"Un pensiero al giorno"
162 - "Passeggiate nasali"
Una delle cose simpatiche dell'estate è andare in giro in bici per le strade con le narici "sulle ventitré" e annusare l'aria tutta intorno. Anche qui, come in tante altre circostanze, è questione di ascolto. Se si presta la dovuta attenzione alle sfumature, capiterà infatti di poter attraversare decine e decine di stanze olfattive, veri e propri prolungamenti di tutte le domesticità assiepate ai bordi delle vie.
Dalle finestre aperte, dai balconi, dalle porte, dalle verande, filtrano i più svariati odori di casa. Intimità assortite si protendono verso il fuori, che si muta in un interno preterintenzionale visitato da ogni naso curioso di passaggio.
Senti odori di salotto buono o di soggiorno, di pavimenti lavati, sensazioni fresche di bucato, atmosfere un po' stagnanti alle quali è stata data la stura come a una bottiglia di quello stagionato. Annusi aromi di letti e di sonno ben gustato, stratigrafie vaporose di soffritto, invisibili tensostrutture rette da solidi afrori al ragù, proclami di rivoluzione proletaria acclamata a botte di zaffate di frittata con le cipolle.
La privatezza tanto pazientemente custodita si estroflette, si pubblicizza, con quattro capriole dimensionali diventa un costrutto di fantasia raccontato sulle note di decine di scale cromatiche odorose.
I fiori sulle piante, magnolie, caprifogli, gelsomini, glicini, gli sfalci freschi dei prati, gli arbusti speziati negli orti, si uniscono al coro, a rendere ancora più articolata la polifonia.
Allora sì che ti sembrano davvero fondersi insieme il selvatico e il domestico, l'artificiale con la sua spontanea continuazione nel naturale. E a quelle concrete, si vanno ad aggiungere tante nuove architetture impalpabili, anche loro messaggere di affascinanti racconti che ti si spalancano quasi inafferrabili, tanto sono evanescenti, fino a giù, nel profondo dell'immaginazione.
La vita fluisce fuori al di là delle capacità di controllarla, corre oltre, uomini e donne si rivelano esseri frementi e pulsanti, denudano le proprie invisibilità attraverso le storie cavalcate dai loro odori, indomabili fuggiaschi che si mescolano all'azzurro, al verde e alle multi-cromie luminose del giorno, in un barocco lussureggiare di sensazioni.
Eppure, allo stesso tempo, tutto è così fine e quasi impercettibile, che dura un attimo e la pedalata dopo te lo sei già scordato.
1 commento:
Pura poesia!
Sembra di vedere, di sentire, di odorare, di toccare, di essere lì ...
Bravo, Gill-poet!
:)
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