martedì 17 luglio 2018

Il convegno degli animi nudi


Racconta il mito dell’Albacoca, un'antichissima leggenda sortita dal nulla due minuti fa (e molto cara alle badanti moldave), che la notte, quando sogniamo, il nostro corpo rimane nel letto a dormire, mentre la nostra parte spirituale se ne va in giro, a zonzo dove le pare, per combinare tutte quelle giocose “surrealtà” che di fatto vediamo proiettate sullo schermo inscurito delle palpebre abbassate dal sonno.

Non riuscirei nemmeno a dire in misura approssimativa le innumerevoli volte che mi sono sognato di andare in giro nudo, e di fare le ordinarie cose che si fanno in mezzo alla gente, soprattutto normali conversazioni, però in versione assai discinta.

So che è roba da congresso psicoanalitico e un bravo esperto in materia ci imbastirebbe sopra alcune buone ore di conferenza, ma io mi sono spiegato a modo mio la natura di questo onirico vagare in adamitica propensione.

In questi sogni non sono mai nudo in maniera evidente, lo sono magari appena sotto quota-cintola, oltre lo striminzito confine del lembo inferiore di una maglietta strana, che copre e non copre, sempre a rischio di alzarsi troppo ad ogni movimento.

Ne ho dedotto l’ipotetica spiegazione che si tratti di nudità d’animo intenzionale, più che di immediatezza fisica pura e semplice.

Il mito dell’Albacoca in questo senso mi dà ragione. Se il nostro corpo nel sogno rimane a dormire, la nudità mandata a vagare per il mondo è di un tipo erotico “de-fisicizzato”.

Ha sempre a che fare con pudore e privatezze intime, e con il mistero del disvelarsi misto al nascondersi.

Ma porta in giro più che altro un anelito di apertura dialogica priva di barriere, una condivisione pura, nella quale io e gli altri diventiamo soggetti intercambiabili: io sono gli altri, gli altri sono io.
Se nella realtà tutti andassero per strada nudi, e sempre, commetteremmo il più gran “mistericidio” della storia (circoscrivendo ovviamente il discorso alla nostra cultura cosiddetta occidentale). La nudità coperta è la parte oscura della luna del vivere.

Però nel regno dell’Albacoca, possiamo darci ideale appuntamento direttamente stanotte. Siete tutti invitati, col vostro animo bello sereno e smutandato in temporaneo volo di piacere sopra al corpo: si parlerà di metafisica e giardinaggio, tra un salatino e una facezia, si sorseggerà un drink sotto una tenda, sorridendo consapevoli ch'è il medesimo venticello comune a carezzare le pudenda.

2 commenti:

CirINCIAMPAI ha detto...

Non è tanto la nudità a turbare la mia dimensione onirica quanto il fatto che spesso devo fare la pipì.
Ma fortissimo. E c'è gente ovunque.
Ovunque, escono pure dai tombini.
Ed io voglio solo fare la pipì!
Figurati se mi accorgo se sono nudi...:-D

Gillipixel ha detto...

@->CirINCIAMPAI: Ah, ma anche quello è un classico onirico, Cincia :-D
La pipì di Damocle si abbina spessissimo alla nudità nel sogno :-)
Hai provato a non bere troppo prima di andare a nanna? :-)