Certe sere, prima di addormentarmi, leggo qualche articolo della nostra Costituzione.
Consiglio a tutti questa feconda pratica, magari scegliendo anche altri momenti della giornata che più si ritengono opportuni. E’ una lettura che ristora, che rinfranca lo spirito. Cala una fiducia tenera nell’animo, mentre si fa scorrere lo sguardo lungo quelle cristalline parole.
Pare di leggere una favola bella e, badate, dico questo escludendo finanche la benché minima ombra di sarcasmo dal mio considerare. Anzi, suggerisco la somiglianza con la “fiaba”, intendendo questa parola proprio nel suo significato più alto, ossia quello di una dimensione espressiva e narrativa condensatrice delle speranze e dei sogni più trasparenti ed incontaminati che possano scaturire dal cuore degli uomini.
D’altra parte, proprio quello doveva essere lo spirito nel cui contesto quegli articoli vennero concepiti. Credo che i padri costituenti, nella consapevolezza della miriade di altre finalità previste dal loro sommo testo, non mancassero di rendersi conto di essere alle prese anche con la stesura su carta di un sogno di rinascita. Gli orrori della guerra erano appena dietro l’angolo del più recente ieri, e fra gli altri antidoti pensati per ingraziarsi una guarigione definitiva da quei ricordi così dolorosi, di certo non ultima venne la volontà di dare ascolto alla rinnovata “fame di bellezza” che l’uscita dalla tragedia aveva instillato nei cuori delle provate genti italiche.
Il testo della Costituzione è nutrito di bellezza.
Balza all’occhio soprattutto la sua semplicità, la sua levigatezza, la sua precisione misurata, qualunque sia la tematica affrontata. Si sente che dietro c’è tutto un rovello di considerazioni, un infaticabile lavorio di valutazioni e contro-valutazioni fra pesi e contrappesi sociali, umani, politici. Ma tutto questo magma sotterraneo, che pur si può chiaramente intuire, emerge alla fine sottoforma di una prosa pulita, ponderata alla sillaba, portatrice di un’essenzialità formale che commuove, tale è la sua michelangiolesca giustezza nello svelare e nel celare con attenzione ora il “detto”, ora il “sottinteso”.
Come tutte le favole, anche la Costituzione reca in sé non poche venature di malinconia, i sentori di un’irrealizzabilità, tipici di ogni utopia. La Costituzione ci racconta soprattutto l’Italia come avremmo voluto che fosse. Non tutto è stato disatteso, per fortuna. Ma molto di buono, troppo, è rimasto imprigionato nella bellezza di quelle pagine. L’imperfezione della realtà, del compromesso mondano, ha avuto la meglio su tanti fronti. Ma non per questo dobbiamo lasciare che la nostra “fiducia costituzionale” venga meno.
La nostra Costituzione ha un testo talmente bello, che addirittura immagino le sue parole insinuarsi con proprietà fra le moine e le dolci schermaglie d’affetto scambiate da due amanti nella loro alcova, continuando ad attagliarsi perfettamente anche a quel contesto e a quel clima umano così peculiare.
«…L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento…»: una frase simile, o tante altre tratte dai diversi articoli, non stonerebbero per niente fra le labbra di un amante infervorato nell’acme delle sue dichiarazioni di passione, né tanto meno smorzerebbero l’atmosfera più propizia a quei momenti, anzi, la galvanizzerebbe di rinnovati e più invitanti risvolti di complicità umana.
E se mi si concede una vaccata conclusiva (che nulla intende togliere alla serietà e alla poeticità di tutto il discorso), si tratterebbe di vera e propria “corte costituzionale” (giuro che davvero non so come faccio ad essere così stupido certe volte, minchia…).
2 commenti:
Secondo me sei unico, Gill:)
E lo scrivo con ammirazione, chiedendomi nel contempo come mai, a parte, un ceto settore di studi, la Costituzione non venga inserita tra le materie scolastiche.
Non è che solo gli avvocati debbano conoscerla. Noi, cittadini, popolo, avremmo bisogno anche di questo tipo di cultura.
Forse preferiamo baciare tout-court???
Ciao Gill buona serata,
Lara
@->Lara: ehehehe :-) grazie del tuo caro commento, Lara :-) sono d'accordo, andrebbe studiata di più nelle scuole, mettendone in risalto, oltre agli aspetti giuridici (che rimangono ovviamente i primi), anche le sfumature che ho cercato di sottolineare io, la sua bellezza nella prosa ed il felice equilibrio che in ogni frase dimostra fra contenuto e forma...
Andrebbe spiegata di più sotto la sua luce di atto d'amore per la cultura, intesa nel senso più esteso possibile della parola...
Ma forse è come dici tu: baciare è già così bello di per sé, che ci sfugge una possibile evoluzione dell'atto in senso costituzionale :-)
Bacini con tutti gli articoli :-)
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