sabato 8 dicembre 2018

Far quadrare i quadri


Nella vita, il senso della composizione è tutto. O quasi tutto.

Compositore, comporre, composizione. Sono parole che si associano il 97% delle volte alla musica e a chi la sa creare.

Bisognerebbe ribaltare la prospettiva, e rendersi conto di come in realtà il senso del comporre pertiene ai musicisti solamente per un 3%, mentre per tutto il resto della fetta vitale è di competenza di tutti.

Comporre, attraverso le varie circostanze del vivere, vuol dire cercare nelle cose un equilibrio in grado di rispecchiare le più profonde esigenze dei sensi e dell’animo, che sentiamo connaturate in noi.
Comporre significa dunque cercare all’esterno quella bellezza che sentiamo appartenerci già da sempre, nel nostro intimo.

Tale bellezza si dispiega lungo una sottile ricerca di pesi e contrappesi fra forze visive, sonore, tattili, olfattive, saporose, emotive, concettuali e spirituali.
Quando scriviamo, leggiamo o parliamo parole, quando ci muoviamo, scattiamo una foto, facciamo un disegno, quando lavoriamo, cuciniamo un piatto o carezziamo il gatto, quando pensiamo o amiamo qualcuno, quando mettiamo insieme fra loro qualsiasi tipo di idee o gesti quotidiani, dal più banale al più elaborato, stiamo creando una composizione.

Nessuno è caduto dal cielo provenendo da Marte, ognuno ha conosciuto i rudimenti primordiali della vita da dentro il ventre di una donna, e in questo senso siamo tutti fratelli e sorelle accomunati da un’idea universale del comporre il tempo con lo spazio.

La cadenza del respiro, il battere del cuore, l’eco ovattata della voce risuonante da qualche parte “là in alto”, in quei nove mesi incorporati in una mamma, ci hanno indicato le “coordinate compositive” fondamentali che avremmo seguito nella vita “là fuori”.

Il ritmo, la simmetria, il senso armonico, il richiamarsi fra loro dei vari componenti di una scena, la coerenza generale fra le parti e di ogni parte con il tutto.

Sono tutti criteri compositivi poi perfezionati crescendo e imparando dal confronto fra il nostro panorama interiore e quello della natura, dell'ambiente, delle cose e degli altri.

E non si tratta di una oziosa dissertazione ispirata da un atteggiamento indulgente verso qualche forma di vuoto “estetismo”.

Padroneggiare la “sapienza della composizione” è fondamentale non solo per potersi esprimersi nell’ambito del Bello, ma anche e soprattutto in quelli del Buono e del Vero.

Bellezza, Bene e Verità sono valori apparentati fra loro dal legame di senso del “saper comporre”.

Mettendo in sequenza, oppure disponendo assieme in una scena valida nel medesimo attimo, quella giusta articolazione di spinte e controspinte estetiche in grado di soddisfare il nostro desiderio di completezza, penetriamo di volta in volta significati della vita che, pur continuando a sfuggirci nella loro essenza profonda, sentiamo essere fondamentalmente e irrinunciabilmente “nostri”.

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