sabato 8 ottobre 2011

Una mazzolata di bene sul pollicione

Un nonno e un nipotino sedevano una sera di fronte al camino. Non avevano intenzione di fare rima, ma di starsene soltanto un po’ in pace a veleggiare fra le rispettive età nella risacca delle ondate di calore. Però per quella volta andò così: ammainando leggermente le velature, si misero a rimare.

«…Nonno…» attaccò a dire il nipotino, «…anche se sono piccolo, ho sentito parlare spesso della saggezza dei vecchi, che voi avete come tanti libri scritti dentro, siete dei tesori di esperienza e così via. Ma te, scusami tanto eh, nonno, ma ecco…non mi sembri tutto quel gran saggio. Anzi, e scusami ancora, delle volte dai proprio l’idea, ecco, con tutto il rispetto, di essere un po’ svanito…».

«…Vedi, caro Nipo…» ribatté il nonno, «…per riuscire a portarsi sopra le spalle l’esperienza c'è bisogno di tanto tempo. Bisogna saper accumulare dentro tante delusioni, prima di riuscire a reggere quel peso. Te lo devi saper caricare addosso lentamente. Altrimenti rischi di rimanere schiacciato. Per questo, alla fine noi vecchi assumiamo quest’aria mezza rintronata, perché abbiamo ben presente come funziona l’esperienza. Ci rendiamo conto di quanto sia difficile da trasmettere in maniera semplice, ma soprattutto sappiamo che ci deve essere tanto tempo di mezzo e che la fretta può essere dannosa in queste cose. Allora ci vedi così, con questo aspetto che ci fa apparire come l’eco delle persone che siamo stati. Ma è soltanto perché nel lungo cammino verso il mare, alla fine abbiamo ormai percorso anche tutta la spiaggia, approdando alla battigia, dove le spume salate si rivoltano indietro cancellando ogni cosa che si scrive sulla sabbia…».

«…Uhm…non saprei nonno…» tornò alla carica il nipotino, «…più mi racconti queste cose, più ho l’impressione di vederti attraverso la nebbia…».

«…Nipo Nipo…è sempre per via di quello che ti ho detto. L’esperienza è una dura scorza accumulata vivendo giorno per giorno, soffrendo e gioendo goccia a goccia. Non è come una borsa piena di oggetti da poter tirare fuori con facilità e passare direttamente agli altri. Potrebbero addirittura farsi male, in un modo o nell’altro...».

«…Ancora! Lo vedi, nonno, che continui? Dici queste frasi poco chiare e sembri chiuso in un armadio di vetro…».

«…Se vuoi ti posso fare un piccolo esempio…» sospirò il nonno a quel punto, «…molti anni fa, mi piaceva tantissimo una ragazza. Tu sei ancora piccolo per queste cose, ma non così piccolo, lo so, da non avere già le tue prime idee sull’argomento…», un sorrisetto complice di Nipo sottolineò l’ascolto di questa frase del nonno, «…insomma, al mondo non vedevo altro che questa amica. Tutto mi sembrava di colpo essere divenuto lei. Il cielo, i campi, gli alberi, gli animali, le case, tutti gli altri uomini della terra, mi parlavano di lei, solo di lei, sempre di lei. In quel momento lei era il mio bene: per me il bene e la sua persona erano diventate una cosa sola, l’unica più importante da ricercare in ogni momento del giorno e della notte. Mi sarebbe piaciuto stare sempre in sua compagnia, ogni minuto, diventare fidanzati, chissà, forse un giorno sposarci, anche se allora ero molto giovane e non sapevo bene cosa significasse tutto ciò. Quella mia amica era una grande amica, mi voleva molto bene, ma purtroppo il suo bene si fermava al punto di rimanere solo amici. Subito fu molto duro accettare una cosa del genere. Più questa verità si faceva strada nel mio cuore, più provavo le sensazioni di un disperso, un naufrago. Ma poi, lentamente, capii. Il nostro bene e quello degli altri possono prendere spesso direzioni esattamente opposte. Non importa se tutti ci muoviamo con i migliori propositi. E’ la vita ad essere fatta così, la dobbiamo accettare per come ci viene incontro…».

L’espressione di Nipo, a sentire la piega che il racconto del nonno andava prendendo, si fece sempre meno sicura. Questo improvviso colpo di sciabola a fendere la nebbia in cui aveva visto avvolto il nonno fino a qualche attimo prima, gli calò dentro un vago senso di smarrimento. Pur non comprendendo fino in fondo come mai, intuiva che quella non era una buona sensazione.

«…Ma nonno, non ti dovevi arrendere subito, così…» si ribellò Nipo.

«…So che per te è ancora presto, per capire. Ti dico solo che ci volle non poco tempo anche a me, prima di arrivare a rendermi conto che non potevo fare altrimenti. Era giusto rinunciare, per non aggiungere anche il suo male al mio. Un'altra cosa imparai: i fatti più belli della vita sono quelli che ti passano vicino, senza capitarti mai per davvero. Però questo non andarlo a dire alla nonna…».

«…Uhm…sai nonno? Avevi ragione prima: mi piace di più quando stai dentro il tuo armadio di vetro…» e passando una lieve carezza sulle mani nodose del nonno, Nipo corse di là a giocare.

14 commenti:

Paolo ha detto...

Va beh ... capita!
però poi il nonno trovò la sua fulgida fiamma... altrimenti il nipote da dove sorte fora?

Ciao Gillipixone:-)

Gillipixel ha detto...

@->Paolo: ahahhahah :-) Paolo, non ci crederai, ma mi ha preso il medesimo tuo dubbio, giusto dopo aver spento il computer :-) per questo ho aggiunto appositamente le due righe, quasi prima della fine della storia, quelle che ho messo in corsivo :-)

Ciao :-)

Rosa ha detto...

No, no, dillo alla nonna, piccino, che un mattarello come supposta è la cura migliore per il mal d'amore e nonnino ha bisogno di una piccola sveglia!

Gillipixel ha detto...

@->Rosalucs: socmèl, che crudeltà mentale!!! :-D ahahahahhahaha

Ma no, ma dai Rose, la nonna lasciamola fuori dai giochi, è di là bella pacifica che tira la sfoglia per i tortellini :-) poi l'impasto mi si ingrippa e la sagoma del tortello ne risente :-)

Bacini mattarelli :-)

Cristina Berardi ha detto...

....facciamo una cosa: se scrivi un libro io vorrei avere l'onore di disegnarne la copertina, o possiamo fare il contrario, io ti mando un disegno e tu ci fai un libro sopra....Sono sicura che riesci benissimo in tutti e due i modo!


P:S:....grazie della visita e di quello che scrivi :=)))

a presto
dagstizi (è la parola che devo scrivere qui sotto per lasciarti il messaggio)

Gillipixel ha detto...

@->Cristina: la tua proposta di collaborazione creativa mi lusinga un sacco, Cristina :-) un libro intero non so se sarei in grado di scriverlo, almeno per ora, ma magari un raccontino sì :-)
Mi affascina di più la seconda alternativa che hai prefigurato: un racconto che nasca da un tuo disegno...se ti va, quando hai tempo e quando ti senti, per me va bene :-)
Attendo istruzioni e per il momento passo e chiudo :-)

Bacini disegnati :-)

Ale ha detto...

L'incompiutezza di un amore lo rende inarrivabile, proprio perché mai vissuto, ma solo intuito (sospiro)

Gillipixel ha detto...

@->Ale: hai colto pienamente il senso della mia favoletta, Ale :-) Nell'uomo senza qualità di Musil questa roba viene chiamata "vivere ipoteticamente"...è roba per animi romantici, ma ci vuole anche una grande "preparazione", credo, perchè alla fine è snervante e può recare il rischio di farci lasciare dietro tanto tempo "poco vissuto"...specialità della quale, ehm, io sono un grande esperto :-)

Grazie della visita, molto gradita :-)

Bacini sospirati :-)

ANTONELLA ha detto...

Il solito dilemma : non amai che la rosa che non colsi. Come capisco il nonnino ...

Gillipixel ha detto...

@->Antonella: proprio così, Anto...a ben pensarci è una cosa struggente all'inverosimile e forse proprio per questo è meglio pensarci poco :-) è nella natura umana, siamo fatti in quel modo lì, c'è poco da fare, sempre tendenti all'irrealizzabile, all'irrealizzato...
Grazie per la citazione di Gozzano, mi hai fatto venire voglia di approfondire questo autore che a scuola si fa un po' troppo sorvolando :-)

Bacini che purtroppo non colsi :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

vedi mezzachimera mia, a volte succede che finalmente molliamo la presa su di un sogno, impersonato da qualcuno magari, qualcuno di meraviglioso, che ci vuol bene, anche tanto, ma che ha dei "ma" sul nostro conto. molliamo la presa, con malinconia e dolore, viviamo il senso di nostalgia che questo atto ci da, versiamo anche qualche lacrima (siamo stati così felici in quel sogno!) e allora la realtà ha finalmente spazio, ci sorprende. quell'amore mai colto prende e si veste di nuovo, si acquatta sotto la pelle di qualcuno che mai avremmo immaginato, qualcuno che lucidamente cancella tutti i "ma" e come in una canzone, la realtà diventa molto più bella del sogno.
bacini speranzosi

Gillipixel ha detto...

@->Farly: grazie half a kimer of mine :-) mi sono mancati i tuoi commenti e le tue chiose sempre puntuali, che completano il mio pensiero...d'altra parte, mica siamo chimera per niente :-)

La ricerca del bene porta talvolta a dare adito a del male involontario...di questo è meglio essere consapevoli, per farsi trovare il meno possibile impreparati...certo è difficile mollare gli ormeggi dai vecchi sogni che ci sono cari, però va fatto, hai ragione :-)

Bacini senza ormeggi :-)

Anonimo ha detto...

ACQUA


Mi chiedo perché io continui ad amarti,
sei come l’aria non posso non respirarti
o come l’acqua di un puro ruscello alpino
dove continuamente per bere io mi chino.

Spesso mi sembri volubile e assai distratta
da tante e tante cose del mondo molto attratta
Spero che alfine sentirai nel fondo del cuore
l’unica sola voce che conta: quella dell’amore.

Vittorio Banda
Copyright 2009

Gillipixel ha detto...

@-Vittorio: toh, che bello trovare questo commento dopo un po' di tempo :-) chissà se leggerai questa mia risposta, ma in ogni caso, grazie, Vittorio

Ciao :-)