martedì 24 luglio 2018

Riflessi in un occhio di merda


Se non fosse che anche l'ultimo degli stronzi ormai la conosce, questa mia riflessione avrebbe meritato di iniziare con la celeberrima frase di De André sui diamanti, i fiori e il letame.

Sì perché, camminavo sopra l'argine, sopra pensiero, quando per un pelo non finisco sopra un sontuosa cacca di cane.

Lieto della parziale deprivazione di quel pizzico di fortuna evitata, e non prima dei tre o quattro accidenti di rito scagliati all'inciviltà del degenere padrone dell’incolpevole cane, mi soffermo a notare un dettaglio assai curioso.

Sulla cilindriforme espressione retrospettiva canina, stavano adagiate infatti cinque o sei di quelle graziose e colorate piccole farfalle che solitamente vedo svolazzare e planare sopra altrettanto variopinti fiori o fra l’erbetta più fresca e verdeggiante.

Oh, portento! Mi sono detto…

Com'è che una creatura così aggraziata e leggiadra, si associa con tale liberalità al sozzume e alla bassezza palesi?

E dovevate vederle, come sottolineavano la bizzarra simbiosi con frementi battiti d’ala, neanche fossero posate sul più delicato e odoroso roseto del parco di Versailles!

Di sicuro una spiegazione eto-biologica del fenomeno ci sarà. Ma a me sono venute in mente soltanto quelle tre o quattro solite metafore filosfon-poeticastre.

Ho pensato senz’altro a tutto l’arco di pensiero occidentale che va da Eraclito a Hegel. A come la realtà debba essere per forza fatta di opposti, oppure non essere per niente.

Mi è sovvenuta la frase che si sente spesso dire, quella cioè riguardante il valore della diversità, e ho pensato: allora dev'essere proprio vera.

Ho riflettuto di nuovo sul già più volte frequentato e poi ancora rivisitato concetto di relatività (e non c’entra Einstein, o forse un pizzico sì…).

Che se quello che per noi è soltanto un rifiuto ripugnante, può divenire una risorsa, quando osservata da una diversa prospettiva del reale, beh allora tutto questo qualcosa vorrà dire.

Ho infine pensato che mi sarei dovuto scusare per l’immagine abbinata alle mie parole. La difficoltà di cogliere con uno scatto l'apice del trastullo “smerdaiolo” delle farfalline era massima.

Sembravano fare apposta a richiudere le ali a ogni mio clic, e i colori più belli li tenevano così celati, mostrando solo la livrea esterna, facilmente confondibile con la non esaltante tonalità cromatica su cui posavano.

Per dirla tutta poi, d’accordo, non ho una gran immagine personale da difendere ormai, ed è pur vero che sull’argine non passa così tanta gente, ma tutto sommato non mi sembrava proprio il massimo venir colto nell’atto di fotografare una merda.

2 commenti:

Ade ha detto...

M'hai fatto ridere. Parecchio.

Gillipixel ha detto...

Grazie Ade :-) mi fa davvero piacere averti dato qualche attimo di sorrisi :-)