domenica 2 gennaio 2011

"Il maledetto compito"


«...Perchè nel libro segreto dei miei ricordi il sabato pomeriggio e la domenica mattina saranno così lieti e assolati, mentre il pomeriggio della domenica sarà così cupo, uggioso, triste? Sarà il ricordo del compito per casa a darmi quell'angoscia che mi porterò dietro per tutta la vita.

Trascorrerò due anni in campo di concentramento, e più di un anno in prigione: là tutti i giorni saranno uguali e non avranno nome. Non esisteranno calendari, ma io sentirò quando sarà domenica. E se in vecchiaia odierò il pomeriggio della domenica e lo sentirò pesare sulle mie spalle, la colpa sarà del compito per casa. Del compito che mi aspettava al varco, la sera della domenica quando avevo terribilmente sonno.

[...] E quando successivamente si parlerà di abolire i compiti delle domeniche, stanerò dal suo angolino quel ragazzino con i capelli alla Bebè e gli mostrerò il giornale: lui leggerà sillabando i titoli "Niente compiti alla domenica" e, guardandomi con grandi occhi rotondi: "Anch'io?" mi domanderà con ansia.

"Tu no, povero Giovannino" gli risponderò. "Per te è troppo tardi. Fino al giorno in cui io vivrò e tu dovrai vivere nel mio vecchio cuore, avrai ogni domenica il tuo compito da fare".

(La nostra fanciullezza non muore, vive perennemente in noi e diventa sempre più viva col passare degli anni. Quando il compasso chiuderà il cerchio, l'ultimo punto è più lontano ma è anche il più vicino perchè coincide con esso).

Il ragazzino mi guarderà coi suoi occhi pieni di angoscia. "Giovannino" gli dirò "torna nel tuo angolino in fondo al mio vecchio cuore. Oggi è domenica, la sera sta cadendo e tu devi fare ancora il compito".
"Il maledetto compito" preciserà perchè ci conosciamo a fondo e ha confidenza in me...»

"Chi sogna nuovi gerani?"
Giovannino Guareschi - 1993


11 commenti:

ANTONELLA ha detto...

sì, c'era questa spada di Damoclke della domenica pomeriggio. Ma una soluzione ci potrebbe essere: la trasgressione. Insomma trasgredire al proprio dovere e dire. " ho dimenticato il quaderno a casa.
Qualche volta funziona.
E' vero, l'infanzia non solo ritorna, ma bivacca nella nostra anima con più fervore e più malizia ad ogni anno che passa. Baci bambini

Lara ha detto...

Effettivamente, come Guareschi, ho per molti anni trovato la domenica pomeriggio di una tristezza unica.
Ma non associo questo ai compiti. Piuttosto alla gente per le strade, una specie di provinciali tirati a festa :) patetici, grezzi...
Anche adesso che provinciale sono diventata io, non esco quasi mai il pomeriggio della domenica: mi rifugio in casa, possibilmente con libri da leggere.
Ciao Gill, bacini campagnoli.
Lara

farlocca farlocchissima ha detto...

bello davvero questo brano. c'è ancora lì in fondo, dentro ciascuno di noi, il/la ragazzino/a tormentato/a, la creatura che si porta dietro i disagi antichi. magari si riesce a curarlo, in fondo basta convincerlo che non è domenica, non è mai domenica, è sempre sabato là in fondo :-)

buon inizio di settimana,

Marisa ha detto...

Beh, capisco lo stato d'animo che descrivi e lo fai così bene che mi sembra quasi di sentire quell'angoscia ma devo dire che per me non è stato così.
Durante le varie scuole i compiti li facevo tutti al sabato proprio per essere lbera la domenica ma quando poi sono andata al conservatorio ho odiato la domenica, le feste di Natale e le vacanze estive perchè ero costretta a stare lontano da scuola.
Ehm... strano eh?

Gillipixel ha detto...

@->Antonella: Anto, la tua soluzione ha il suo fascino :-) ma forse non sempre si trova la forza di riuscire ad attuarla…però può funzionare veramente: bisogna solo fare un bilancio preventivo fra possibili danni ed eventuali vantaggi, derivati dalla dichiarazione di aver scordato il quaderno a casa :-)
In molte visioni filosofiche / religiose, ricorre questo tema dell’eterno ritorno, se non addirittura dell’illusorietà dello scorrere del tempo…in questo senso, il fatto di percepire noi stessi calati lungo lo scorrere nel tempo, di volta in volta in una differente età della vita, sarebbe solo un’illusione dettata dalla nostra limitatezza recettiva della realtà…secondo queste visioni, noi saremmo invece un individuo che è sempre un unico se stesso temporale, in un eterno presente, contemporaneamente sempre bambino, sempre adulto, sempre vecchio, tutto in una volta…
Chissà, forse è per questo che a volte ci pare di sentirci appartenere ad una diversa età rispetto alla nostra: perché ci siamo già dentro, ma non ne siamo pienamente consapevoli :-)
Bacini per ogni età :-)

Gillipixel ha detto...

@->Lara: credo che tu abbia centrato uno dei significati principali della domenica pomeriggio, Lara…è esattamente così: provinciale :-) Ma in un senso che la geografia c’entra poco…la domenica pomeriggio è l’espressione di un provincialismo dell’animo, che è ben più grave di quello geografico :-) è pacchiana e inutilmente pomposa, è espressione di un tempo speso nell’incapacità di ascoltare gli altri, la natura, le cose…infatti, una delle maggiori espressioni nelle quali questo provincialismo si è riversato ai giorni nostri, sono le gite al centro commerciale, a fare grosse abbuffate di nulla e di vacuità mentale :-)
La domenica pomeriggio è per me anche una potentissima molla capace di farmi scattare dentro lo snobismo culturale più estremo e selvaggio :-) Infatti ieri sera, a mo’ di ribellione spirituale contro l’atmosfera domenicale, ho ripreso, per l’ennesima volta, la lettura di “L’uomo senza qualità” di Musil :-) Ecco, in questo la domenica pomeriggio si può considerare un tempo fertile, perché da una parte fa anche incazzare, e per bastian contrarietà, induce a gesti di eroismo culturale particolarmente pregevoli :-)
Bacini cosmopoliti :-)

Gillipixel ha detto...

@->Farly: Cara Farly, ieri, verso sera, addentrandomi nel clima da rientro post-mini-vacanziero natalizio, mi ha colto un attimo di sconforto…mi è tornato allora alla mente questo brano di Guareschi (un autore la cui grandezza non è ancora stata riconosciuta come meriterebbe) che mi sembrava calzare alla perfezione…
E’ nella nostra natura altalenare continuamente fra momenti di gioia / piacere / spensieratezza e altri di malinconia / fastidio / noia…i primi si nutrono dei secondi, e viceversa…le abbuffate, le ronfate senza limite, il giocoso stare in panciolle con un libro sotto al naso, non sarebbero attività così belle se non fossero contrapposte a momenti di dovere e scomodità…
Ho letto recentemente di un monaco buddhista che si premurava di costellare le proprie giornate di piccole scomodità distribuite lungo le ore…probabilmente il suo scopo non era questo, ma credo che una simile strategia torni utile anche per un pratica consapevole dei piaceri: essere dei veri intenditori del godimento, significa possedere una buona consapevolezza anche della pallosità e della malinconia di certi aspetti della vita, riuscendo a cogliere l’energia rigenerante che si annida in questi momenti più scarsi :-)

La tua ricetta per svicolare dalla modalità domenicale, cerco di applicarla da qualche anno a questa parte :-) E devo dire che spesso riesce…ma ieri sera, non so, mi sono fatto cogliere impreparato :-)

Bacini scomodi ma saggi :-)

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: ti dirò, cara Mari, il "meccanismo" piscologico-emotivo che descrivi a te così congeniale, un po' lo sto apprendendo col tempo anche io :-) Ieri sera, non so cosa mi ha preso, ma era tempo che non sentivo così intensa questa sensazione pesante da pre rientro feriale...
Però c'è di bello, che rispetto ai tempi della scuola, adesso recupero abbastanza alla svelta...ad esempio, stamattina, facendo il mio ingresso in città, ho piantato due accidenti ad un automobilista, ho maledetto un po' la città, e mi sono sentito subito a mio agio :-)

A parte gli scherzi (però le maledizioni ci son state davvero, ma bonarie...:-), volevo dire che ho imparato ad apprezzare anche i disagi calcolati e in cui si sa che ci si deve re-immergere...
Alla fine, in effetti, il meglio sarebbe riuscire ad apprezzare l'alternarsi di momenti di spensieratezza e momenti di impegno...il fatto che non vedevi l'ora di ritornare al conservatorio, non era altro che un chiaro sintomo della tua bellissima passione musicale :-)

Bacini pentagrammati :-)

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: ah, volevo precisare, Mari: forse non ho riportato il brano in maniera graficamente efficace, e poteva dare adito a malintesi, ma stavolta è tutta una citazione da Guareschi, io non ci ho aggiunto proprio nemmeno una parola...era insomma un articoletto pigro, senza nulla di mio :-)

Bacini precisini :-)

Marisa ha detto...

No, caro Gilli, la colpa è mia che sono stata frettolosa e non ho letto le ultime righe del tuo post.
Ma sinceramente non essermi accorta della firma e dando per scontato che fosse stato scritto da te, vorrà dire qualcosa, eh? ;o)

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: troppo gentile, Mari, troppo gentile :-) però Guareschi è comunque una vetta troppo elevata per me...inarrivabile ad ogni modo :-)

Bacini a cigliegia :-)