Si sa che la bocca di un candidato alle elezioni è meno affidabile del sedere di un neonato, ma certe volte il pannolino del buon senso si riempie così tanto che la puzza non si può più sopportare.
Sostiene il candidato repubblicano alla presidenza americana John McCain che gli elettori non dovrebbero votare il candidato democratico Barack Obama perché un’amministrazione guidata da quest’ultimo significherebbe anche forti influenze statali sull’economia.
Ora, se fossi votante USA, di fronte a questa suggestiva trovata di strategia elettorale, mi verrebbe da sbottare in siffatta guisa:
“…Eh no…macché…e verrò a votare per te, allora…così mi garantisci ancora un bel po’ di anni di gioiosa amministrazione all’insegna del “Dio Mercato Libero e Bello”, fondato sull’unica, rassicurante e suprema regola della “saponetta caduta a terra”, codificata anni or sono dal grande economista Jack Ninetygrades.
E dopo un soave periodo in cui l’umanità tutta si ritroverà ancora in balia dei geniali manager delle superbanche creative (che invece di passare più tempo a casa a fare all’amore con le mogli e a portare i bambini ai giardinetti, continueranno a sacrificarsi per noi 18 ore al giorno in ufficio, guadagnando milioni di dollari all’anno dei quali non potranno spendere nemmeno una minima parte campassero 10 secoli), alla fine saremo ripiombati in una bella e scintillante crisi mondiale nuova di zecca, accorgendoci giusto in quel momento che, non dico un ferreo statalismo in stile sovietico, ma almeno qualche straccio di regola ci si poteva sprecare a buttarla su fin dall’inizio…
Aho…ah còso…Ah Màkkàine…but go to take it in the cool!...”.
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