mezzi non proprio nobili...e altra cosa ancora è un'eccessiva sperequazione di ricchezze determinata in comunità deboli e prive di correttivi sociali ed istituzionali per una più giusta distribuzione della ricchezza...

Ecco, queste ultime tre componenti sì che fanno incazzare :-)

Bacini socio-caotici :-)