venerdì 18 marzo 2011

Nostalgia militante


Vi ricordate quando da piccoli vi domandavano: «...Che mestiere ti piacerebbe fare da grande? Cosa vorresti diventare…?...».
Ebbene, se si potessero porre due condizioni la cui realizzabilità mi sembra di poter valutare nell’ordine di un “impossibilismo” pressoché totale, oggi, ben rifornito del senno di poi, mi sentirei di rispondere con molta più cognizione di causa di un tempo.

La prima condizione sarebbe data dalla possibilità di tornare indietro nel tempo, e già qui la cosa la vedo abbastanza dura.
Il secondo presupposto dipenderebbe invece dall’esistenza di un nuovo tipo di professionalità, attualmente purtroppo ancora relegata in un’incerta dimensione a metà strada fra il dilettantismo puro, l’espressione folcloristica popolare e una sorta di volontarismo esistenziale poeticizzante.

Sto parlando dei vecchietti pensionati che curiosano ai margini dei lavori in corso.

Ecco, se potessi essere ancora bambino e se questa attività fosse riconosciuta come professione vera e propria, risponderei esattamente così: «…Da grande voglio fare il pensionato che curiosa vicino ai lavori in corso...».

Un po’ risponderei in questo modo anche perché quella domanda, diciamolo con franchezza, mi è sempre stata parecchio sulle palle. Non so nemmeno che cosa mangerò oggi pomeriggio a merenda e tu mi vieni a chiedere cosa farò da grande?

Va beh che anche all’epoca non è che mi facessi eccessivamente pregare per sfornare risposte da perfetto suonato incoerente. Ero già bello indeciso fin da allora, e una volta rispondevo che mi sarebbe piaciuto diventare un meccanico, un’altra invece che avrei preferito un mestiere in cui non ci fosse da sporcarsi, da fare in giacca e cravatta. Ma forse dicevo queste cose più che altro per levarmi di torno il molesto interlocutore…

Tornando però al mestiere di “pensionato osserva cantieri”, ritengo che rappresenti una figura fondamentale nelle dinamiche dell’economia moderna, un vero e proprio ruolo professionale purtroppo ancora eccessivamente sottovalutato al giorno d’oggi.

Ovviamente la tipologia di “pensionato osserva cantieri” da me ipotizzata non avrebbe richiesto di aver lavorato per una mezza vita, prima di poter accedere alla professione in qualità di pensionato classico com’è comunemente inteso adesso. Ci sarebbero state invece scuole apposite di specializzazione, dalle quali saresti uscito, intorno ai vent’anni d’età, col diploma di “pensionato osserva cantieri” fatto e finito, regolarmente iscritto all’albo di pertinenza.

Io avrei frequentato la «Inter-rional School of Pensionology» e una volta preso il diploma sarei andato ad esercitare a Milano, perché è la città che offre più opportunità di lavoro in quel settore, con i mille e un cantiere di ogni genere di cui dispone. Nei primi tempi avrei cominciato, da bravo principiante, con dei cantieri di modeste dimensioni, tipo qualche scavo per le fibre ottiche o qualche ripristino di fognature.

Questi piccoli scenari mi avrebbero dato agio di impratichirmi con alcuni fondamentali della materia, mettendo subito in pratica i preziosissimi insegnamenti ricevuti da uno dei miei docenti più autorevoli, l’esimio professor Pino dei Palazzi.



Avvicinandomi ad uno dei lavoratori, avrei potuto insinuare in lui il fatidico dubbio circa la sensatezza del suo operato, servendomi di una classica formula di rito della mia professione: «…Uhè…ma se pudèva no de scavà un pü püsè dè chì?...» («…Uhè…ma non si poteva scavare un po' più in qui?...»), o utilizzando altre simili espressioni pregne di “poetica molestia”.

Superato questo periodo di gavetta, avrei potuto essere trasferito nei pressi di importanti cantieri per la costruzione di esagerati grattacieli totalmente fuori contesto urbanistico, oppure di super-mega-iper-strade (non meno di 250 km di sano asfalto atto a purificare quella schifezza dei prati e dei boschi), stese con l’utilissimo scopo di spostarsi da un capoluogo di provincia ad un altro con un quarto d’ora di tempo in meno (oh, non si sa mai che lungo il viaggio si venga presi da una drammatica stretta alle viscere…un quarto d’ora può essere fatale…non vorremo mica che il dinamico uomo moderno si caghi addosso, vero? Cosa ne sarebbe del suo prestigio?...).

Non a caso ricordavo prima come il “pensionato osserva cantieri” rappresenti una professionalità troppo trascurata dalla nostra società. Con la sua presenza discreta e un po’ rompitasche, egli mette in rilievo infatti la cattiva coscienza insita nel contorto concetto moderno di “crescita illimitata”.

Il “pensionato osserva cantieri” è un vero è proprio soldatino, arruolato fra i ranghi dell’esercito della nostalgia. Se ne sta lì, il “pensionato osserva cantieri”, ai margini del brulichio indaffarato altrui, sfaccendato al seguito dei propri pensieri lievi, col suo sguardo un po’ critico e un po’ sfottente.
E’ un promemoria vivente, il “pensionato osserva cantieri”.

Ricorda la possibilità di ritmi di vita meno frenetici. Non importa se magari questi ultimi sono solo un’illusione offerta da un’errata visione retrospettiva indirizzata verso un “aureo passato” mai esistito effettivamente. Non c’è bisogno di andarlo a raccontare al “pensionato osserva cantieri”: lui si è fatto un mazzo tanto nel corso della sua avventura lavorativa e lo sa bene quanto dura fosse la vitaccia di un tempo.

Ma se i ritmi meno frenetici non sono mai esistiti, questo non è un motivo sufficiente a far sì che non si possano ripensare adesso o in un domani non tanto lontano. Con maggiore precisione dunque, potremmo definire il “pensionato osserva cantieri” come un soldatino armato di nostalgia per il futuro.

Egli ricorda anche all’incolpevole operaio preso dentro dal convulso ingranaggio del cieco efficientismo ottuso, di non aver mai visto in vita sua, fra tutti gli esempi naturali che gli vengono alla mente, mai e poi mai un animale, una pianta, un fiore, niente di niente, che potesse continuare a crescere sempre, senza mai fermarsi.

Tutto ciò che è dato nella realtà così come la conosciamo, ha un limite. E’ una regola insita nella “struttura del reale”. Come ci rammenta un'antica espressione cara agli stilnovisti, “è così, e non ci sono cazzi”.

E se si pretende di inventarsi un’esistenza destinata a crescere indefinitamente, prima o poi s’incappa in uno dei tanti postulati del “pensionato osserva cantieri”, che con declinazione Gillipixilandese così può essere reso: «...Infèia ca’ t’infèi al balón, an bél mument al fnèsa pàr sciùpà...» («...Gonfia che ti gonfio il pallone, un bel momento finisce per scoppiare ...»).

10 commenti:

Vanessa Valentine ha detto...

Una carriera da perseguire, e senza indugio! Munita di quell'otium che contempla e abbraccia le cose, comprendendo con la ragione ma soprattutto con lo spirito...
Mio padre se n'è sempre fregato dei cantieri ma adesso, a 68 anni suonati, non se ne perde uno...come se si fosse accesa una lucetta.
Il mio lavoro ideale, ovvio, è l'acchiappatrice nella segale...;))))
Pino dei Palazzi, invece, dovrebbe scrivere i libri insieme a Zygmunt Bauman...:)))))

Gillipixel ha detto...

@->Vale: va beh, Vale, se si parla di alte specializzazioni, anche a me piacerebbe molto fare l'acchiappatore holdeniano :-)
Però lì serve la laurea in "Pigrologia comparata", il master in "Sogni ad occhi aperti, utopie ed affini", più il dottorato in "Animo poetico"...non so se sono all'altezza, per il momento :-)

Molto carina questa cosa di tuo babbo che gli è presa la passione per i cantieri :-)
Al di là delle mie elucubrazioni surreali, chi lo sa quali sono le vere motivazioni...forse perchè vedere l'operosità in atto è sempre uno spettacolo...forse perchè in simile contemplazione i pensieri fluiscono più facilmente e con maggiore agio ed è bello lasciarsi trasportare da essi, mentre uno scavatore all'orizzonte "sbenna" terra a destra e a manca :-)

Pino dei Palazzi è un'istituzione :-) Venerdì scorso imitava il rumore della stampante del fax: sgrtatdtttdd...sgrtatdtttdd... :-)
Bisio gli ha chiesto: stampante ad aghi?
E lui: sì, sì...aghi di Pino :-D

E' veramente uno dei più insigni sociologi contemporanei :-)

Bacini in corso :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Mi fa morire il look, di Pino dei Palazzi...:)))))e come fa i rumori!
Ha una faccia di tolla incomparabile...
Mah, che ti devo dire, Gilli, non so perché scatti l'osservazione dei cantieri (ma poi è un fenomeno solo maschile? hai mai visto vecchiette ferme a guardare? io sinceramente no...la mattina, andando a prendere i giornali, mi fermo a guardare i lavori in piazza, e saluto anche gli operai, i quali trabattano sotto pioggia, nevischio e solleone, va detto. Ormai li conosco tutti.
Il mio interesse è stato frainteso da un giovane scavatorista che ha fatto il galante, per carità, con garbo. Forse questo è il motivo, purtroppo per gli operai, del perché le donne non si fermano a guardare i lavori, ma solo i vecchietti...;)))))
Riguardo ad una tua presunta candidatura al catcher holdeniano, penso proprio tu sia preparatissimo, non fare il modesto...:)))
In omaggio alla neo-piazza poultryvilliana, baci porfidosi!:))))

Gillipixel ha detto...

@->Vale: ehehheeh, grazie Vale, sei gentilissima...se mi concedi tu la laurea honoris causa, mi sento senz'altro catcher degno di spaziare a mio agio in the rye :-)

Già, rimane un mistero questo fascino per i cantieri :-) ha mille motivazioni e nessuna...

Ti svelo come mi è venuta la mini-ispirazione per questo articoletto sgangherato :-)

...camminavo appena uscito dal lavoro, per tornare alla macchina, quando ho visto che lungo il viale cittadino mio percorso usuale, stavano scaricando dei grossi macchinari da un camion, per riporli in un negozio o laboratorio, non ho capito bene...
C'erano questi operai, facchini o simili che armeggiavano tutti presi con muletti, palanchini, e tanti altri ammenicoli sollevatòrii :-) dall'altra parte della strada era fermo un vecchietto, a cavallo della sua bici elettrica...non faceva altro che guardare...ho avuto una mini-folgorazione da questa immagine: la laboriosità intensa contrapposta alla quiete più scazzata :-)

Un quadretto che mi ha infuso un grande senso di libertà...e, a parte tutti gli scherzi, sempre nel pieno ed assoluto rispetto ed ammirazione per chi lavora sodo e sgobba davvero...

Poi ad un certo punto, dopo essersi saziato la vista con quel lavorio, il vecchietto è partito a manetta sulla sua bici a batteria :-) Anche questo a contribuito a completare il senso di freschezza e di "svincolamento esistenzale" di tutto ciò che avevo visto :-)

Grazie dei bacini porfidosi targati Poultryville, li ho molto "graniti" :-) Bwhahahahahahah...teribbile questa, vado a nascondermi...ci dev'essere un limite anche alla mia indecenza demenziale :-)

Meglio che chiudo qui, vah, prima di dire altre vaccate sesquipedali :-)

Bacini in cantiere :-)

Myollnir ha detto...

Mi ricordo di avere visto, ma no ricordo dove (Germania? Olanda? Gran Bretagna? Boh. Nebbia totale) una cosa che mi era piaciuta molto. I cantieri dei lavori urbani, che sono dappertutto transennati da palizzate in legno, e dappertutto si vedono i pensionati che sbirciano dalle fessure fra un asse e l'altro: beh, lì le transenne erano state provviste di apposite feritoie, ad altezza "occhio-di-persona-ingobbita", per permettere ai pensionati di godersi i lavori comodamente. Non so, l'ho trovato, come posso dire? Carino, gentile. Fatto sta che ce n'erano un sacco, di pensionati "supervisori alle opere".

Gillipixel ha detto...

@->Myollnir: ehehehehe, bellissima integrazione aneddotica, Myoll :-) è proprio vero che certi paesi sono sempre un passo avanti rispetto a noi, per ciò che riguarda l'attenzione sociale reciproca e la sensibilità verso i fenomeni "culturali" spontanei :-)

Il massimo sarebbe immaginare una società che per legge predispone nei cantieri un'apposita platea, con poltrone belle comode come al cinema, con tanto di bibite e stuzzichini (o meglio: vino bianco con pane e salame :-)

Tra l'altro sarebbe anche una piccola garanzia in più per controllare il rispetto delle norme di sicurezza :-)

Eh, già...che bella società sarebbe :-)

Myollnir ha detto...

Assolutamente d'accordo sulle tribune; ma, col pane e salame: meglio una Barbera giovane, frizzante; o una bonarda, magari. Purtroppo oggi la maggior parte della (non mi piace "del") Barbera viene venduta "posata", o, peggio ancora, vinificata in bianco. Orrore! E' peggio del Pinot nero vinificato in bianco!

Gillipixel ha detto...

@->Myollnir: sulla Barbera mi trovi d'accordissimo, Myoll :-) anche sulla sua denominazione al femminile :-)
La Bonarda mi lascia invece un po' perplesso, troppo dolce per i miei gusti (sempre ammesso che stiamo parlando dello stesso tipo di Bonarda, non so...)

...per me il vino dolce è un controsenso concettual-degustativo :-) A meno che non si tratti di Porto, Marsala, Passito, Vin Santo o assimilabili :-) Solo in questi casi riesco a concepire il vino dolce...

Insomma, non disdegno la multietnicità enologica :-) mi piace conoscerli un po' tutti, nel limite del possibile, ma se proprio devo indicare i miei preferiti, sono più propenso per i vini del centro Italia, fermi come un masso di 10 tonnellate e secchi come una suola di cuoio al sole :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

forse si guardano i cantieri per vedere qualcosa che nasce, cresce e poi diventa grande... non so, ma m'è tanto piaciuta l'immagine di un qualcuno armato di nostalgia per il futuro, immagino un omino seduto sul marciapiedi, appena fuori dal cantiere, con il mento poggiato su di una mano, il gomito poggiato sul ginocchio. sta lì, alza gli occhi al cielo e sospira, solo lui vede ciò che sarà, vede il palazzo, il grattacielo e già sospira di nostalgia per il cielo che una volta si vedeva da lì.

baci sospirati

Gillipixel ha detto...

@->Farly: grazie Farly ancora una volta per le tue chiose preziosissime...in effetti l'aspetto che sottolinei era fra le immagini che mi baluginavano in mente intanto che scrivevo, nel caos che mi ritrovo nel cranio :-) Però poi, chissà perchè non l'ho messa giù per esteso, mi è rimasta nella tastiera...

Ogni nuova costruzione, ogni volta che l'uomo mette mano sulla realtà per modificarla, io la vedo proprio così, come una ferita necessaria...consapevoli di ciò, dovremmo forse imparare a causare cambiamenti mento traumatici possibili...e invece questo aspetto è per lo più ignorato, conta solo la quantità dura e pura...
Ecco perchè la figura del pensionato curioso è fodnamentale :-)

Bacini curiosi :-)