mercoledì 7 settembre 2016

"Un pensiero al giorno" 163 - "Cavare arte dal già esistito"

"Un pensiero al giorno"

163 - "Cavare arte dal già esistito"

Un tratto di saggezza che mi sembra sempre più necessario acquisire, riguarda la familiarità con la ripetizione, la dimestichezza con il noto e l'ampiamente frequentato.

Abbastanza il contrario di come vengono invece intese le dinamiche esistenziali oggi giorno.

L'uomo è per sua natura un essere "differenziale", è affamato di novità. Ma se questa propensione viene resa una tendenza assoluta, si ottiene l'unico scopo di sprofondare nell'insoddisfazione perenne.
Ecco allora quanto diventa importante saper osservare le persone e le cose note, sempre con sguardo rinnovato. Aiuta a radicare la propria identità, ad ancorare i propri punti di riferimento, a conoscere più nel profondo.

Serve tuttavia guardarsi anche dal rischio opposto, che ci fa scivolare, assecondando tale via, nella staticità assoluta.

Direi dunque che occorre avere la giusta elasticità d'animo. Più che "averla", occorre "crearsela", coltivarla, farla crescere. Riscoprire il meraviglioso nel già conosciuto. Spremere stupore attraverso la curiosità sempre rinnovata anche sopra oggetti e soggetti di conoscenza, frequentati mille volte. Dare ascolto alla novità, che può fare capolino dalla situazione mai vista, così come da quella più che mai familiare.

In fondo, era proprio questo l'intimo intento di ricerca perseguito da un Claude Monet, nel suo ripetitivo ritrarre ninfee, o da un Mark Rothko, con le sue tele monocromatiche, all'apparenza tutte uguali, ma differenti per quell'infinitesima porzione dimensionale che di per sé valeva un'intera rivoluzione dello spirito.


1 commento:

Occhi blu ha detto...

Sacrosanta verità.
Splendida foto: romanticissima!
Adoro Monet.
:)