lunedì 5 dicembre 2011

No, we can't


Dopo che l’annuncio dei punti della manovra Monti ha fatto impennare alle stelle le quotazioni in borsa della ditta Svasànòl, multinazionale della vaselina, mi sono balzate alla mente un paio di riflessioni che virano facilmente in invito da rivolgere ai prossimi politici venturi che si appresteranno a stilare un programma elettorale per le nuove votazioni.

Personalmente non mi fiderò più di nessuno che osi andare oltre le pretese riposte in questo modesto motto: «…No, we can’t…». Ormai lo si è capito alla grande: il margine residuo rimasto alla politica per incidere davvero con cognizione di causa su qualcosa che riguardi la vita vera delle persone, è più risicato dei segmenti dell’Alfa Romeo di Nuvolari alla fine di una Mille Miglia.

«…Yes, we can…» proclamava il buon Obama una spicciolata di anni fa. Con tutto il rispetto per l’impegno profuso e la simpatia per l’uomo, che tuttora nutro, non si può fare a meno di constatare che nemmeno lui non ha “can” proprio ‘na bèla sega. Recentemente mi sono visto un documentario molto istruttivo in merito, intitolato «Inside job». Sapete che fine hanno fatto i super-manager delle grandi potenze finanziare USA (mega-banche, iper-agenzie, e così via), principali responsabili di tutti i casini economici che ci stanno rimbalzando tutt’ora in casa nostra? Dopo aver dato la stura a quella bella marea di liquame che tutti sappiamo, si sono beccati una lauta buonuscita e sono stati addirittura integrati negli apparati statali, in posti di responsabilità, sempre a smanettare su tematiche economiche e finanziarie.

Aho! Ah Obama…e meno male che proprio te eri quello che “cannava” così bene. Ecco, per l’appunto. La prossima volta, siamo più onesti dai, dì una cosa tipo: «…Yes, maybe we can do what is possibile…and the very very minimum…».

Perché adesso cosa gli andiamo a raccontare a quei nostri connazionali tardo cinquantenni che erano in procinto di andare in pensione fra qualche mese e si sono invece ritrovati nel giro di una nottata con 5 o 6 anni di lavoro in più sul groppone? Quale slogan si potrà sfoderare per l’occasione? Forse non rimane altro che: «…alèghèr, alèghèr, che ‘l spread del bund l’è sèmpèr nèghèr...».

2 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

sigh gilly, la manobra fa mal di pancia e dolore... speriamo almeno ci levi dalla merda...

bacini sconsolati

Gillipixel ha detto...

@->Farly: già, cara Farly, c'è poco da fare gli americani, di 'sti tempi...non rimane che fare un piccolo passo ogni giorno e chissà che ad un certo punto, un bel po' di cammino lo avremo coperto in ogni modo...

Bacini senza Iva :-)