giovedì 29 luglio 2010

L’ignoranza fa buon sangue


A volte mi compiaccio di quanto sono ignorante e retrogrado.
Pur rendendomi conto che è del tutto sbagliato, non ci posso fare niente, non riesco a fare a meno di bearmi della mia grettezza culturale scaturita da gravi grumi di considerazioni, e grevi.

Leggevo stamattina un articolo sul Corriere della sera, versione cartacea, a pag. 24: «Il re dei brevetti inventa il pc super veloce». Il re in questione è un ricercatore italo-americano in forza ad una delle potenze mondiali dell’informatica, la Intel, si chiama Mario J. Paniccia, e negli Stati Uniti sta facendo furore con le sue scoperte di avveniristici materiali conduttori in grado di convogliare masse spropositate di “informazione elettronica” in tempi ultra veloci.

In pratica, mi sono divertito ad auto-osservarmi nei vari “stati d’animo” che mi hanno accompagnato lungo la lettura dell’articolo.
Si parte con l’orgoglio nazionale.
Paniccia è figlio di emigrati italiani, mamma e papà non erano andati oltre la quinta elementare, mentre lui ha raggiunto questi grandi successi e giuro che per tutto ciò la mia ammirazione nei suoi confronti è incondizionata e sincera.
Poi si passa ai meriti scientifici: Paniccia può vantare al proprio attivo ben 67 brevetti già depositati in pochi anni (e tenete conto che all’anagrafe lui ne fa solo 44), mentre nel 2008 è stato votato scienziato dell’anno da un’importante rivista del settore. E anche fino a questo passaggio, il mio “mood” di lettore si manteneva su livelli di gratificazione seriosa notevoli.

Ma è stato da qui in avanti che, del tutto inopinatamente, la mia “retrogradazione” ignorantesca si è messa a remare contro. Avete presente quelle volte in cui vi trovate in situazioni che non si può ridere, e tuttavia vi scappa da ridere da matti?
E’ stata una sensazione del genere, quella che mi ha preso all’improvviso.

Giuro che non intendevo sminuire nemmeno di un grammo tutta la più ampia stima nutrita per Paniccia (che ovviamente rimane tale tuttora), però ad un certo punto, addentrandomi nella enumerazione delle meraviglie informatiche escogitate dal nostro connazionale (anche con citazioni dirette delle sue parole, inserite dal giornalista), lo scienziato mi è di colpo apparso come uno di quegli amici caciaroni (tecnicamente: "cazzari"), quelli che “loro le hanno chiavate tutte”, quelli che “loro sono stati in tutti i posti del mondo”, quelli che “loro hanno sempre l’ultimissima curiosità più costosa e all’ultima moda”, che loro di su, che loro di giù.

Con questi nuovi materiali, mi veniva raccontato, si potrà scaricare un hard disk in un secondo, un film full HD in molto meno: «…il laboratorio di ricerca californiano sulla fotonica…» cito testualmente, «…ha messo a punto un chip in silicio in grado di portare la fibra ottica fin dentro al computer. Il prototipo che oggi viaggia a 50 gigabit al secondo, potrebbe nel giro di qualche anno arrivare a un terabit: mille gigabit al secondo…».

E poi giù ancora, l’articolo seguitava su un simile tono, “stecnologicazzando” di questo passo a suon di “fotonica del silicio”, “laser ibrido”, “fosfuro di indio”, “rilevatori al germanio”, ecc.
Più mi addentravo nella lettura, più si andava insinuando tra me e me il piccolo diavoletto insidioso dell’ironia più crassa, quel mio difettaccio inguaribile (frutto puro di quella porzione di me prettamente retrograda ed ignorante, lo ammetto) che mi spinge sempre a vedere il ridicolo dove magari non ci sarebbe nemmeno bisogno.

Sempre con un occhio che scorreva sull’articolo, l’altro intanto immaginava la bellezza dei nostri orizzonti informatici futuri, guardando con speme incrollabile al giorno in cui potremo finalmente scaricare in qualche millisecondo tutta la filmografia di Boldi e De Sica (Chistian, purtroppo), al momento in cui potremo stipare nel tempo di un battito di ciglia, milioni di sonerie per il cellulare dentro il nostro pc, oppure tutte le edizioni di “Studio aperto” fin da quando lo dirigeva Emilio Fede, o ancora miliardi di fotografie di vacanze che ricordiamo così eccitanti soprattutto per quell’ultimo, magico giorno in cui sono finalmente terminate, e così via disinformatizzando in cuor mio.

Ed è stato lì che il “maligno satirico” ad un certo passo dell’articolo ha colpito inesorabile, con una stoccata irresistibile, sfoderando la più bizzarra delle nemesi linguistiche, alla lettura della quale non sono riuscito più a sopprimere il ghigno soggiacente che mi urgeva ormai dentro: «…In una notte, e senza nemmeno un errore…» proseguiva fieramente Paniccia, «…abbiamo trasmesso un petabyte di dati…».

UN PETABYTE!!!

Fantastico!!! Vi rendete conto, amici viandanti per pensieri? Un petabyte, un mega-scoreggione di inutilità informatica sfiatato via con non-chalance, e per di più, chissà perché, per sommo di ignorante mia ironia, esattamente nel giro di una notte, perché si sa, certi flatulenti fenomeni nottetempo sono agevolati dall’oscurità e dai misterici ritmi dettati dal ritmo circadiano delle cose.

Sapevo che era tutto più che corretto, giornalisticamente ineccepibile, che il discorso era serio e scientificamente rigoroso, sapevo che si tratta di scoperte importantissime, di cui un giorno senz’altro potrò godere pure io gli indubbi vantaggi, ma arrivato al “petabyte” non ho potuto fare a meno di sghignazzare, mi sono abbandonato con un moto liberatorio fra le braccia accoglienti della mia ignoranza e me la sono gustata tutta.

Ma ve l'ho detto, oltre che ignorante sono anche retrogrado e passatista quando mi ci metto, e allora sul finire dell'articolo, il ghigno si è spento in una riflessione un po' dubbiosa, sul futuro che ci possiamo attendere con tali premesse, un avvenire di molte anime gradualmente sempre più svuotate, ma di persone così zeppe d'aria informatica, che l'informazione, con rispetto parlando, quasi uscirà loro dal b... del c...



2 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

:) caro il mio gatto ronfante, nel mondo si dice che l'informazione è potere, ora seguendo questa linea di pensiero e la tua definizione di petabyte etc etc si torna al vecchio pensiero, quello che, sempre e comunque, c'è e ci sarà gente che "caga oro".... va be' sono scema abbastanza per oggi. besos chimericamente scemi

Gillipixel ha detto...

@->Farly: mi pare una chiosa ineccepibile, Farly cara :-) che l'informazione sia potere, è un fatto acclarato...infatti io, da bravo semo, cerco sempre di inseguire piuttosto la sapienza del cuore...e come da copione, ho potere zero :-D
Bacini senza potere :-)