martedì 24 maggio 2011

Deratizize yourself


Quando ero bambino, mentre stavo diventando Gilli ma prima ancora che mi crescessero i pixel sotto le ascelle, avevamo i conigli. Non abbiate timore, però. Questa non sarà una nuova puntata di “catarifrangimento” degli zebedei all’insegna dei miei ricordi fanciulleschi. Se tiro in ballo i simpatici e pelliccevoli trapanatori di tane della mia infanzia, è solo per introdurre poi un altro discorso.

Benché destinate, ahimè, a finire in padella, a casa mia le care bestiole caudate “a pon pon” venivano trattate con riguardo e nutrite con buon grano, mais, erba medica, più tutti i comfort dovuti per una sana ed equilibrata crescita “conigliare”. Le loro riserve di cibarie, soprattutto il frumento, venivano custodite dentro dei secchi, che inevitabilmente finivano per attirare le bramosie di altri cugini roditori, tipo topastri e rattazzi di ogni genere.

Per scoraggiare i commensali abusivi, si provvedeva allora a lasciare in giro appositi pacchettini molto ghiotti per il topastro di turno, ma, sempre per il medesimo, letali il giusto da lasciarlo stecchito “ad incisivo inerme”, nel bel mezzo del fiero pasto. La cosa che appresi tuttavia con mia somma meraviglia bambinesca, era che dopo qualche generazione di ratti convitati a quei banchetti fatali, gli eredi andavamo sviluppando una loro immunità verso il veleno propinato. In pratica si tramutavano in una sorta di corazzate topesche in grado di gustarsi il frumento condito con pinzimonio di veleno. Per cui, se si voleva sperare in un qualche successo nella dissuasione topesca, dopo un po’ era necessario optare per prodotti diversi e più efficaci.

Detto questo, lasciando un attimo in sospeso i miei antichi stupori di bambino, smontate pure il teleobiettivo ed avvitate il grandangolo, che ora passo a parlare di faccende più attuali.

Non so se vi è capitato di vedere lo spot di quel canale tv che propone una nuova forma di intrattenimento. Anche se i dettagli non li ho capiti granché, mi pare che la cosa consista nella possibilità, da parte dello spettatore, di crearsi da solo tutta la programmazione in assoluta autonomia, definendo egli medesimo i tempi e i contenuti più graditi.

In linea di massima, l’idea sembra eccellente. Anzi, sarà certamente così. Una piccola rivoluzione del concetto di tv, per decenni sempre e solo subita passivamente, ora invece messa a disposizione con una flessibilità d’uso impensabile in passato.

E’ stato però il modo di presentare la novità in questo spot che mi ha leggermente insospettito, fin dai primi attimi. Ci sono questi personaggi famosi, molto cari al grande pubblico, che vengono fatti passare in rassegna in ambientazioni rilassanti ed amichevoli, e a turno sciorinano ciascuno una massima di saggezza tratta dalla più pura “dottrina antitelevisiva”.

Uno degli illustri testimonial se ne esce con una frase grosso modo di questo tenore: «…Dai valore al tuo tempo con una passeggiata, il film in tv te lo guardi dopo…». Un’altra rincara la dose: «…E’ ora di riprendere in mano quel libro lasciato a metà…». Fino all’apoteosi finale, con una sentenza solenne che, se letteralmente non è proprio come ve la riporto, nella sostanza del senso suona quasi come l’epilogo della “parabola del virtuoso snobbatore tv”, una cosa tipo: «…Non di sola televisione vive l’uomo, ma di ogni occasione che esce dalla bocca dei Numi Tutelari del tempo libero…».

Insomma, se ne escono con tutta una sequela di proclami, che non sembra più di essere dentro la pubblicità di un canale tv, ma nel bel mezzo della sagra del luddismo catodico, alla grande esposizione universale della “tele-clastia”. Tanto che, per la gran puzza di stonatura subodorata, ad un certo punto mi sono tornati in mente proprio i vecchi ratti mutageni della mia infanzia.

Non si comporta forse in modo analogo il pubblicitario moderno, quando si trova a dover fronteggiare il veleno della disaffezione dal prodotto, espressa dal potenziale cliente? Come i topi che ambivano a foraggiarsi del cibo destinato ai miei conigli, anche gli spottaroli odierni si corazzano di nuove stupefacenti abilità nel raccontar palle, pappandosi in un boccone la rinnovata credulità del consumatore.

Per colmo di coincidenza, era capitato diverse volte anche a me di ricevere telefonate nelle quali mi veniva proposto di sottoscrivere un abbonamento televisivo parallelo. Ogni volta ho sempre declinato l’offerta e in risposta all’insistenza dell’interlocutore, che voleva sapere la rava e la fava del mio rifiuto, mi pare di aver anche detto una volta che se proprio non c’era niente sui canali tradizionali, non mi faceva poi così schifo andarmene a letto con un buon libro in mano.

Pensavo di essere stato astuto come un cervo, ma non sapevo che la mutazione genetica eri lì dietro l’angolo, in agguato per compiere l’adeguamento di resistenza anche alle forme più velenose di disinteresse consumistico.

Cosa non ti è dunque andato a studiare il pubbli-topastro, il ratticitario? Si è armato d’ingegno ed ha operato la sua permuta identitaria per ingollarsi in un sol boccone la rinnovata e venefica disaffezione del telespettatore.

Alla fine, tutta l’operazione, così come tanti altri meccanismi fondanti dell’apparato pubblicitario, suona un po’ con sfumature sconsolanti. Si profilerebbe quasi un sentore diabolico di sottofondo, se non fosse per il fatto che i termini sono sgangheratamente ribaltati.
Un tempo l’anima, se decidevi di venderla, ti veniva ripagata con controvalori straordinari. Adesso invece di straordinario c’è solo il rovistamento della tua anima, delle tue abitudini, dei tuoi gusti, delle tue predilezioni, delle inclinazioni, e in conclusione della fola, se decidi di fare l’affare, ti tocca pure sborsare te dei quattrini...

Ah, vecchio Faust! Se anche tu avessi avuto la casa infestata dai ratticitari, non so come te la saresti cavata…

8 commenti:

Marisa ha detto...

Molto carino il tuo post, dei ratti di solito ne ho orrore ma i tuoi sono perfino simpatici.
Senti ma forse ti riferisci a quella nuova versione del grande fratello in cui era lo spettatore a dare le direttive o ordini agli idioti rinchiusi nella casa?
So che dopo la prima puntata hanno chiuso il programma perchè non se lo filava nessuno.
Quanta porcheria si vede in tv!
squitt, squitt...

Luce ha detto...

e' vero a volte i media quando parlano di loro stessi finiscono per fare ironia o per autotrattarsi come topi da sperimentazione genetica... peccato che alla fine escano fuori dei brutti esperimenti da laboratorio!

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: eheheheh :-) grazie, Mari...sono contento di esser riuscito a suscitare simpatia anche con le strade narrative topesche :-)

No, no, non parlavo del Grande fratello ad idiozia potenziata :-) fosse stato quello, sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa :-)

Mi riferivo invece ad un canale tv fra i più famosi (non faccio il nome perchè non è questo il punto...), che propone questo nuovo modo di vedere la tele, con possibilità di decidere in autonomia sia i programmi da vedere, sia quando vederli...

Forse non l'ho sottolienato a sufficienza, ma non è tanto l'idea in sè che contestavo...quella può essere anche interessante...ma ciò che volevo sottolineare è il modo in cui cercano di blandirti sempre e comunque pubblicitariamente...no, dico, in un mondo in cui ormai, commercialmente parlando, ti venderebbero anche la propria nonna in salamoia :-) cerando ancora di spacciare un mero mercanteggiamento per nobile gesto :-)

E' la pervicacia pubblicitaria che dà fastidio, anche quando è celata dietro apparente gentilezza...è quell'insistenza a volerti a tutti i costi compratore sempre e comunque...tutto qui :-)

Bacini gratis :-)

Gillipixel ha detto...

@->Luce: ciao Luce :-) ben ritrovata...credo anche io che tutto l'universo dei media sia proprio un grsoo e bizzarro laboratorio, ma interessante da osservare: se ne vedono di tutti i colori, cose paradossali e inverosimli, che tuttavia vengono cucinate in modo che appaiano sotto una veste di assoluta normalità...

E' un mondo delicatissimo, nel quale purtroppo i furbi e gli arruffoni possono far successo anche a scapito della correttezza...

Va beh, niente, meglio che mi azzitto se no sembro sempre più il vecchio rimbambito del condominio :-)

Bacini luminosi :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Brillante Gilli, centri il bersaglio della questione al primo colpo! Post bellissimo e scritto benissimo, manco stiamo qui a dirlo!:)))))))))))
La storia dei topini che dopo un po' fanno il callo al veleno è la conferma che sono animaletti (purtroppo per noi) di un'intelligenza rara e praticamente indistruttibili, il piano B del Signore in caso il piano A fosse andato male. Il piano A teoricamente siamo noi.:(
Riguardo alla furbizia dei pubblicitari che finalmente ci autorizzano a far l'amore (detto da Alessandro Gassman, è un'istigazione alla violenza sessuale nei di lui confronti, mi sembra chiaro, sto parlando a nome del 99,9% della popolazione femminile etero) invece di star lì a tambasiarci gli zebedei con le repliche dei telefilm, che vuoi dire, niente, ne prendi atto. Sventolarci sotto il naso il vassoio di pastine è il loro mestiere...Oggi comunque ho fregato una poveraccia della Vodafone dicendole cosa pago di canone telefono/pc...mi fa, così poco? e si è intristita...mi è venuto uno struccone al cuore, pora stela, sarà tornata a casa a svuotarsi il bibbone di gelato all'amarena che aveva in freezer.
Certe volte siamo crudeli e nemmeno lo vogliamo.
Siamo furbi come topini, ecco la verità.;)))))))
Spotty dice belight! che bella parola, un invito!

Gillipixel ha detto...

@->Vale: grazie, grazie e grazie, Vale :-) obrigado, sei troppo gentile :-)

Cosa ci possiamo fare, Vale...è una jungla :-) noi cerchiamo in tutti i modi di farglielo capire che la prigrizia è la Via :-) la gentilezza, la comprensione, l'ascolto e la lentezza sono il Verbo :-)

Ma "loro" insitono che bisogna essere competitivi, bisogna sgomitare, bisogna campare sulla concorrenza spietata...poi però quando qualche volta rimangono scornati, mica ci possiamo fare niente :-)

Belight è bellissimo :-) un po' un misto tra delight e un invito ad essere luminosi :-)

Nel salutarti, ribadisco la mia ammirazione per la capacità nel creare paroluzze sfiziose :-)
"tambasiarci" :-) ehehehehhehe...è fortissima :-)

Bacini equi e solidali :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

eeeeh sì lo sanno tutti che il pubblicitario è un animale estremamente adattabile. la sua capacità di sopravvivenza è quasi illimitata :-D mi sono divertita proprio a immginarmeli vestiti da ratti, non da topini, ma ratti che si sa, essendo la razza animale più intelligente del pianeta, piano piano lo eriditeranno....

ottimo compendio musicale!

bacetti adattabili

Gillipixel ha detto...

@->Farly: ecco, sì, Farly, con la pubblicità ho da sempre un rapporto ambivalente, anzi, polivalente :-) per certi versi mi fa incacchiare, per altri è fonte infinita di spunti ironici e critici sulle distorsioni della modernità, altre volte è divertente e non è successo di rado che mi sia anche commosso di fronte ad uno spot fatto particolarmente bene :-)

Possiamo alla fine dire che è una delle forme espressive più emblematiche della nostra epoca?...eh digiamolo :-)

Bacini per gli acquisti :-)