mercoledì 26 agosto 2009

Panglo...cosa?!?!?


Ancora dello scrivere. Ancora del comunicare e dell'esprimersi. Ancora del leggersi a vicenda e del tentativo di uscire dai limiti della propria interiorità.
Ancora di tutto questo un po', volevo cianciare oggi.

Ci sono dei pensieri che ti lasciano di stucco. Ma non perchè si tratti di pensate particolarmente geniali. Ti lasciano di stucco perchè sono pensieri di un certo fascino, sì, ma soprattutto perchè sono talmente palesi da farti sentire un po' fesso a non averci mai fatto caso prima. Non proprio fesso completo. Solo un sentore di fessitudine garbata.

Tutto è linguaggio.
Questo è il pensiero che mi ha visitato stavolta col suo carico di lieve infessimento.

Che sia stato a suo tempo Dio a dare inizio al tutto, oppure la legge del caos. Che dipenda da un disegno intelligente oppure da uno scarabocchio demente, dal puro caso, da Zeus o da papà Barzetti, fatto sta che ogni essere umano patisce la propria finitezza spirituale ed aspira a proiettare qualcosa di sè all'esterno, dove va cercando una qualche forma di auto-completamento.
Non solo: estendendo il concetto, si può dire che questo incessante e laborioso "dialogo" avviene anche fra ciascun "elemento" della realtà, sia esso animato o no, ed il contesto ad esso più direttamente pertinente. Ogni oggetto o componente o porzione della realtà "aspira" ad affermare la propria essenza, e per fare questo deve in qualche modo "farsi capire" dall'ambiente in cui è calato.
Per questo mi sento di dire che tutto è linguaggio.

E' linguaggio ovviamente la scrittura, come lo sono il parlare, il dipingere, il comporre musica, la creazione teatrale e cinematografica. Sono linguaggio anche la gestualità ed il muoversi nello spazio, è linguaggio ogni tipo di scambio di "fisicità" con gli altri (in primis tutto il repertorio attinente alla sfera affettiva e amorosa).
Sono linguaggio le forme di tutti gli oggetti, quelli progettati nel breve periodo oppure quelli frutto della decennale "modellazione" effettuata dall'esperienza di mille persone che li hanno usati.
Sono linguaggio gli edifici, non solo nei loro aspetti formali, ma anche sotto il profilo del "dialogo" che sono obbligati ad intrattenere con le regole statiche e fisiche, pena la deriva comunicativa in un discorso fallimentare che potrebbe giungere a pronunciare le fatali parole "inutilizzabilità", "instabilità", "pericolosità", "crollo".
Ma, pur essendo in dubbio (se non del tutto escludibile) una effettiva coscienza sottostante, sono linguaggio anche i rituali di caccia o di accoppiamneto degli animali, i colori coi quali un fiore richiama l'ape o respinge il parassita, la struttura seguita della diramazione della chioma di un albero per disporsi in maniera ottimale all'irraggiamento del sole o allo scorrere della linfa.
Spingendo il ragionamento alle sue estreme conseguenze, è linguaggio anche la forma del sasso che nei secoli ha sostenuto le "proprie ragioni" di fronte alla forza impetuosa delle rapide del torrente, è linguaggio l'ingobbamento della collinetta scaturita dai millioni di discorsi intrattenuti con le sferzate dei venti e con gli arrembaggi delle piogge scroscianti, oppure è ancora linguaggio l'elegante silhouette delle stalattiti o delle stalagmiti che nel tempo hanno eseguito la loro paziente danza con la goccia d'acqua, uno degli amplessi più lunghi che si possano immaginare, se solo ci pensate un attimo.

Insomma, in ogni dove e in ogni quando, la pervasiva presenza del linguaggio è tale e tanta che "panglossismo" mi vien voglia di chiamare tutto questo.
E grazie al ca...e grazie al cabernet, mi direte a questo punto!
Non solo ci vieni a raccontare una cosa che già tutti sapevamo, ma ci spacci pure per "neo" un "vetero-logismo" bello e buono.
Già altri prima di me hanno infatti detto che Panglossismo è un termine che indica l'attitudine a credere di vivere nel miglior mondo possibile.
Tuttavia, le mie pretese sono molto più modeste rispetto a questi dotti riferimento Voltairiani.
Il mio di panglossimi dice molto più semplicemente la cosa di cui ho baterato finora: tutto è linguaggio.

Va beh, insisterete ancora voi: anche precisando ciò, l'«acquacaldismo» della tua scoperta si mantiene sempre a temperature tiepidissime.
Vero. Ma ci sarebbero due corollari interessanti che mi piace qui sottolineare.
Primo corollario: se tutto è linguaggio, la vita può essere vista come una continua interessante lettura, un'interpretazione incessante della miriade di segni nei quali siamo totalmente e radicalmente immersi.
Di riflesso, naturalmente, lo scorrere del nostro tempo diventa anche un cimento senza sosta con l'arte di scrivere, ma non solo lo scrivere nel senso letterale del termine, come sto facendo io ora.
Si tratta invece di uno scrivere la nostra esistenza con tutti i linguaggi possibili a nostra disposizione.
Il secondo corollario deriva in qualche modo dal primo: in questo grande minestrone di linguaggi, ciascuno di essi non si dà come un compartimento stagno che parla coi propri mezzi soltanto.
Tutt'altro. L'infinita varietà dei linguaggi è invece calata senza sosta nel turbinio universale degli scambi e delle contaminazioni reciproche.
Basta saper osservare, dare libero sfogo alla propria sensibilità e mettersi in ascolto.
Si potrà cogliere allora una parentela strutturale fra un bel brano di letteratura e un'architettura particolarmente felice. Nella sfumatura melodica di un brano musicale riecheggerà l'eleganza delle movenze di un campione sportivo, mentre il profumo di un fiore rifletterà inequivocabilmente il sorriso della persona per cui batte il nostro cuore in quel momento.
E la cosa bella di tutto ciò, è che possiamo continuamente prendere a prestito parole dai linguaggi più disparati ed apparentemente remoti, per poter dire cose nuove in quelli che ci sono più consoni e familiari.
Come ad esempio lo scrivere.
Ma di questo magari parlerò più estesamente in un prossimo vagabondaggio fra i pensieri.


10 commenti:

ANTONELLA ha detto...

.. infatti lo scrivere è una rappresentazione del pensiero, il mondo potrebbe essere la nostra immaginazione che si rappresenta e si de - scrive. Ferie lunghe... le tue intendo

scodinzola ha detto...

Non ci credo che tu abbia preso 5 al tema di maturità! Non è possibile! Grazie Gil, ci regali sempre momenti di riflessione accattivanti.

Gillipixel ha detto...

@->Antonella: giusta osservazione, Anto...quello che ho mancato di precisare è che forse la verità ultima è questa: tutto è interpretazione...ma questo non valeva, perchè lo ha già detto Schopenhauer :-)
No, in realtà ho fatto ferie normalissime...è la mia immaginazione bislacca che non va mai in vacanza, e così scribacchio, scribacchio :-) e grazie a te che mi leggi e sei sempre ospite graditissima :-)

Gillipixel ha detto...

@->Scodinzola: lo giuro, Scodi: era un 5 nudo e crudo :-) il fatto è che quando scrivi in ambito "ufficiale", certe teorie un po' forzate magari non vengono tanto gradite, e credo sia ciò che successe all'epoca...
altro aspetto bello di un blog: puoi volare con le ipotesi e dare adito alle suggestioni più estreme...e se la cosa è fatta con un minimo di sensibilità, senza sconfinare nell'assurdo, ovvio, ci si diverte pure :-)
Grazie a te Scodi che mi leggi e mi riservi sempre parole così carine :-)

scodinzola ha detto...

Forse è proprio la tua sensibilità che traspare dai tuoi scritti che mi affascina.

Gillipixel ha detto...

@->Scodinzola: mi fai arrossire, Scodi :-) e mi stimoli ad andare ancora per pensieri e scrivere sempre più cose nuove...ohi, non è una minaccia, eh :-)
prometto di scrivere solo quando sento che ne vale la pena :-)
grazie :-)

Luce ha detto...

Caro ma sei uno stakanovista??? non hai smesso di scrivere per tutta l'estate praticamente...
complimenti, anche per il post ovviamente, come al solito molto bello e profondo!!
baci e grazie per il saluto sul blog!!
baci

Gillipixel ha detto...

@->Luce: ciao, Luce, ben ritrovata :-)
mi piace molto scribacchiare e lo faccio solo quando non è una cosa forzata, quando sento che mi viene spontaneo, quasi come respirare :-)
Credo sia importante questo aspetto...grazie, sei sempre molto gentile...mi tengo sempre sintonizzato sul tuo blog, perchè dal tuo modo di scrivere c'è tanto da imparare...

scodinzola ha detto...

Un gatto che arrossisce? Ma dove si è mai visto? Semmai fa le fusa, ti passa accanto con la coda dritta, ma arrossire...
Leggerti è sempre piacevole (sono ripetitiva, lo so), quindi, non vedo l'ora di incontrarti nel tuo "andarperpensieri".

Gillipixel ha detto...

@->Scodinzola: ci sono anche gatti un po' confusionari a 'sto mondo, Scodi, che fanno sì le fusa, ma arrossiscono pure, cincischiano coi cuscinetti zampottosi sulla tastiera e sanno poco parlare :-)
Grazie...a riscriverci-rileggerci presto sulla via dei pensieri :-)