Quando una piccola illuminazione significante (leggi "epifania") ti si presenta con triplo salto concettuale, doppia coincidenza carpiata e coefficiente di difficoltà temporale 3.2, il normale stupore epifanico risulta ancor più acuito.
Solamente pochi giorni fa, avevo tirato in ballo un discorso riguardo gli attimi del nostro tempo, su come tendano a mutare paradossalmente in ricordo con una velocità che è superiore a qualsiasi possibilità da parte nostra di "presa concettuale dell'istante".
Non che avessi detto cose particolarmente originali. Sapevo che il tema è stato sviscerato dalla crema dei pensatori di tutti i tempi, fra i quali mi risultava anche Henri Bergson.
E fin qui tutto bene, regolare.
La cosa degna di nota (sempre nell'ottica di un sano "divertirsi con poco", s'intende) è invece un'altra.
Sto leggendo in questi giorni uno degli ultimi romanzi di Murakami Haruki, da parecchio tempo fra i miei beniamini narranti prediletti.
«Kafka sulla spiaggia» s'intitola.
Sono dunque lì che mi gusto la storia magistralmente giostrata dal buon Haruki, quando....in quale frase non ti vado ad incappare...
«...Il puro presente è il processo impercettibile in cui il passato avanza divorando il futuro. A dire il vero, ogni percezione è già ricordo...».
Inutile dire che ho fatto immantinente una capriola seduta stante (o meglio, coricata stante, perchè per la precisione si trattava di reading in bed).
Era esattamente quello che mi ero arrabattato a dire io! E la frase è proprio una citazione di Henri Bergson, da una delle sue opere fondamentali, «Materia e memoria».
Poco importa se uscendo dalla bocca del personaggio di «Kafka sulla spiaggia» che si produce nel dotto riferimento, una leggiadra e procace signorina, per un motivo che lascio scoprire a chi vorrà avventurarsi nella lettura, la frase risulta avere più o meno questo suono: Maheriae-memohia.
Ciò che importa è che ora mi è venuta una gran voglia di leggermi «Materia e memoria». Anche se so, cari amici viandanti per pensieri, che questo potrà suonare per voi come una grave minaccia.
Solamente pochi giorni fa, avevo tirato in ballo un discorso riguardo gli attimi del nostro tempo, su come tendano a mutare paradossalmente in ricordo con una velocità che è superiore a qualsiasi possibilità da parte nostra di "presa concettuale dell'istante".
Non che avessi detto cose particolarmente originali. Sapevo che il tema è stato sviscerato dalla crema dei pensatori di tutti i tempi, fra i quali mi risultava anche Henri Bergson.
E fin qui tutto bene, regolare.
La cosa degna di nota (sempre nell'ottica di un sano "divertirsi con poco", s'intende) è invece un'altra.
Sto leggendo in questi giorni uno degli ultimi romanzi di Murakami Haruki, da parecchio tempo fra i miei beniamini narranti prediletti.
«Kafka sulla spiaggia» s'intitola.
Sono dunque lì che mi gusto la storia magistralmente giostrata dal buon Haruki, quando....in quale frase non ti vado ad incappare...
«...Il puro presente è il processo impercettibile in cui il passato avanza divorando il futuro. A dire il vero, ogni percezione è già ricordo...».
Inutile dire che ho fatto immantinente una capriola seduta stante (o meglio, coricata stante, perchè per la precisione si trattava di reading in bed).
Era esattamente quello che mi ero arrabattato a dire io! E la frase è proprio una citazione di Henri Bergson, da una delle sue opere fondamentali, «Materia e memoria».
Poco importa se uscendo dalla bocca del personaggio di «Kafka sulla spiaggia» che si produce nel dotto riferimento, una leggiadra e procace signorina, per un motivo che lascio scoprire a chi vorrà avventurarsi nella lettura, la frase risulta avere più o meno questo suono: Maheriae-memohia.
Ciò che importa è che ora mi è venuta una gran voglia di leggermi «Materia e memoria». Anche se so, cari amici viandanti per pensieri, che questo potrà suonare per voi come una grave minaccia.
5 commenti:
in effetti te che ti leggi bergson mi preoccupa, ma solo pensando a quale tangente prenderai nella via dei pensieri :-D ... ad essere onesta però sarei proprio curiosa di leggere una eventuale tangente... sì sì vediamo che succede...
per quanto concerne l'oggi la frase che citi di murakami mi ha fatto subito visualizzare il passato come un pakman dei bei tempi e il futuro come i pallini giallinche il medesimo divorava, ma manca il presente, quello com'è? baci
ecco me lo ha detto blogspot com'è il presente "darshc", dark ma chic :-)
@->Farly: bellissima l'immagine del pac-man :-)
Intanto vedrò se procurarmi il libro di bergson...sono indeciso pure io: non voglio devastare ulteriormente la mia psiche già così gravemente minata :-D
Blogspot "sa", ormai è assodato :-)
.. e ti dirò che mi hai fatto venire voglia di leggere il libro che stai leggendo. Comincerò da quello perchè la frase è interessante.
@->Antonella: è d'obbligo un'avvertenza però, Anto: riguardo Murakami Haruki non posso essere obiettivo :-)
Nel senso che è un autore che adoro in genere, quindi magari il mio giudizio è troppo di parte :-)
Posso dire che questo suo "Kafka sulla spiaggia" è un libro strano ma affascinante, come quasi tutti i suoi...e poi è appena uscita l'edizione tascabile, Einaudi :-)
Ciao :-)
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