“...E allora senti cosa fo’ soddisfazione non ti do
divento femminista, mi vesto trasandato
e quando al mare vado, a culo nudo sto...”
Stefano Rosso - 1978
divento femminista, mi vesto trasandato
e quando al mare vado, a culo nudo sto...”
Stefano Rosso - 1978
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Io sono pigro, si sa.
L'umanità si sarebbe estinta ormai da secoli, se fosse dipeso da individui dotati della mia “vis competitiva”. Gli stratagemmi più estremi adottabili nella lotta per la sopravvivenza della specie, si sarebbero risolti in gioviali ed improduttivi buffetti darwiniani, con conseguente fioco addormentamento dell'umana schiatta (portando così a compimento, fra l'altro, anche la naturale deriva etimologico-sonora del termine: una schiatta cosa potrebbe fare d'altro canto, se non schiattare?).
«...Uno sbadiglio vi seppellirà...» sarebbe stato il motto sulle cui ali si sarebbe involata la nostra infertile contestazione del '69 (...che, si sa: con quello di certo non si figlia, ma quanto gusto ci si piglia...).
Non solo non potrei stare seduto davanti a questa tastiera, a quest'ora di questo giorno di questo secolo, se fosse stato per tipi indolenti come me. Altro che computer o internet, nemmeno il piccione viaggiatore ci saremmo mai concessi: per solidarietà con le rivendicazioni sindacali del simpatico pennuto, mai l'avremmo costretto a trasportare missive in capo al mondo.
Solo becchime a iosa e tubate in libertà con la sua bella in piccionaia, gli sarebbero stati riservati.
Se c'è da lavorare, lavoro. Ma non datevi troppa pena a riguardo: mai mi sentirete dire che la cosa mi vada a genio più di quel tanto. Devo averlo nel DNA.
Fra i miei avi, c'è gente che se l'è sempre cavata con dignità, senza però dannarsi mai l'anima in preda ai furori dell'attivismo.
Leggenda vuole che fra la schiera dei miei tri o quadrisavoli, in tempi ampiamente pre-televisivi, durante le placide serate trascorse in silenzio davanti al camino, in compagnia del crepitio dei tizzoni azzannati dalla vampa, se ne celasse anche qualcuno capace di sopportare i limiti di un principio di ustione ai garretti, piuttosto che fare lo sforzo di scostare la sedia due centimetri indietro.
La competizione mi mette addosso malinconia.
E mi fa paura, mi inquieta all'inverosimile, pensare che incombe un'ondata di miliardi di cinesi pronti a tracimare, per lavorare 18 ore al giorno. Così come mi ha messo una grande tristezza, sentire Marchionne da Fazio, quando diceva di fare altrettante ore di lavoro, di ventiquattro che lui ce ne ha. Anche se in quel caso, andrebbe precisato che il suo non è propriamente un “lavorare”. Non nego che sgobbi di brutto, ma il suo credo sia più un socratico “dare alla luce in ciò che è bello”. Il che non è prerogativa solo degli artisti: può capitare a tutti, quando si oltrepassa una certa qualitativa soglia dell'operare tramite l'ingegno.
Ricordo anche di aver sorriso col cuore, sentendo, sempre da Fazio, il buon Lelio Luttazzi dichiarare la sua sempiterna idiosincrasia nei confronti del lavoro. «...Visto che c'è sempre stata in giro una gran quantità di gente volenterosa e vogliosa di lavorare, io mi sono sempre fatto un po' da parte, lasciando loro il posto...», celiò con la sua ironia di gran classe, il vecchio Lelio.
Sarà dunque per tutti questi motivi sparsi nel tempo e nello spazio, che alla fine mi esalto, quando incontro una frase di questo tipo:
“...Non occorre che tu esca dalla stanza: rimani seduto al tavolo e ascolta.
Non ascoltare neanche, limitati ad aspettare.
No, non aspettare nemmeno: resta tranquillo e solo.
Il mondo ti si offrirà liberamente.
Non ha altra scelta che farsi smascherare...”.
Franz Kafka
7 commenti:
Che post carino...
Mi ha fatto molta simpatia il tuo avo che pur di non affaticarsi a spostare la sua sedia si è bruciato i "garretti".
Per quanto riguarda la competizione, in una società fatta di sgomitate e prevaricazioni anche se non hai una vocazione per la competizione spesso non ti lasciano scelta perchè ti ci trascinano in mezzo.
Bacini oziosi
la pigrizia è una tentazione potente al pari della cioccolata. e come non adagiarsi beatamente nelle situazioni che così simpaticamente descrivi! comunque, per ciò che mi riguarda alterno momenti di puro relax, ma proprio di prima scelta, a iperattività sfrenata... e questo fa parte del mio essere folle.
baci
@->Mari: grazie Mari, sei sempre di una gentilezza così delicata...
Lo so, lo so: non si può fare a meno di competere un minimo, se non vuoi essere affondato :-)
Da un certo punto di vista, è giusto voler fare le cose per bene, cercare di riuscire al meglio in ciò che si fa, provare fierezza per il proprio operato...ecco, se c'è un solo modo in cui posso intendere la competizione, è quella che si può innescare con se stessi, una continua sfida a fare sempre meglio...ma la solidarietà e l'ascolto degli altri non devono mai passare in secondo piano...non per niente, ho un background di chierichetto di tutto rispetto :-)
Bacini con inchini (..pigri...) :-)
@->Maria Rosaria: ti dirò cara Em Rose, che con l'esperienza accumulata, sto imparando a gestire la pigrizia, cercando di trarne il meglio possibile :-)
Se uno ci si lascia andare a peso morto, senza guidarla, finisce per soccombere...
Invece, se si sanno dosare i momenti pigri con quelli in cui bisogna pedalare, alla fine il bilancio non è poi così male :-)
In questo senso, direi che non sei affatto folle, ma saggissima :-)
Bacini di pigrizia fondente :-)
@->Marisa & Maria Rosaria: care simpatiche amiche canore :-) scusandomi per il ritardo nel rispondere ai vostri graziosi commenti, colgo l'occasione per inviarvi una seconda folata di bacini inoperosi :-)
bellissima la frase di kafka, in fondo perché cercare altrove ciò che hai già nel tuo giardino? bacetti zen
@->Farlocca: certo, se uno la prende proprio alla lettera, cara Farly, quella frase è piuttosto inapplicabile...ma non so, quando la leggo, mi fa stare bene :-) quasi come un buon bicchiere di chianti :-) ...e allora, cosa pretendere di più da una frase? :-)
Bacini con tannini :-)
Panic dice blogspot: di certo si riferisce alla canzone egli smiths :-)
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