lunedì 20 agosto 2018

Ai confini del non


Nella piccola jungla del grande godimento, ci abboffavamo senza ritegno dei più succosi frutti.

Li spiccavamo dai rami ormai flessi all’estremo, maturi da scoppiare, li frangevamo con mani febbrili, per cospargerci a vicenda i corpi di succhi e polpe scivolose.

Ce li mangiavamo addosso, senza interposizioni di pudore, ci nutrivamo del completo conoscerci, lasciandoci sfuggire, esterno a noi, soltanto il non più nulla da sapere.

Ma sul limitare della piccola jungla del godimento, incappammo nell’impervia cortina nera, liscia e fuggevole, eppur così duramente infissa nel terreno della realtà.

Era il muro della non risposta, che ci colse infreddoliti e separati, ciascuno adesso irrimediabilmente smarrito sul versante opposto.

Alle spalle, ogni frutto aveva perduto il suo sapore, perché maturava solamente per venir divorato sulla pelle dell’essere agognato.

Solo la parete di un marmo duro e nero ormai, davanti, anche gradevole da accarezzare, ma senza succo alcuno di bellezza.

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